Alto Adige. Cartelli segnaletici con pittogrammi anziché scritte

Sta per scadere quello che in Alto Adige e’ stato visto come un ultimatum del ministro per gli affari regionali Raffale Fitto, che aveva chiesto alla provincia autonoma una risposta chiara sulla questione dei cartelli segnaletici in montagna, spesso ultimamente scritti soltanto in tedesco.

E intanto spunta una proposta inedita: anziché le parole si usino i pittogrammi. La questione si innesta su una vicenda politica annosa, vale a dire i nomi dei luoghi che nel Ventennio Ettore Tolomei tradusse dal tedesco all’italiano e da sempre mal digeriti dalla minoranza di lingua tedesca.

Da ultimo era stato l’Avs, il Cai di lingua tedesca, a rinfocolare le polemiche, cambiando vecchi cartelli bilingui con altri, nuovi, solo in tedesco. E così era intervenuto Fitto, richiamando l’obbligo della bilinguità e ponendo la fine del mese di giugno come termine ultimo per un chiarimento.

Ora l’assessore Svp Hans Berger ha lanciato la proposta di sostituire le parole con delle figure, in modo da non dover tradurre termini come baita o ruscello, indicandoli con un ‘ideogramma’. Il governatore Svp Luis Dunwalder ha fatto sapere di avere risposto a Fitto, ribadendo che ”va tradotto solo ciò che è traducibile”e che ”vanno usati soltanto i nomi storicamente accertati”.

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