ROMA, 12 MAG – L'agguato all'ad di Ansaldo nucleare Roberto Adinolfi e ''la sua rivendicazione, sulla quale c'era un'attesa spasmodica'' fanno parte ''di un mondo che ha poco rapporto con la realta' ''. Parola di Renato Curcio, fondatore delle Br negli anni '70, che in una intervista a Repubblica dice: ''Non ha senso, non e' la mia storia'', perche' ''la nostra violenza veniva dalla storia del Novecento, aveva alle spalle gli anni Sessanta ma anche le vicende della Resistenza e della guerra. Da ragazzini andavamo a sentire le storie che raccontavano i partigiani. Noi siamo cresciuti cosi' '' e ''quell'Italia non c'e' piu' ''.
''Nell'Italia di oggi – ribadisce – tutto questo non ha senso. Viviamo una realta' completamente diversa'' che e' ''quella della crisi che coinvolge tante persone e le mette di fronte a situazioni insostenibili. Quella e' la realta', molto concreta e molto poco simbolica''.
''Io – aggiunge – sono stato arrestato nel 1974 e sono uscito dal carcere nel 1993. Alla fine degli anni Ottanta io e i miei compagni in carcere abbiamo deciso di sciogliere il patto che ci legava. Gia' allora lo avevamo fatto perche' ritenevamo che le nostre scelte precedenti fossero orami superate dall'evoluzione che c'era stata nella societa' italiana. Si immagini se adesso a quarant'anni di distanza posso sentirmi coinvolto da fatti che ormai sono lontanissimi dal contesto e dalle scelte che avevamo compiuto''.
