ROMA – Agenzia Entrate, dirigenti e ricorsi: direttrice accusa politica, governo Befera. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, a proposito del declassamento di 767 dirigenti (lo ha stabilito la Corte Costituzionale, non erano stati assunti per concorso) e delle crescenti richieste di accesso agli atti con la firma dei dirigenti illegittimi, denuncia la preoccupazione per il funzionamento della macchina fiscale, accusa la politica per il pasticcio, invita i contribuenti a non buttare soldi in azioni legali e anzi ritiene “vergognoso” che qualcuno tenti di convincerli del contrario.
Dal Ministero dell’Economia, cui le Entrate dipendono, il sottosegretario Enrico Zanetti (Scelta Civica) le risponde indirettamente che responsabilità della politica ci sono ma che se la stessa Rossella Orlandi è stata messa a dirigere quell’ufficio è perché la gestione precedente (leggi Attilio Befera) non funzionava e sul pasticcio colpe ne ha eccome. Il botta e risposta indiretto è contenuto tutto su Il Messaggero grazie ad Andrea Bassi e Luca Cifoni.
È arrivata poi una piccola stoccata (da Orlandi, ndr.) ai governi, che in questi anni non avrebbero messo a punto il Dpcm necessario ad assicurare la regolarità dei concorsi banditi (almeno per quel che riguarda i titoli dei partecipanti) provocandone in questo modo l’annullamento da parte del Tar, che a sua volta ha originato l’intervento della Consulta. (Il Messaggero).
Per Zanetti invece è l’Agenzia che deve fare autocritica (e i ricorsi li giudica inutili ma meno che mai “vergognosi”).
«La Orlandi non può porsi nel segno di una totale continuità con la precedente amministrazione. Vorrei ricordare che la sua nomina è stata salutata come una scelta di discontinuità rispetto al passato».
Anche il ministro Padoan, rispondendo alla Camera, ha detto che la nomina degli 800dirigenti senza concorso è stato uno strumento necessario a coprire carenze di organico…
«In realtà Padoan ha sottolineato che questo è quanto affermano le Agenzie».
Ha detto comunque che il governo interverrà, che risolverà il problema…
«Certo, ma senza sanatorie o scorciatoie legislative come quelle censurate dalla Corte Costituzionale».
In che modo allora?
«Un modo potrebbe essere quello di distinguere tra percorsi di carriera dirigenziali e quelli per i funzionari, garantendo per questi ultimi percorsi di carriera e livelli più elevati di stipendio per le funzioni specialistiche che possono essere chiamati a svolgere. Per i dirigenti l’accesso, invece, dovrà avvenire solo per concorso e senza selezioni farsa in cui si assegnano punteggi abnormi a coloro che hanno titoli per le esperienze pregresse». (Il Messaggero).