In pratica da casa, si potranno inserire i dati dei propri ricorsi e controllare a che punto sono, sempre on line. «Risolvendo – dice il ministro – l’altro grande dramma del cittadino italiano rispetto alla giustizia: “che fine ha fatto il mio ricorso?”. Questo lo potremo sapere direttamente accedendo al sito e vedendo a che punto siamo arrivati. È la prova – rivendica orgoglioso – che stiamo riformando il Paese attraverso le leggi ma che le riforme passano anche per buone idee che si sviluppano amministrativamente attraverso la digitalizzazione e la prassi».
Le possibilità di ricorrere online al giudice di pace raddoppiano, è scritto sul sito del ministero: dopo l’opposizione alle sanzioni amministrative, da oggi il cittadino può proporre ricorsi via internet anche contro i decreti ingiuntivi. In questo modo, il cittadino potrà accedere più rapidamente ai servizi della giustizia e i procedimenti davanti ai giudici di pace saranno più veloci e trasparenti. L’amministrazione della Giustizia, inoltre, risparmierà su costi e risorse e risulterà particolarmente semplificato anche il lavoro negli uffici delle grandi città, dove si riversa una grande quantità di ricorsi.
«Inaccettabile che i cittadini possano vivere meglio utilizzando tutti i servizi della rete ma non possano accedere alla giustizia attraverso internet, i suoi benefici, la sua trasparenza, la sua velocità. Ecco perché abbiamo messo in rete i processi riguardo ai giudici di pace e crediamo che questo possa raggiungere due grandi risultati: fare risparmiare tempo ai cittadini – e se il tempo è uguale denaro il risparmio è grosso perché di tempo se ne perdeva tanto – e far risparmiare soldi allo Stato, che alla fine sono sempre soldi del contribuente». «In tanti – conclude Alfano – parlano di riforma della giustizia, in tanti immaginano che possa essere solo una questione di polemica politica: noi la riforma la facciamo ogni giorno attraverso l’efficienza e scelte che migliorano la qualità della vita dei cittadini».