“L’abolizione delle tariffe minime, senza dare alcun beneficio ai cittadini, ha tutelato i più forti e in generale ha danneggiato i professionisti italiani”. A dirlo ĆØ il ministro della Giustizia Angelino Alfano, secondo cui “bisogna garantire prestazioni efficaci e tariffe che siano semplici, comprensibili, eque e trasparenti”. In sintesi una marcia indietro rispetto ai pur timidi tentativi di fare dell’Italia un paese un po’ più libero nell’accesso alle carriere professionali introdotti dal governo Prodi, in particolare con le liberalizzazioni di Bersani. Per una maggioranza che si professa liberista un avvitamento incomprensibile se si esclude che il governo abbia prontamente recepito diktat corporativi e lobbistici che con il libero mercato poco hanno a che fare.
LāItalia, di liberalizzazioni vere, non ne ha fatte molte. ElettricitĆ , gas, telecomunicazioni, poste, trasporto ferroviario, trasporto aereo, professioni liberali e mercato del lavoro: l’obiettivo dovrebbe essere proprio mettere al centro il concetto stesso di riduzione delle barriere allāentrata. Il risultato ĆØ sconfortante. LāItalia ĆØ ā come scrisse anche Il Foglio ā “semilibera”. Se le piccole modifiche introdotte avevano un pregio, questo ĆØ stato di rendere popolare il termine “liberalizzazioni”.
In un colloquio con il Corriere della Sera Alfano promette “regole moderne, al passo con la globalizzazione dei mercati”. “Ascolterò le voci di tutti gli ordini e dopo un’attenta analisi proporremo delle riforme che siano in grado di tenere insieme la dignitĆ e il prestigio delle professioni e gli interessi del singolo cittadino, come abbiamo giĆ fatto per l’avvocatura”.
Lo scopo, sottolinea il Guardasigilli, ĆØ “un riordino della legislazione che elimini il tratto punitivo impresso da Bersani, durante il governo Prodi, nei confronti dei professionisti italiani. Con il finto intendimento di proteggere i cittadini – ribadisce – le lenzuolate hanno penalizzato i professionisti”.
Sul tavolo degli stati generali delle professioni, convocato da Alfano per la prossima settimana, ci sarĆ anche il recepimento della direttiva ZappalĆ , la normativa di Bruxelles sul riconoscimento delle professioni nel territorio dell’Unione Europea. “Ci giungono echi di un recepimento distorto – dice infatti il ministro – che ne ha alterato i connotati e le intenzioni originarie”.
