ROMA, 19 LUG – ''Non ho nulla da dire. Lasciatemi stare almeno il giorno prima del voto. Oggi staro' nel piu' assoluto silenzio''. II giorno prima che l'Aula della Camera dica 'si' o 'no' alla richiesta di arresto avanzata dal Gip di Napoli nei suoi confronti, il deputato del Pdl Alfonso Papa ribadisce di non avere ''alcuna dichiarazione da fare''.
Si sa solo che continua a chiamare tutti i colleghi di partito per chiedergli di votare a suo favore e che, al di la' della tranquillita' ostentata nei giorni scorsi in diverse interviste con tanto di immagini sorridenti, lui non sia sereno per nulla. ''E' chiaro che e' teso – spiegano alcuni berlusconiani – ma anche noi gli abbiamo consigliato di non parlare, almeno per oggi, di non dire piu' nulla''. La frase pronunciata qualche giorno fa: ''A me il carcere non fa paura'', riportata a caratteri cubitali nei titoli delle sue dichiarazioni sui giornali, sembra non sia stata interpretata con grande favore da molti nella maggioranza. ''Qualcuno – raccontano – l'ha letta come un atto di sfida. Della serie che lui non ha paura perche' tanto sa che non ci finira' in carcere…E dare questa immagine ora non sembra troppo opportuno…''. Cosi', per evitare ''conclusioni piu' o meno malevole'' gli sarebbe stato consigliato di non dire piu' nulla ai media. Poi dopo il voto si vedra'… Intanto tutti i gruppi parlamentari si stanno riunendo o si sono riuniti in queste ore per fare il punto della situazione. I finiani che ribadiscono il proprio 'si' all'arresto del parlamentare, si sono incontrati nelle prime ore del pomeriggio. I pidiellini si sono convocati per la fine dei lavori dell'Aula della Camera. I leghisti, molto probabilmente, si vedranno entro domani all'ora di pranzo. ''Dobbiamo decidere tutti insieme – spiega un berlusconiano 'doc' – cosa fare in caso di voto segreto''. ''Io -aggiunge – sono convinto che il partito votera' compatto per 'salvare' il collega. Ma nel segreto dell'urna puo' succedere di tutto''.
Papa, intanto, che non ha mai 'disertato' i lavori dell' Aula da quando e' stato coinvolto nell'inchiesta P4, gira per il Transatlantico parlando con chiunque gli si avvicini. Nei giorni scorsi aveva avuto un lungo colloquio con il legale del premier e deputato del Pdl Niccolo' Ghedini e con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Ma quest'ultimo, almeno a quanto raccontano i 'suoi', non si sarebbe lasciato convincere piu' di tanto. Anzi, lui sarebbe uno dei piu' convinti all'interno del Carroccio sulla 'linea dura'. ''Non possiamo continuare a far vedere che anche noi contribuiamo a 'salvare' la casta. Dobbiamo dare un segno di discontinuita''', continua a ribadire.