“Infarto? No, omicidio”. I giudici riaprono il caso Cafasso. Aveva parlato di “Chiappedoro”

Non infarto ma omicidio: i giudici riaprono il caso Cafasso. Gli inquirenti infatti fanno sapere di essere “orientati” verso questa ipotesi, l’ omicidio appunto. E’ lì che punta l’indagine sulla morte di Gianguerino Cafasso, il pusher dei trans morto in una stanza d’albergo in via Salaria a Roma.

Gli investigatori non escludono che possa essere la prima vittima di una catena delittuosa che venerdì scorso 20 novembre ha visto anche la morte di Brenda, il trans a sua volta coinvolto nell’inchiesta sul caso Marrazzo.

Il pubblico ministero Francesca Passaniti ha già in mano tutti gli elementi emersi dall’autopsia di Cafasso e dall’esame tossicologico fatto dai medici legali. Nella vicenda Marrazzo Cafasso è stato il personaggio incaricato di collocare il video girato in via Gradoli e che riprendeva l’incontro tra l’ex presidente della Regione Lazio e il trans Natalie. In quei giorni andava dicendo: “Troppi ne posso rovinare, voi non immaginate quanti e chi, ad esempio c’è uno che chiamiamo Chiappedoro…”

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luiss_smorgana