ROMA – “Per non far fallire lo Stato, si fanno fallire le aziende. Non vogliamo pagamenti con baratti, bot, cct, garanzie varie, se li tenessero. Vogliamo essere pagati in denaro come prevede il contratto. Vogliamo liquidità”: lo ha detto Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance (l’Associazione nazionale costruttori edili), ricordando che lo Stato deve alle imprese edili circa 19 miliardi di euro, e annunciando che l’Ance si prepara alle azioni legali, rifiutando i pagamenti con titoli di Stato.
In occasione del DDay delle costruzioni per recuperare i crediti della pubblica amministrazione, Buzzetti ha annunciato”una serie di azioni legali contro lo Stato che non paga e porta le aziende al fallimento”.
”Abbiamo pazientato per anni oggi siamo arrivati a 9 mesi di ritardi con punte di un anno e mezzo-due anni. E’ una situazione unica in Europa. Dall’inizio della crisi sono fallite 7.552 imprese di costruzione e si sono persi 380 mila posti di lavoro nel settore”, ha aggiunto il presidente dell’associazione costruttori, chiedendo ”al governo Monti un deciso cambiamento di rotta”.
”Ora abbiamo deciso di passare alle vie di fatto – ha spiegato Buzzetti – o troviamo subito una soluzione oppure con tutta la filiera delle costruzioni, le cooperative, gli artigiani del settore partiremo con i decreti ingiuntivi”. Sono 19 miliardi i debiti dell’amministrazione pubblica nei confronti del settore, 9 miliardi verso le sole imprese associate all’Ance. ”Stanno arrivando di continuo i dati di coloro che sono già in condizioni per fare un decreto ingiuntivo, siamo già a un miliardo di euro di crediti non pagati”, ha concluso Buzzetti.