
ROMA – Vota Renzi ma decisamente non gli piace. Tanto da chiamarlo: “Arrogante, stronzo, bugiardo”. E ci mette pure un: “Vaffanculo”. Si sfoga così Antonio Pennacchi, premio Strega 2010 e autore del Fasciocomunista, il romanzo autobiografico da cui è tratto il film Mio Fratello è figlio Unico, ai microfoni della Zanzara, su Radio 24.
“A me Renzi non piace – ha detto lo scrittore – è arrogante, paternalista, convinto di sapere tutto lui. Sembra Galeazzo Ciano nei filmati Luce”.
Poi, parlando in romanesco, ha aggiunto:
“Nun me piace ma lo rivoterei per necessità. Se deve fà er patto co Berlusconi lo facesse ma per dare una botta al Paese. Invece fa il forte coi deboli e coi forti se caga sotto. Invece dovrebbe fare il forte con gli statali, i magistrati, il padronato italiano”.
E ancora, rivolgendosi direttamente a Renzi:
“Raddrizza la macchina dello Stato se hai il coraggio, ma vaffanculo. Ci ha provato, ma a chiacchiere”. “Renzi – prosegue – me sta sui cojoni perché è stronzo. Renzi non la racconta tutta, non la racconta giusta, racconta le bugie. Guarda che ha fatto con Letta. L’ascesa l’ha fatta spandendo nefandezze e letame contro D’Alema e poi è arrivato a Palazzo Chigi e ha fatto quello che non era riuscito a D’Alema”.
“Un uomo – dice ancora lo scrittore – deve essere come nel Vangelo. Deve avere una parola sola, invece questo è ambiguo, racconta fregnacce, pare che la rovina del Paese mò sono i quattro operai rimasti e i sindacati, ma vaffanculo”.
E alla domanda se darebbe “mille euro a Renzi per una cena”, risponde :
“Ma che siete matti? Me li deve da lui a me. Io quest’anno la tessera del Pd non la rifaccio perché me sta proprio sui cojoni”.