MILANO – Il gip di Milano, Anna Maria Zamagni, ha respinto l'accordo di patteggiamento che l'ex prefetto di Napoli ed ex commissario nazionale anti-usura, Carlo Ferrigno, aveva raggiunto con la Procura di Milano nell'ambito dell'inchiesta che lo vede accusato di millantato credito e prostituzione minorile, perche' avrebbe ricevuto prestazioni sessuali da alcune giovani, anche da una minorenne, millantando agevolazioni nella pubblica amministrazione.
Il giudice, bocciando il patteggiamento, ha ritenuto infatti che la pena concordata di 1 anno e 11 mesi non e' congrua rispetto al quadro accusatorio.
L'accordo di patteggiamento, per chiudere la vicenda giudiziaria, era stato raggiunto in fase di indagini, ma ora con il 'no' del gip gli atti dell'inchiesta tornano al pm milanese Stefano Civardi per proseguire nel procedimento.
L'ex prefetto, 72 anni, era stato arrestato lo scorso 11 aprile e dalle indagini era emerso anche che una ragazza di 17 anni sarebbe stata drogata con dosi massicce di cocaina affinche' si prostituisse con Ferrigno. In particolare, sarebbe stato l'imprenditore milanese Mario Abissino, arrestato anche lui nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Civardi, a dare la cocaina alla ragazza, tra il marzo del 2004 e il settembre del 2005, per agevolare la sua attivita' di prostituzione con Ferrigno.
Il gip ha anche respinto il patteggiamento per Abissino, accusato di cessione di droga e induzione alla prostituzione minorile, poiche', secondo il gip, i reati di cui deve rispondere non sono patteggiabili.
L'indagine era nata da una denuncia pubblica fatta da una negoziante di Brescia a Frediano Manzi, presidente dell'Associazione 'Sos Racket e usura', nella quale la donna aveva raccontato di presunti abusi sessuali subiti.
Il nome di Ferrigno era comparso anche nelle carte dell'inchiesta sul caso Ruby. L'ex prefetto, infatti, in alcune intercettazioni parlava della presenza in una delle serate ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi, di una sua amica, la danzatrice del ventre Maria Makdoum, diventata poi una delle testimoni 'chiave' dei pm milanesi nell'indagine con al centro la giovane marocchina.