Se i sondaggi fotografano un Pdl in difficoltà (alcuni dicono sotto il 30%), Silvio Berlusconi a un mese e mezzo dallo strappo con Gianfranco Fini teme ancora di più l’astensionismo. In vista di un ritorno alle urne il premier teme il pericolo delle assenze di massa qualora si andasse alle urne. Dove sono tutti gli italiani che nel 2008 hanno dato fiducia al Pdl di Berlusconi?
Dopo la casa di Montecarlo, l’affaire del cognato di Fini Giancarlo Tulliani e le accuse rimbalzate tra Fli e Pdl, potrebbe essere proprio Berlusconi a scontare l’amarezza di questo quadro politico. La fuga di voti è targata Udc, sono i voti moderati quelli a rischio perdita.
Come farà il Cavaliere a riprendere in mano le redini del suo governo? Punta alla fiducia, non vuole andare al voto, spera che i “ribelli” centristi siciliani gli facciano un bel regalo di compleanno nell’aula di Montecitorio il 29 settembre. Se la maggioranza tiene, la legislatura va avanti e l’insidia astensionismo si allontana.
“Dobbiamo affrontare ostacoli importanti da superare per l’interesse di tutti”: ha detto ieri Berlusconi nel corso del suo intervento telefonico con la Comunità Incontro di don Gelmini che premia oggi ad Amelia il sottosegretario Carlo Giovanardi. “Sono alle prese con il documento he dovrà essere presentato in Parlamento e ottenere un voto di maggioranza per l’attuazione del programma”.
Berlusconi vuole spaccare i finiani e rimanere illeso con la sua maggioranza, senza entrare troppo nel merito di quelle stesse liti che renderebbero concreto il pericolo astensionismo. Per ora quindi spera che in Aula per raggiungere la quota sicurezza 316 non ci siano assenti fra i suoi: dei deputati sicuri che avrebbe il premier almeno 30 sono esponenti del governo e come tali spesso assenti dalle aule parlamentari (18 ministri più 12 sottosegretari come si legge sui siti di governo e Senato).