
Autisti Atac: 1159 (su 11 mila) hanno chiesto tre giorni di ferie...al seggio FOTO ANSA
Atac, azienda pubblica del trasporto pubblico di Roma (bus, metro, tram). Dipendenti circa undicimila. Di questi 1229 hanno fatto richiesta di essere esentati dal servizio per tre giorni, il 25-26-27 settembre. Non pochi, più di uno su dieci. La ragione, la motivazione? Ottima e doverosa per settanta dei 1229. Settanta: 30 di loro esentarsi dal servizio per svolgere le funzioni di presidente di seggio elettorale, 26 quelle di scrutatore, 14 quelle di segretario al seggio delle votazioni per le elezioni politiche. Settanta alla cui richiesta non si può che dire di sì e a cui è stato detto di sì. Settanta su 1229, un po’ parecchio pochini.
Gli altri 1.159 presi da incontenibile fuoco di militanza
Gli altri 1.159 hanno chiesto di essere esentati dal servizio per andare a fare i rappresentanti di lista, cioè quei signori che, stazionando ai seggi, dovrebbero tutelare le ragioni, eventualmente compromesse, della propria lista elettorale. Di solito e per fortuna non hanno molto da fare, anzi niente hanno da fare se tutto si svolge secondo normalità . Come mai 1.159 dipendenti Atac, come mai tra questi 1.159 ben 915 autisti addetti alla faticosa guida di mezzi pubblici si son candidati alla missione di rappresentati di lista? Incontenibile fuoco di militanza politica deve essersi acceso nelle fila degli autisti Atac e veloce e massiccio è corso l’auto arruolamento. Atac smentisce ogni diagnosi e constatazione di lontananza e distacco della gente dalla politica, qui uno su dieci si offre ad indossare per tre giorni la casacca di un partito.Â
Ma attenzione alla differenza
Presidente di seggio, scrutatore, segretario…cioè una fatica boia (lo sa chi lo ha fatto), pochi e niente soldi, tanta responsabilità , forse qualche grana. Fare il presidente, lo scrutatore, il segretario è assolvere un dovere. Infatti in Atac hanno chiesto di farlo in settanta, settanta su 1229 richieste. Fare il rappresentante di lista è molto più lieve, è far presenza, magari un caffè e anche due a intervallare. Responsabilità poche o nulle, fatica scarsa tranne quella del passeggiare al seggio. Fatica certo decisamente minore della fatica di guidare un mezzo pubblico. Parafrasando ciò che è proverbiale del fare il giornalista (sempre meglio che lavorare), tre giorni al seggio da rappresentante di lista è sempre meglio, molto meglio che lavorare. Un dovere? Non proprio, quasi un piacere. E infatti l’hanno chiesto in 1.159 (915 autisti). hanno chiesto di fare tre giorni di…ferie al seggio.
La vera notizia è…
Uno su dieci dei lavoratori di una azienda pubblica di trasporto pubblico che chiede di essere esentato dal lavoro per tre giorni per andare al seggio elettorale è una notizia. Ma in fondo non tanto per chi ha nozione e memoria del modus operandi e vivendi delle aziende pubbliche almeno in quel di Roma. La notizia vera è che l’Atac ha detto di no. No ai 1.159 aspiranti rappresentanti di lista, sì a chi al seggio va a lavorare duro e a compiere il dovere civico di fare il presidente, lo scrutatore, il segretario. Si attendono ricorsi in nome delle libertà democratiche concusse, non si esclude sindacale indignazione per la discriminazione intollerabile di quel sì a chi al seggio va a fare un lavoro più duro del lavorare e il no a chi al seggio voleva andare per prendersi una pausa di tre giorni dal lavoro.