ROMA – I bilanci di Palazzo Chigi potrebbero tornare sotto la verifica della Ragioneria Generale dello Stato e della Corte dei Conti. Per recuperare credibilità il governo di Mario Monti sembra essere disposto a rinunciare all’autonomia in favore della trasparenza. Un’operazione che contrasta con l’acquisto di 400 nuove auto blu, come riporta L’Espresso, dopo che 800 giacciono inutilizzate nei depositi, per un costo di 10 milioni di euro. E che contrasta anche con i tagli del 92 per cento dei voli blu e delle spese di ministeri e consulenze.
Monti dunque rinuncerebbe a quell’autonomia sui conti di Palazzo Chigi istituita dal governo di Massimo D’Alema nel 1999. Uno status di autonomia per il governo, come già in uso per Quirinale, Senato e Camera dei deputati. Nel 2002 la Corte Costituzionale restituì alla Corte dei Conti la competenza di vigilare sui bilanci di Palazzo Chigi, una sentenza mai divenuta operativa. Ora Vittorio Grilli, viceministro dell’Economia, ha sottolineato anche l’esigenza di trasparenza nelle spese pubbliche. Si tratta di miliardi di euro che “vagano”, come spiegano sul Corriere Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, sotto voci di spesa “opache”.
Basta pensare che dal 1999 al 2012 le spese di Palazzo Chigi sono passate da 348 miliardi di lire a 488 milioni di euro, per un’inflazione del 116 per cento. Ma solo nel 2000, dopo 1 anno di autonomia, le spese aumentarono del 28,7 per cento. Solo i soldi destinati alle trasferte del premier aumentarono da 903 milioni di lire a 5 miliardi di euro. Ai conti si aggiungono le spese “opache”, come le definisce il Corriere, dagli 8 milioni di euro per “politiche antidroga”, fino ai 374 milioni di euro per contributi all’editoria. Per non parlare degli 11,4 milioni di euro spesi per “attività di supporto alla programmazione, valutazione e monitoraggio degli investimenti pubblici”, senza ulteriori spiegazioni.
Oltre alle spese, lievitano anche i dipendenti di Palazzo Chigi. Silvio Berlusconi nel 2001 raccontava di aver trovato al governo 4.500 dipendenti, mentre all’arrivo di Mario Monti i dipendenti erano almeno 4.600. Nelle spese poi entrano anche le auto blu. Il bando di gara del 24 gennaio emesso dal ministero dell’Economia prevede 10 milioni di euro per almeno 400 nuove berline di media cilindrata, al massimo 1600 cc.
Una richiesta di auto blu “sospetta” secondo l’Espresso, dato che lo Stato ha già a disposizione 60 mila vetture, di cui 10 mila a disposizione di ministri e dirigenti, e 50 mila di servizio. Auto che costano al cittadino quasi 2 miliardi di euro. Nuove auto mentre 800 sarebbero inutilizzate. Un episodio per cui Antonio Borghesi dell’idv ha chiesto un’interrogazione parlamentare a Grilli, ritenendo il bando in contrasto con il decreto del 2011 per la “razionalizzazione e trasparenza in merito all’utilizzo delle autovetture di servizio e di rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Anche il Formez, Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubblica amministrazione, in un monitoraggio indicava tra i fattori problematici nella gestione delle auto blu l’eccessivo numero di vetture di proprietà, che sono il 79 per cento rispetto al 19 per cento delle auto in noleggio, contro l’1 per cento di auto in leasing e comodato. Una spesa forse inutile, con il Formez che spiega come le auto a noleggio garantiscano un risparmio di spesa tra il 15 ed il 18 per cento. Sebbene il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi abbia dichiarato di privilegiare per il futuro il noleggio a lungo termine, il bando per l’acquisto di nuove auto blu è stato chiuso l’8 marzo. Le procedure di acquisto vanno dunque avanti.