Avvenire: "Esenzioni Ici? Contro la Chiesa bufale colossali"

ROMA – ''Bisognerebbe essere piu' precisi e informarsi, prima di gettare ombra o perfino fango''. Il quotidiano dei vescovi, Avvenire, reagisce oggi alle tesi di politici e opinionisti che sostengono che, nell'attuale momento di crisi economica, anche la Chiesa ''deve pagare'', rinunciando in particolare a ''quattro miliardi di esenzioni Ici, persino su residenze e attivita' estranee al culto''.

In un editoriale, il giornale della Cei parla a tale proposito di ''sciocchezza smontata, anzi demolita dati alla mano anni e anni fa''. Addita inoltre come una ''colossale bufala'' quella, sostenuta da un commentatore, secondo cui ''basterebbe piazzare in un albergo 'una cappellina' per poter dichiarare l'intero complesso 'adibito al culto' e quindi non pagare l'Ici''.

''Se fosse vero, tutti gli albergatori l'avrebbero gia' fatto'', ironizza Avvenire. Quanto ai quattro miliardi, attribuiti dalla stampa a ''una non meglio precisata 'stima europea''', il quotidiano dei vescovi spiega che tale stima non proviene da ''qualche autorevole organismo di Strasburgo o Bruxelles'', ma da ''un preciso eurodeputato europeo ferocemente critico nei confronti di tutto cio' che e' presenza sociale, pubblica della Chiesa''.

Per Avvenire, quello degli opinionisti e' un ''sorprendentemente disinformato e acido coro''. ''Bisognerebbe avere, con la Chiesa, la precisione che si ha nei confronti di altri soggetti nei confronti di altri soggetti piu' 'reattivi' e meno inoffensivi'', ammonisce, aggiungendo che ''quei 'quattro miliardi' sottratti all'Italia della crisi sono lo schizzo cattivo di un laicismo che intende eliminare ogni presenza sociale e pubblica della Chiesa'', la quale invece, con le sue opere sociali, ''sta contribuendo gia' adesso ad ammortizzare gli effetti nefasti della crisi''.

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luiss_vcontursi