ROMA – ''Noi ci chiediamo: che bisogno c'era di creare questo trambusto? E dov'e' finita l'idea – quella, si', seria – di aprire finalmente il cantiere della grande e armonica riforma di cui la nostra giustizia ha bisogno?''. In un commento dall'eloquente titolo ''Ma perche'?'', il quotidiano cattolico Avvenire esprime forti perplessita' sul cosiddetto ''processo lungo''.
''Non sappiamo quale sorte e quali effetti infine avra' il ddl'' approvato al Senato, si legge in un ''Secondo noi'', corsivo non firmato che esprime la linea del giornale. ''Il ministro e vari grandi penalisti assicurano che non causera' rivoluzioni (e allora perche' affannarsi tanto?)'', prosegue il quotidiano dei vescovi. ''Magistrati e insigni giuristi annunciano, invece, effetti deflagranti (possibile che parlino a vanvera?)'', aggiunge.
Avvenire ricorda inoltre che ''autorevoli addetti ai lavori avvertono che, comunque, appesantira' i gia' catastrofici tempi della giustizia mentre grintosi polemisti parlano di 'favore alle mafie' (ed entrambe le prospettive sono un incubo)''.