Pm Forno: “Bacio saffico Ruby-Minetti”

MILANO – C’è stato un bacio lesbo tra Ruby e Nicole Minetti. A rivelarlo è stata la stessa ex minorenne marocchina al centro dell’inchiesta sui “festini” ad Arcore. Il procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, nel suo intervento nell’udienza di lunedi’ scorso per chiedere il rinvio a giudizio di Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede, ha detto che Ruby ha ”raccontato di essere stata coinvolta in un bacio saffico con la Minetti, aperta parentesi, e sappiamo da tutta una serie di fonti assolutamente indipendenti che il fruitore finale aveva interesse per questo tipo di condotte, quindi non e’ una invenzione della ragazza”.

In precedenza il pm Antonio Sangermano, nel suo intervento, aveva parlato di ”serate organizzate presso le residenze del Presidente del Consiglio Onorevole Silvio Berlusconi, quale fruitore finale in questa ipotesi accusatoria”.

Nel caso Ruby “abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l’arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l’amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location”. Sono le parole usate dal procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, lunedì scorso nel suo intervento con cui ha chiesto il rinvio a giudizio per Lele Mora, Nicole Minetti e Emilio Fede. Parole riportate nelle trascrizioni dell’udienza davanti al gup Maria Grazie Domanico, che oggi sono state depositate alle parti.

Le trascrizioni, dunque, con la fedele riproduzione delle espressioni usate dal procuratore Forno, risolvono il “giallo” che si era creato attorno alla parole “bordello”, che aveva suscitato anche molte polemiche e a cui era seguita una precisazione da parte dello stesso Forno. Il procuratore Forno lunedì scorso in serata aveva precisato: “Non ho mai detto che Arcore era un bordello. Il termine bordello è stato utilizzato come riferimento storico alla divisione dei compiti previsto dalla legge Merlin”.

Nelle trascrizioni dell’udienza si può leggere: “E qui abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l’arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l’amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location, oggi si direbbe, della loro collocazione adeguata, che poi è anche una forma di retribuzione”. Quindi, ha proseguito Forno, “un sistema strutturale e strutturato che spiega le imputazioni che sono state elevate agli indagati. E, come dicevo, queste imputazioni – si legge ancora – riguardano sia l’ipotesi di cui alla legge Merlin, sia al 600bis, nella misura in cui riteniamo ampiamente provato che la minore El Mahroug Karima è stata coinvolta in atti sessuali”.

Poco prima il procuratore Forno aveva spiegato che Nicole Minetti aveva, nell’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione per i presunti festini a luci rosse ad Arcore, “un ruolo di tipo organizzativo”, mentre Lele Mora era il “selezionatore” e Emilio Fede il “fidelizzatore”.

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