ROMA – Ci risiamo: le elezioni, quelle amministrative, si avvicinano e la maggioranza tenta di bloccare i talk show politici a ridosso del voto. Estendendo le regole della par condicio, normalmente adottate per le tribune elettorali, anche alle trasmissioni di approfondimento, come Annozero o Ballarò. La stessa mossa già fatta a ridosso delle elezioni regionali del 2010 e che portò allo stop di tutti i talk show della tv pubblica. Perché estendere la par condicio anche ai talk show significa garantire la presenza, in egual misura, di candidati di ogni schieramento, tempi uguali per gli interventi di tutti ma anche lo stop alle trasmissioni a ridosso del voto.
Pdl, Lega e Responsabili hanno presentato in Vigilanza Rai un emendamento alla bozza di regolamento per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio prossimi per estendere i principi della disciplina delle tribune politiche a quelli dei talk show. Come riferisce l’Ansa, la maggioranza avrebbe presentato poco meno di una decina di emendamenti, che intervengono in materia con gradualità , in attesa di capire come si svilupperà il dibattito in commissione di Vigilanza.
Su queste norme c’è già chi promette battaglia. Pancho Pardi dell’Idv dice: ”Se la maggioranza volesse andare avanti su questa strada, noi siamo pronti a una battaglia strenua e convinta, perche’ alla fine questa idea serve solo ad impedire il contraddittorio”.
”A nostro avviso – prosegue Pardi – la par condicio è un rimedio insufficiente, perché c’è una disparità di mezzi e di presenze in televisione che è chiarissima. Anche nei talk show, io vedo che gli esponenti della maggioranza sono sempre presenti e parlano moltissimo. Non si capisce davvero di cosa si lamentino”.
Si scalda Michele Santoro: ”Quelli che stanno per essere messi ai voti, su proposta della maggioranza, sono provvedimenti liberticidi che, qualora approvati, porterebbero nuovamente alla soppressione dei principali programmi di approfondimento informativo del servizio pubblico”.
”Invito con tutte le mie forze il presidente Zavoli e l’opposizione a fare di tutto per evitare che vengano messi al voto – continua Santoro – perché violano lo spirito delle legge sulla par condicio, ribadito da sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, che impone di distinguere tra comunicazione politica e informazione”.
”Di fronte ad un’emergenza nucleare, ad una guerra che ci vede impegnati in prima fila e alle vicende giudiziarie del presidente del Consiglio – sottolinea ancora il giornalista – si agisce per chiudere gli spazi critici, restituendo così ai telegiornali di proprietà di Silvio Berlusconi e a quelli pubblici da lui direttamente condizionati un primato che hanno perso sul campo. Noi reagiremo in tutti i modi – conclude – ma chi oggi fa finta di non vedere non puo’ non essere ritenuto complice”.