MILANO – “Le mie carceriere“. Scherza così Silvio Berlusconi, commentando l’affidamento ai servizi sociali al Centro anziani di Cesano Boscone, vicino Milano. Ma chi sono le “carceriere”: Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi, fidanzata e fidata segretaria che lo proteggono da amicizie insidiose? No, sono Beatrice Crosti, giudice di Sorveglianza, e Severina Panarello, direttrice dell’Ufficio esecuzioni penali esterne.
Mario Ajello su Il Messaggero scrive:
“In tutto fanno quattro, ossia quasi un gineceo, e sarà questo sinedrio di femmine a decidere, appena scattano i lavori socialmente utili, la vita quotidiana dell’ex premier. Alla fidanzata Francesca e all’assistente Maria Rosaria, si aggiungono adesso Beatrice e Severina”.
Beatrice, dall’aspetto di “giudichessa sinistrese”, ironizza Ajello, è la giudice di sorveglianza:
“52 anni, è colei alla quale Berlusconi – se vuole stare un giorno di più a Roma oltre il giovedì, o rincasare una volta ogni tanto dopo le ore 24 o fare un comizio a Palermo o una gita fuori dalla Lombardia o un bagno di mare a Porto Rotondo, dovrà chiedere il permesso. Un uomo come lui, abituato a non chiedere mai, ora dovrà rivolgersi a una donna, che non é la sua donna e nemmeno una sua dipendente, per farsi dire cosa fare e come fare”.
Poi c’è la Panarello:
“Cinquantenne a sua volta. Si chiama Severina Panarello, siciliana di Messina, direttrice dell’Uepe, l’Ufficio esecuzioni penali esterne, di Milano. La rieducatrice di Silvio sarà lei. Da lei, nel suo studio a due passi dal carcere di San Vittore, l’ex premier dovrà recarsi per mostrare di aver capito le proprie colpe”.
E continua Ajello:
“lui sa farsi «concavo e convesso», e magari convincerà la «carceriera» della propria purezza pregressa e dell’impossibilità di rieducare il simbolo terreno dell’innocenza che non ha niente da farsi perdonare. Perché «io – é la convinzione dell’ex Cavaliere – nella vita ho fatto soltanto del bene»”.