Beppe Grillo, marcia indietro sulla diaria. Resistibile mission

ROMA – Era arrivato alla Camera al grido di “vaffa ai soldi”. Annunciando una black list sulla diaria dei parlamentari M5S. “Metteremo nomi e cognomi di chi vuole tenersi i soldi”. “Non si fa la cresta su ciò che non è rendicontato”. E per essere più chiaro aggiunge: “Il deputato siciliano Venturino che si tiene i soldi è un pezzo di merda”. Ma alla fine Beppe Grillo qualcosa ha dovuto cedere. Già perchè i malumori sulla diaria ci sono. E la line del “io tengo famiglia” sembra avanzare.

Infatti poco dopo il discorso di Grillo lo staff del M5S vuole subito chiarire: “Sulla black list deciderà l’assemblea. La decisione sulla blac klist è stata rinviata. L’ha detto anche Beppe. L’assemblea deciderà e sarà sovrana”, precisa l’Ufficio comunicazione M5S. Una marcia indietro insomma. In attesa dei voti.

La questione. I parlamentari grillini hanno firmato un documento che li impegna a trattenere solo metà dell’indennità parlamentare: da 10mila lordi a 5mila lordi. Ma che fare della diaria, ovvero quella parte dello stipendio che serve a rimborsare le spese sostenute per l’attività politica, dai taxi allo stipendio per il portaborse?

Secondo la linea di Grillo va trattenuto solo quello che copre spese rendicontate e rese pubbliche. Il resto si versa in beneficenza, come recita il regolamento del M5S. La questione non è peregrina: i parlamentari pagheranno comunque le tasse su 10mila euro di stipendio lordo, non sui 5mila lordi che intendono trattenere. Cosa che renderebbe le loro entrate ben più magre del previsto.

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Alessandro Avico