
ROMA – L’esilio di Beppe Grillo in Rai durĂ² un solo anno. Quello di Dario Fo ben 15 anni. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera ricostruisce la vicenda dell’emarginazione del comico genovese dalla Rai, ma sottolinea come altri furono costretti ad “esili” ben piĂ¹ lunghi di quello di Grillo. Il comico infatti appena un anno dopo la battuta sui socialisti, quella che crea ancora dissapori tra Grillo e Pippo Baudo, era giĂ ospite di Sanremo.
Stella scrive:
“A sentir lui, restĂ² fuori un’era geologica. Par di rileggere il Deuteronomio sugli anni passati dagli ebrei nel deserto: «La durata del nostro cammino, da Kades-Barnea al passaggio del torrente Zered, fu di trentotto anni, finchĂ© tutta quella generazione di uomini…»”.
Ma personaggi come Dario Fo rimasero fuori dalla Rai per tempi piĂ¹ lunghi, sottolinea Stella:
“Quello perĂ² fu il destino televisivo, semmai, di Dario Fo. Che dopo essere stato costretto dall’eccesso di censure a lasciare Canzonissima nel 1962, venne riammesso in Rai nel 1977: quindici anni di emarginazione. In tempi piĂ¹ vicini è stato lungo l’esilio di Daniele Luttazzi. E non brevissimo quello di altri ancora che, su fronti diversi, avevano dato fastidio ai potentati di turno”.
Stella spiega che Grillo ha le sue ragioni, ma i suoi tempi fuori dalla televisione italiana furono inferiori rispetto a quelli di altri:
“Ma la teoria del millenario ostracismo censorio nei confronti del comico non è del tutto esatta. O almeno, prevedeva vistose eccezioni. Poco piĂ¹ di un anno dopo la serata della barzelletta (un anno contro i quindici di Fo) Grillo fu l’ospite d’onore alla seconda serata di Sanremo (lo spettacolo piĂ¹ seguito della Rai dell’epoca) del 1988 e poi ancora della serata finale del 1989 dove si lagnĂ² del festival («uguale all’altro anno e con qualche schifezza in piĂ¹Â»), dei telespettatori («18 milioni di rincoglioniti») e dei cantanti. Per caritĂ , anche un anno di ingiusta emarginazione puĂ² essere interminabile. Tuttavia…”.
