ROMA – Beppe Grillo ha fatto indigestione di tartufo venerdì sera a Roma, la vigilia del suo exploit dalla piattaforma sospesa a una gru sopra il Circo Massimo. Si è però ripreso tanto bene che nel comizio ha rotto gli argini, invocando il colpo di Stato militare contro Matteo Renzi.
Il particolare del Beppe Grillo gourmet è rivelato dalla cronaca di Alessandro Trocino sul Corriere della Sera di sabato 11. La notizia è come una perla sepolta sotto le parole. Beppe Grillo, ha scritto Alessandro Trocino, era
“provato da una notte difficile causa indigestione da tartufo bianco”
ma
“si muove[va] a suo agio”.
Che Beppe Grillo non fosse di costumi pauperisti né francescani lo si sapeva da tempo. I genovesi lo hanno visto ad esempio gustarsi la divina e unica al mondo focaccia col formaggio al ristorante Manuelina di Recco.
Ne è rimasto sorpreso Camillo Longone sul Giornale di Berlusconi, chiedendosi:
“Sogno o son desto? Indigestione da tartufo bianco? Saranno vent’anni che giro per grandi ristoranti, che parlo con grandi cuochi, che dialogo con grandi gourmet (spesso, inevitabilmente, dal grande portafoglio), ma questa non l’avevo mai sentita. Ripeto la domanda, nonostante sembri retorica: indigestione da tartufo bianco?
“Ora, grazie al Corriere della sera, ho scoperto che l’indigestione da tartufo bianco esiste, già questa mi sembra una notizia, e che ha colpito Beppe Grillo, e questa secondo me è una notiziona, anzi uno scoop (ma il tremebondo giornalone ha paura delle sue stesse parole e l’ha prudentemente nascosta a pagina 11, l’indigestione storica, senza dedicarle un titolo, un sottotitolo, niente).
“Beppe Grillo, l’anti Casta, il guru degli indignati d’Italia, il gran capo delle truppe pauperiste (vivo a Parma e li conosco bene i grillini, è gente che non spenderebbe 100 euri per il vestito del matrimonio). Un genovese, fra l’altro, con tutto quello che folcloristicamente ne consegue. Eppure così ha scritto Alessandro Trocino: «Grillo, provato da una notte difficile causa indigestione da tartufo bianco, si muove a suo agio».
“Ma io, che non a caso non sono un politico, la sera prima di un comizio incentrato su povertà e declino avrei evitato accuratamente di abbuffarmi di tartufo bianco. Così come di aragoste o di caviale, ovvio.
“Che figura ci fai coi militanti che negli stand della festa grillesca si arrangiano col miserrimo, islamofilo cuscus?
“Avete presente quanto costa il tartufo bianco? Siccome l’annata è buona, ha piovuto molto e il raccolto è abbondante, pare che quest’autunno se ne possa trovare [alla fonte al mercato di Alba] perfino a 2 euri il grammo, 200 euri l’etto, 2.000 euri il chilo.
“Fare indigestione di tartufi bianchi è come ubriacarsi di Château d’Yquem, è come fare il bagno nel latte d’asina, è come lavarsi i denti con l’acqua Evian: qualcosa fra lusso e demenza, un eccesso da magnati russi. O da comici italiani che vogliono fare politica ma continuano a far ridere”.