Berlusconi aggredito, il regista di “Shooting Silvio”: “Mio film solo grottesco”

Talvolta la fiction precede la realtà, o quasi. È il caso del film “Shooting Silvio” (Sparate a Berlusconi) girato nel 2006 da Berardo Carboni, il quale oggi ci tiene a chiarire: «Il mio era un film grottesco, iperrealistico, con un finale aperto. Nulla a che vedere con l’istigazione a colpire il capo del Governo».

«Certo – aggiunge il regista – mi ha fatto molta impressione la notizia dell’aggressione. È qualche cosa che io condanno come azione violenta, mentre affermo il diritto alla critica e alla contestazione».

“Shooting Silvio” è la storia del ventottenne Giovanni, detto Kurtz, per il quale Silvio Berlusconi è un’ossessione, l’incarnazione del male, e va fermato a tutti i costi: prima con un libro-invettiva, poi progettando addirittura di rapirlo e ucciderlo. Come il colonnello di “Apocalypse Now” interpretato da Marlon Brando, personaggio con cui condivide l’attitudine al delirio e all’inquietudine, il giovane scrittore, sempre più deluso dalla società, identifica in Berlusconi il male.

Nel film lo rapisce e poi ci si avvia verso un finale sfumato, che lascia in dubbio la sorte del premier. Nel cast, Rosati, Alessandro Haber, Antonino Iuorio, Sofia Vigliar, Melanie Gerren, e, in un’apparizione straordinaria, Marco Travaglio. Il film nel 2006 ha partecipato al Festival di Berlino e a quello di Annecy e nel 2007. Produzione indipendente da 150 mila euro, finanziata sia con i soldi raccolti attraverso dibattiti, rappresentazioni teatrali, D.J sessions, vendita di merchandising.

Molte difficoltà di distribuzione invece per “Ho ammazzato Berlusconi”, opera prima di Gianluca Rossi e Daniele Giometto, ispirato dal romanzo “L’omicidio Berlusconi” di Andrea Salieri.

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