MILANO – Non ha funzionato. Il discorso di Silvio Berlusconi, per usare un eufemismo, non incanta i mercati. E, a fine scambi, i numeri dicono che anche giovedì a Milano è andata malissimo: flessione di oltre cinque punti, soprattutto, spread che vola a 390 punti.
Tutto condito dal thrilling nel finale: nel pieno del crollo, attorno alle 17, si blocca l’indice Ftse Mib, per non meglio precisati motivi tecnici. La sostanza non cambia: mezzo punto in più o in meno, quello che segue il discorso di Berlusconi è un giovedì nero. L’ufficialità arriva attorno alle 19 ed il tonfo è di quelli da incubo: -5.16%.
Più che Scilipoti potè Berlusconi. Sono da poco passate le 14 del 4 agosto: in quel momento i numeri dicono che Milano è in calo ma non troppo, attorno all 1.3% e lo spread Btp-Bund è a 349. Proprio in quel momento Berlusconi parla. All’inizio sembra volerci mettere una pezza, spiega che il giorno prima voleva parlare agli italiani e non ai mercati. Poi, però, il premier affonda e come risultato Milano affonda con lui.
Tra espressioni alla Wojtyla (“non abbiate paura”) e citazioni di Herman Hesse attribuite a suo padre (“anche un orologio rotto segna due volte al giorno l’ora esatta”) il premier prova ad essere rassicurante. Ma non ci riesce.
Anche perché per solleticare i mercati che il giorno prima aveva definito “nervosi” ci mette del suo: Berlusconi ripete il concetto del giorno prima, cioè in sintesi che ha ragione il governo e che i mercati hanno torto, sono un orologio rotto, e non rendono giustizia alla reale salute dell’Italia. Si lancia perfino in argomentazioni da consulente finanziario non proprio disinteressato: “Investirei nelle mie aziende”. Poi parla dello spread e spiega che la situazione non peggiorerà.
E i mercati, per rimanere nel solco della (meno colta) citazione, “nel loro grande si incazzano”: in due ore il differenziale dai titoli tedeschi precipita da 349 a 390. La borsa, da -1,3% arriva a perdere il 3%.
Le possibilità sono due: o “Re Mida” Berlusconi ha perso il tocco oppure i mercati, ed è lo scenario più plausibile, lo hanno semplicemente ignorato. Di sicuro hanno ignorato Domenico Scilipoti, un signore che è stato due anni e mezzo in Parlamento senza che nessuno o quasi se ne accorgesse e che negli ultimi 8 mesi è diventato uno dei più loquaci pilastri della maggioranza.
Cosa ha detto il leader “responsabile”? Semplice. Scilipoti prende posizione prima di Berlusconi, e il suo comunicato è un fluire di elogi: “Sono molto soddisfatto del discorso di ieri al Parlamento, del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; il responsabile del Governo dimostra di essere conscio dello stato di crisi che coinvolge non solo l’Italia, e condivido il suo auspicio ad una collaborazione dei partiti dell’opposizione nella gestione della ripresa”.
Fino a qua è un comunicato normale. Il “bello” viene dopo: ”La fiducia del Premier nelle forze e negli strumenti a disposizione del nostro Paese è stata recepita anche dagli operatori finanziari, facendo registrare un’apertura positiva in Piazza Affari. Sono convinto – conclude Scilipoti – che solo una seria e responsabile coesione tra la politica e le parti sociali possa trainare il nostro Paese fuori dalla crisi, consentendo alle imprese di poter fornire un valido contributo all’aumento del Pil”.
Esperto di banche, usura e medicine alternative Scilipoti forse non sa che alle Borse bastano pochi minuti per bruciare miliardi. O forse lo sa bene ma preferisce dimenticarsene. Col senno di poi, in modo quantomeno incauto.
Trichet: “Italia sbrigati”. La deve pensare così anche Jean Claude Trichet, presidente della Bce che, come ha scritto su Blitz Lucio Fero, “deve aver letto troppi giornali o guardato troppa tv, almeno secondo i parametri di Berlusconi”. Quei giornali e quelle tv (non le sue, s’intende) che danno dell’Italia secondo il premier un’immagine troppo negativa.
Trichet ha spiegato che nella zona euro le cose non vanno benissimo e che l’Italia deve darsi una mossa perché non cresce secondo il suo potenziale a causa di problemi strutturali. Ovvero di quei problemi in cui si interviene con le riforme. E non a caso Trichet, e non solo, chiede a gran voce di anticipare gli effetti della manovra. Servirebbe un intervento urgente del Parlamento, quello italiano, chiuso da ieri per ferie.