Berlusconi e la “bestemmia”. La Bindi: “Si scusi coi cattolici”. Idv: “Misoginia senile”

L’ultima barzelletta di Silvio Berlusconi su Rosy Bindi, che si conclude con una battuta “blasfema”, ha suscitato le reazioni sdegnate dell’opposizione. La diretta interessata, presidente del Pd, ha chiesto che il premier si scusi “con tutti i cattolici”: ”Penso che questa volta il Presidente del Consiglio prima che a me debba chiedere scusa a tutti i credenti di questo paese, alla Chiesa e quella stampa cattolica di cui ieri si e’ vantato di avere l’attenzione”.

Sempre dal Partito Democratico, il deputato Enrico Gasbarra ha commentato in maniera ironica: “Credo che colui che ama definirsi ‘unto dal Signore’ debba immediatamente chiedere scusa”. Secondo Gasbarra ”Berlusconi viene in Parlamento a dare lezioni, si fa paladino dei valori etici, non perde occasione per dichiararsi espressione del mondo cattolico. Poi in privato offende le donne, bestemmia senza alcun riguardo nè per quei valori che in pubblico sbandiera, nè per l’istituzione che rappresenta, e ancor meno per gli italiani”. Anche la “teo-con” Anna Binetti ha detto che Berlusconi è stato “più disgustoso che spiritoso”.

Secondo Leoluca Orlando, portavoce dell’Italia dei Valori, la barzelletta è “indegna”: “Il presidente del Consiglio dimostra per l’ennesima volta di non essere all’altezza dell’incarico che ricopre. E’ evidentemente ossessionato da una visione sessista e maschilista del mondo, ha una sola concezione della donna ed è cattolico solo a parole. L’Italia si vergogna del suo presidente del Consiglio”. Sempre dal partito di Di Pietro, Massimo Donadi ha sottolineato che il premier è affetto da “misoginia senile”.

Sarcastica anche Manuela Palermi del Partito dei Comunisti Italiani: ‘Tutta la mia solidarietà a Rosi Bindi, ma anche un po’ di ammirazione visto che per il Caimano è diventata una vera ossessione. D’altronde, lui è abituato ad altri tipi di donne, piu’ utili a ‘svagarlo’ che a tenerne desta l’attenzione. Rosi Bindi è una donna intelligente e colta, troppo diversa dagli standard di Berlusconi”.

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Alberto Francavilla