La fiducia dalla Camere l’ha ottenuta ma ora Silvio Berlusconi punta dritto a nu0ve elezioni, giĆ per fine gennaio 2011. Almeno questo ĆØ quello che riferiscono i “rumors” di Palazzo secondo cui la decisione di “anticipare il voto anticipato” sia un’idea “in tandem” del premier e del suo fidato alleato Umberto Bossi. In particolare quest’ultimo mal tollererebbe la pressione che esercitano sull’Esecutivo i finiani, forti del fatto di essere “necessari” per raggiungere la maggioranza e forti anche della costituzione del proprio partito.
Il ragionamento di Silvio e Umberto sarebbe dunque: facciamo cadere il governo, andiamo a elezioni anticipate ma la colpa deve ricadere tutta sui finiani. Al “popolo” che poi andrĆ a votare, insomma, deve essere chiaro che a “tadire” sono stati i seguaci di Fini e che si si ĆØ dovuto tornare alle urne ĆØ solo colpa di Futuro e LibertĆ e delle loro alzate di testa.
La road map che hanno in mente Pdl e Lega è ricca di impegni. A fine ottobre nella mente di Berlusconi e Bossi ci sarebbe una bella crisi di governo, magari favorita da qualche impuntatura del Carroccio. Quindi la salita al Colle e, sempre secondo il ragionamento del duo, scioglimento delle Camere a metà Novembre. Così da poter in fretta e furia organizzare campagna elettorale ed elezioni e andare alle urne massimo a inizio febbraio.
Qualcuno che capisce di diritto costituzionale potrebbe obiettare che Napolitano potrebbe proporre o almeno tentare un governo tecnico. Berlusconi, però, sarebbe contrario, come ha ribadito domenica da Milano, e soprattutto ĆØ sicuro che il Capo dello Stato opterĆ immediatamente per le urne. A spiegare in quattro parole ĆØ il coordinatore del Pdl Dennis Verdini: “Sarebbe difficile per il presidente della Repubblica – afferma – fare un governo che abbia all’opposizione Berlusconi e Bossi, i due vincitori delle elezioni. Le prassi sono importanti ma anche la politica ha il suo peso”.
E allora via con la campagna elettorale, giĆ da adesso, per giocare d’anticipo. C’ĆØ chi giura che quel discorso, contro i giudici, fatto dal palco della festa del Pdl a Milano sia stato per Berlusconi il primo comizio in vista delle nuove elezioni. D’altronde a chiarire che si va verso le urne, o che almeno questa ĆØ l’intenzione del premier, ĆØ Mario Mantovani, responsabile della macchina elettorale. “I finiani ci hanno votato la fiducia in Parlamento ma… come si dice dalle parti di Bocchino? CĆ nisciuno ĆØ fesso – dice Mantovani alla Repubblica – Noi siamo pronti al voto: stiamo mettendo in piedi 61 mila ‘team della libertĆ ’ per raggiungere 22 milioni di famiglie. Porta a porta”.
Da parte leghista ci pensa Bobo Maroni a chiarire la perfetta sintonia dell’asse Berlusconi-Bossi. Nella maggioranza ”c’ĆØ ancora molta confusione e c’ĆØ bisogno di chiarezza – dice il ministro dell’Interno nel corso della trasmissione Mattino5 – Io voglio capire se le proposte che il governo farĆ a seguito dell’intervento di Berlusconi sui cinque punti sono condivise da chi ha votato la fiducia e questa ĆØ una verifica da fare subito, non tra sei-sette mesi. Se non ci sarĆ la conferma che la maggioranza esiste, occorre andare al voto subito”.
”Io – ribadisce Maroni – ho parlato di tre settimane perchĆ© nelle prossime tre settimane c’ĆØ una serie di scadenze importanti, in cui si potrĆ verificare la tenuta della maggioranza, come ad esempio il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari. E’ interesse di tutti gli italiani capire se hanno un governo che puo’ governare oppure se ĆØ meglio tornare a dare loro la parola per vedere da chi devono essere governati”.
