
ARCORE – Il federalismo in cambio della fedeltà al governo e di un’accelerazione dell’iter parlamentare del processo breve. Silvio Berlusconi e Unberto Bossi si sono visti lunedì sera ad Arcore per confermare la road map sulle riforme con l’assicurazione del presidente del Consiglio che i numeri ci sono per portare a compimento la legislatura.
A Umberto Bossi che ha chiesto di non tirare avanti solo per “galleggiare”, il premier ha risposto che ci sono tutti i presupposti per definire i progetti in cantiere, a partire dal federalismo, in cambio ha chiesto di evitare “strappi” pericolosi per la tenuta della maggioranza e la possibilità di un suo allargamento.
Nessun riferimento, a quanto si apprende, alle polemiche collegate alla vicenda Ruby. Anche se il Cavaliere avrebbe rimarcato ancora una volta la necessità di accelerare sulla giustizia a partire dal processo breve e dalle intercettazioni.
In questa cornice il premier, i vertici della Lega e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, hanno fatto il punto sui principali temi sul tappeto, a partire dal delicato passaggio dell’incontro di mercoledì 9 febbraio al Quirinale tra Giorgio Napolitano e Bossi per far ripartire il percorso del federalismo Municipale.
I leghisti hanno chiarito di non voler porre nessun aut aut sulla legislatura purché il progetto riformista possa proseguire sulle direttrici prefissate. E a tal proposito hanno ribadito la necessità di un riequilibrio della composizione delle commissioni parlamentari, riequilibrio ritenuto indispensabile sia da Bossi che da Berlusconi per rendere possibile uno spedito iter del processo riformatore.
All’incontro di Arcore era presente anche il governatore del Piemonte, Roberto Cota, reduce da una missione negli Usa,dove ha visitato gli stabilimenti della Chrysler. Non si esclude quindi che durante la cena ci sia stato anche un confronto sulle questione Fiat in vista dell’incontro di sabato a Palazzo Chigi tra governo e l’ad Sergio Marchionne.
