“Berlusconi censurò le notizie sui raid in Libia”: parola del generale Bernardis

Il governo Berlusconi avrebbe tenuto nascosti i raid in Libia (Foto Lapresse)

ROMA – Le notizie sui raid italiani in Libia sarebbero state censurate dal governo Berlusconi. A dirlo, secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, è il generale Giuseppe Bernardis, capo di Stato maggiore dell’aeronautica militare.

Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, i bombardamenti dei caccia italiani sulla Libia di Muammar Gheddafi tra il marzo e l’ottobre del 2011 sarebbero stati tenuti nascosti per “motivi politici”.

Nei sette mesi di guerra in Libia, ha detto Bernardis, “è stata fatta un’attività intensissima che è stata tenuta per lo più nascosta al padrone vero dell’aeronautica militare, che sono gli italiani, per questioni politiche, per esigenze particolari. C’erano dei motivi di opportunità, ci veniva detto, e noi chiaramente non abbiamo voluto rompere questo tabù che ci era stato imposto. Questo è il motivo per cui questo volume esce solo adesso, un anno dopo”.

In quei mesi, scrive il Sole 24 Ore, “i nostri jet hanno condotto in sette mesi circa 1.900 sortite per un totale di più di 7.300 ore di volo. Le missioni di bombardamento vero e proprio, autorizzate dal governo Berlusconi (che pochi giorni prima aveva detto ‘non bombarderemo mai la Libia’) il 26 aprile e iniziate due giorni dopo con un raid effettuato nel settore di Misurata, sono state 456, solo considerando quelle di ‘attacco al suolo contro obiettivi predeterminati’ (310) e quelle di ‘neutralizzazione delle difese aeree nemiche’ (146)”.

Scrive ancora il Sole 24 Ore:

Parlando a braccio il generale ha utilizzato termini meno diplomatici, attribuendo la censura imposta alle informazioni belliche a una precisa volontà politica di “non dire quello che si faceva”. “A volte per questioni di politica interna si impedisce al Paese di svolgere al meglio il suo ruolo di politica estera e questo non è possibile: non si voleva che si parlasse di questa missione perché c’era una situazione critica di politica interna”. Un chiaro riferimento alla pesante emarginazione dell’Italia dalla gestione politica della crisi libica attuata dagli alleati e in particolare da francesi e britannici evidentemente interessati a prendere il posto di Roma nei rapporti economici con la nuova dirigenza di Tripoli. Benché le forze aeree italiane avessero svolto un numero di missioni inferiori solo a britannici e francesi, in un conflitto che senza le basi aeree della Penisola (dalle quali partirono la gran parte dei raid aerei della Nato) gli alleati non avrebbero mai potuto combattere e vincere, la censura posta dal Governo contribuì a marginalizzare il peso dell’Italia.

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Maria Elena Perrero