ROMA – Dopo Beppe Grillo è la volta di Silvio Berlusconi che, alla guida di una delegazione Pdl-Lega è salito al Quirinale per le consultazioni con Giorgio Napolitano, e ribadire la sua contrarietà a un governo monocolore del Pd. “Non è accettabile che una forza che ha solo il 30% dei voti possa esigere tutto”, ha detto al termine del colloquio con il capo dello Stato. E torna a reclamare un governo Pd-Pdl.
“Tocca a Pd e Pdl la responsabilità di dare un governo al paese”, è la tesi di Berlusconi sin dal giorno dopo il voto. Ai cronisti appostati al Quirinale ha spiegato: “Con Napolitano abbiamo esaminato i risultati elettorali che presentano tre forze di pari entità; abbiamo presente che una di queste forze non è disponibile a una collaborazione con le altre e quindi restano in campo le altre due, Pdl e Pd, cui incombe la responsabilità di dare un governo al paese”.
La sintesi del sillogismo del Cavaliere è presto fatta: le urne hanno restituito un Parlamento composto da 3 forze di pari entità, una è indisponibile, ergo spetta alle altre due formare un governo. Dopo il no di Grillo ad ogni alleanza, bocciando anche l’ipotesi di Pietro Grasso premier, Berlusconi torna a ribadire: “Siamo assolutamente a disposizione per un governo di coalizione che intervenga con misure di economia peraltro largamente condivise”.
“La situazione del Paese è di crisi profonda, servono interventi sull’economia. Ieri c’è stato un piccolo spiraglio a seguito della nostra iniziativa in Europa dove Tajani ha ottenuto un piano di pagamento alle imprese per i servizi svolti nella pubblica amministrazione. Si tratta di un punto importante che può avere influenza ottima nell’economia, è un’iniezione di liquidità”.
