ROMA – Il colpevole alla fine non è la Procura di Milano (almeno non solo). Il colpevole è la morale “che fa il golpe”. Un tentativo di rovesciamento della volontà popolare, quella che ha messo Silvio Berlusconi alla presidenza del Consiglio, costruito facendo leva “sull’emergenza morale”, istruendo processi farseschi che ricordano quelli “che si facevano nella Germania comunista”. È il nuovo, durissimo, attacco di Silvio Berlusconi a giudici e opposizioni. Attacco che smentisce l’ipotesi di un premier “a toni più bassi” fino al pronunciamento del gip di Milano sulla richiesta di giudizio immediato per il caso Ruby.
L’idea del golpe morale ha un nome e un cognome, quello di Giuliano Ferrara. Non a caso il presidente del Consiglio la tira fuori al termine di un lungo “pranzo – intervista” proprio col direttore del Foglio. Che, andando indietro di qualche giorno, sembra aver decisamente vinto la guerra interna al Pdl sulla strategia da tenere per fronteggiare la grana Ruby sbaragliando la concorrenza di Daniela Santanché e Michela Vittoria Brambilla. Non c’era ancora la richiesta di Giudizio immediato e le due donne “falco” del Pdl, attraverso un comunicato “fantasma” erano pronte a portare il popolo del Pdl in piazza. Ferrara si mise di traverso e suggerì strategia alternativa. I risultati sono quelli di oggi: il Pdl va con qualche centinaio di militanti davanti al Palazzo di giustizia mentre l’offensiva di Berlusconi viene a suon di videomessaggi e interviste.
“Stavolta – dice Berlusconi rivolgendosi direttamente a Ferrara – c’è una coscienza pubblica diffusa dell’intollerabilità costituzionale e civile di un siffatto modo di procedere, il famoso golpe bianco, anche perchè abbiamo un presidente che è un galantuomo, e allora ricorrono a quello che lei, caro direttore, ha chiamato golpe morale”.
Dal golpe morale allo spettro del comunismo stile Germania Est, per Berlusconi il passo è brevissimo: ” Dalle cronache di questi giorni si capisce che i pubblici ministeri e i giornali o i talk show della lobby antiberlusconiana, che trascina con se’ un’opposizione senza identita’ propria, si muovono di concerto. Si passano le carte, non si comprende in base a quale norma, come nell’inchiesta inaccettabile di Napoli; oppure, come è avvenuto a Milano, scelgono insieme i tempi e i modi per trasformare in scandalo internazionale inchieste farsesche e degne della caccia spionistica alle ‘vite degli altri’ che si faceva nella Germania comunista”.
Il tutto, secondo il premier, con uno scopo preciso ed esplicito: “Lo hanno scritto su tutti i giornali, il professor Zagrebelsky, la signora Spinelli, il professor Asor Rosa e tanti altri. Bisogna liberarsi di Berlusconi evitando il voto degli italiani, tutti rincretiniti secondo queste e’lite boriose e antidemocratiche, e ci vuole dunque una iniziativa, cito letteralmente, ‘extraparlamentare’ che punti sull’emergenza morale per distruggere la sovranità politica che il popolo italiano non è degno di esercitare”. Il “golpe morale”, per Berlusconi, è tutto qua: i magistrati sono il braccio, certi intellettuali di sinistra “la mente”, il premier e il suo “stile di vita” la vittima.
Le reazioni al nuovo affondo arrivano in una manciata di minuti. Ad usare i toni più aspri è il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. In ballo, nel suo caso, non ci sono solo giudici, Ruby ed eversione. In ballo c’è il governo di un po’ di Regioni (Lazio e Campania) e Province. Succede infatti che Berlusconi, prima dell’affondo sul golpe, imponga ai suoi amministratori locali la rottura: “Fuori l’Udc da tutte le giunte di centrodestra” per estromettere chi ha esagerato con gli “attacchi personali”. Casini mastica amaro e, arrivato in extremis al TgLa7 di Enrico Mentana, replica: “Inutile sperare in passi indietro di Berlusconi, bisogna tornare subito alle urne”. Elezioni, quindi. Esattamente quelle che il Terzo Polo, fino ad un mese fa, vedeva come il fumo negli occhi. Oggi, però, lo scenario è diverso. Forse c’entrano sondaggi meno generosi con il premier. Casini, però, prende la cosa da un altro punto di vista: “Berlusconi ha perso la bussola, è fuori di testa”.
Dura anche la reazione del leader del Pd Pier Luigi Bersani: “Le parole eversive sono quelle di Berlusconi, tutte le opposizioni devono fare fronte comune”. Da oggi, forse, qualcosa in comune in più, tra Berlusconi e Bersani c’è. Infine una nota di cronaca: Berlusconi ieri sera aveva annunciato un suo incontro con Napolitano per oggi. Dal Quirinale è arrivata poco dopo la smentita. L’incontro, alla fine, non c’è stato: un segno di gelo?