ROMA – Silvio Berlusconi, la condanna a 4 anni per frode fiscale è definitiva. E adesso? Gli scenari, secondo quanto scrive su Repubblica Emilio Randacio, sono essenzialmente due: arresti domiciliari o affidamento ai servizi sociali. I tempi, invece, sono relativamente lunghi: prima che la Procura di Milano decida effettivamente come eseguire la sentenza passeranno almeno due mesi. Quindi se ne parla a ottobre.
Escluso il carcere vista l’età del condannato, la sua non pericolosità sociale e la natura del reato, Edmondo Bruti Liberati, lo stesso del caso Sallusti, potrebbe optare per gli arresti domiciliari nella villa di Arcore. Arresti con un margine di manovra molto ampio: Berlusconi potrà ricevere visite, parlare in pubblico. Tutto però passando per l’umiliante autorizzazione.
C’è poi l’ipotesi servizi sociali. Quella secondo Randacio, preferita dai legali di Berlusconi ma non dal diretto interessato. Scrive Randacio:
Alla vigilia del verdetto, nelle dichiarazioni ufficiali, la seconda opzione (servizi sociali, ndr) veniva esclusa categoricamente dall’interessato. «Non mi farò mai affidare a nessuno», aveva tuonato Berlusconi. Ora, al pool dei suoi legali, il compito di convincerlo a recedere da questo convincimento drastico. L’affidamento, a differenzadegli arresti domiciliari, consente a un condannato di avere una vita nettamente più normale. I colloqui non dovrebbero essere autorizzati dal giudice di sorveglianza, come le eventuali dichiarazioni pubbliche o le interviste. Se dovesse persistere sulle sue posizioni intransigenti, trascorsi i trenta giorni dalla notificasenza fornire indicazioni, i magistrati potrebbero solo teoricamente optare di propria iniziativa per la detenzione in carcere. Ma questa ipotesi, ad oggi, appare da escludere. Bruti, davanti a una posizione molto simile del direttore Sallusti – condannato senza sospensione per diffamazione -, di sua iniziativa aveva interpretato il decreto svuotacarceri e aveva disposto i domiciliari.
Sull’interdizione dai pubblici uffici tempi ancora più lunghi:
Prima che il caso venga ridiscusso dalla Corte d’appello di Milano — dove l’ha inviato ieri la Cassazione — , si dovranno aspettare le motivazioni della sentenza. Non prima, ipoteticamente, di fine settembre. Da allora si potrà fissare un’udienza pubblica in cui le parti — accusa, attraverso il sostituto procuratore generale, e le difese Berlusconi —, si affronteranno per stabilire l’esatta entità dell’interdizione. Da un minimo di uno, a un massimo di tre. Questo il calcolo invocato dalla stessa accusa in Cassazione, e riconosciuto ieri in sentenza.
Sempre a livello ipotetico, senza intoppi, potrebbe bastare un’udienza in autunno perché la Corte stabilisca l’esatto quantum. Di certo, vista la condanna penale, ci sarà anche l’interdizione. Da questo non si scappa. Ma perché diventi definitiva, in questo caso, dovrà passare nuovamente l’ultimo vaglio della Cassazione. Pratica più snella rispetto a un processo tout court, ma comunque è ipotizzabile che il pronunciamento definitivo non arrivi prima di dicembre. A questo punto, l’ultimo capitolo della vicenda, passerà nelle mani della Giunta per leelezioni del Senato.