
Berlusconi confonde l'Ucraina col Monza: non capisco russi che mollano pressing in area Kiev FOTO ANSA
Dunque, non si comincia con un dunque ma qui è per mettersi in pari con un tutto rovesciato. Dunque avremmo un leader saggio e moderato tra i tre che guidano la Destra-Centro che secondo previsioni va a vincere le elezioni italiane. Stagionato certo, perfino vintage però saggio e moderato. Lucido d’esperienza e d’intuito, ancoraggio anti avventure. Nonno sì, ma di quelli che è meglio starlo a sentire, anzi, per restare in tema, meno male che nonno c’è. Dunque Silvio Berlusconi e soprattutto Silvio Berlusconi e il suo ragionare, quel che sa, crede di sapere, come crede di saperlo, come lo racconta, quali nessi tra il suo cogitare e la sua favella.
Putin voleva mettere a Kiev un governo di gente perbene
Neanche Peskov portavoce di Putin l’ha mai detta così, Berlusconi invece sì, l’ha detta proprio così. E non al bar, anzi lui al bar non ci va, non l’ha detta come una barzelletta Berlusconi, l’ha detta come retroscena informato, come cosa che può sapere solo un grade statista internazionale, cioè lui. Voleva, ha forse detto Berlusconi di stare dalla parte di Putin? Voleva dire, ha detto che il governo portato dall’Armata di invasione era il governo giusto e democratico? Sarebbe far torto a Berlusconi assegnare a alle parole di Berlusconi il loro esatto significato. Va fatta la tara di un linguaggio farfugliato e infarcito delle immagini di un mondo fantasioso e fantastico nel quale Berlusconi addolcisce e fa evaporare la realtà della sua senilità: il mondo dove Putin in fondo è un buono perché amico di Berlusconi, perché si andava a cena insieme e ci si divertiva, ci si stava simpatici…
Dunque racconta nonno Berlusconi che Putin la guerra non la voleva, sono stati quegli zoticoni importuni dei filo russi ucraini che si sono messi a bussare ai citofoni, pressare i deputati, sobillare stampa e tv. Petulanti e questuanti: Putin salvaci, Putin salvaci! E che poteva fare Putin? Lui non voleva, è stato costretto racconta Berlusconi. E quindi gli scappa: “voleva mettere al governo a Kiev gente perbene”. Gli scappa non una adesione al putinismo, gli scappa una incontinenza. Verbale, logica, razionale. Nel senso che parole, concetti e pensieri del leader saggio e moderato non sono più sotto il pieno controllo della logica, della razionalità, del nesso tra parole e loro significato.
L’Ucraina come il Monza
Poi Berlusconi che è in tv da Vespa e non a casa o in veranda offre questa riflessione: non capisco perché le truppe russe si sono sparpagliate nella vasta Ucraina invece di restare intorno a Kiev. Non vi è chi non veda la coerenza di pensiero, la costanza nelle modalità di intervento, l’uso convinto e partecipato delle stesse categorie di analisi. Pochi giorni prima Berlusconi aveva detto di non capire perché il Monza non facesse pressing e/o raddoppio sull’avversario in possesso palla. Berlusconi non capisce, allenatore del Monza licenziato, nuovo allenatore e Monza vince, addirittura sulla Juventus. Berlusconi quindi e dunque sillogismo: perché non pressing intorno a Kiev, non capisco…Nel meraviglioso mondo di Silvio Berlusconi il Monza e l’Ucraina si sono sovrapposti. Dunque avremmo un leader saggio e moderato tra i tre, dunque avremmo un nonno esperto e soprattutto lucido…