A cinque giorni dal giorno del giudizio per il suo governo, Silvio Berlusconi sguinzaglia i suoi fedelissimi nella caccia ai voti per la fiducia. L’intenzione è di accalappiarsi più deputati possibili, ad ogni costo, non solo finiani o centristi ma anche dipietristi e perché no anche democratici. Con i Radicali c’è la mediazione sulle carceri, con gli alto atesini della Svp la merce di scambio sarebbe il Parco dello Stelvio.
Per “acquistare” qualche parlamentare spuntano le manovre con tanto di prezzario: consulenze da 100 mila euro, secondo quanto scrive Carmelo Lopapa su Repubblica. Se la promessa della ricandidatura non basta più, ora i segugi del Cavaliere, in testa Denis Verdini, provano altre carte.
Oltre a Verdini a lavorare per il premier ci sarebbero Maria Rosaria Rossi, che questa estate era al Castello di Tor Crescenza, che a detta di Lopapa, lavora sotto costa. A occuparsi delle trattative più grosse sarebbero il tesoriere del Pdl Rocco Crimi e il campano Mario Pepe. Non poteva mancare la battagliera in tacchi a spillo Daniela Santanché, per gli avversari il “Luciano Moggi” del calciomercato, e anche il ministro Elio Vito. A dare man forte alle operazioni ci sarebbero anche Francesco Pionati e Saverio Romano pronti a spingere sui centristi.
“I 350-400 mila euro di cui si parla è il corrispettivo in 3-5 anni di una consulenza col partito o col gruppo. Il sistema è collaudato: ti propongono di indicare il nome di un amico, un parente col quale stipulare subito il contratto, che si aggira attorno ai 100 mila euro lordi l’anno, per più anni”. Cosa ne faccia il “prestanome” del compenso, a chi giri quei soldi, non è affare dell’offerente. “La consulenza poi può passare a tuo nome a fine legislatura – continua nel racconto il deputato – in caso di mancata rielezione”, racconta a Repubblica un anonimo che avrebbe rifiutato la proposta.
E ancora il gioco sarebbe questo, per il dipietrista Domenico Scilipoti, stando alla documentazione inviata al partito da uno dei suoi creditori, pende un decreto ingiuntivo (89/07) sostenuto da sentenza del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto per 200 mila euro. L’altro Idv sotto tiro, Antonio Razzi, non fa mistero della proposta avanzatagli per l’estinzione del mutuo per la casa acquistata a Pescara, tramite Previdencassa svizzera.