ROMA – Il Silvio Berlusconi dell’immediato dopo-voto sul rendiconto di Bilancio รจ un uomo frastornato, poco lucido nei tempi e nei modi della reazioni, lui che ha alle spalle una vita di successi basati sulla prontezza di riflessi nelle situazioni difficili.
ร senza maggioranza, ha 308 voti piรน uno (Malgieri) contro 321 deputati che hanno deciso di non votare, configurando una maggioranza alternativa. In fondo tutti lo sapevamo che poteva finire cosรฌ. Lui invece, prima vittima della sua stessa propaganda, era genuinamente sorpreso. Ha discusso per ore sul da farsi con i suoi, segno che il grande capo questa volta era impreparato agli eventi. B. non aveva un piano B.
Gli appunti scritti sul foglietto subito dopo il risultato del voto sono la perizia grafologica sulla confusione che regna nella mente di Berlusconi. Il Gheddafi che รจ in lui mira subito agli “otto traditori”. Poi segue una parola che รจ nata con lui e con il suo primo “tonfo” in politica (per mano leghista, nel lontano dicembre 1994): “Ribaltone”. Quindi: “Voto”. Quale? La votazione appena passata o le elezione anticipate future? Poi: “Prendo atto, rassegno (aggiunto con una graffa, ndr) le dimissioni. Infine: “Pres Repubblica” e per chiudere “una soluzione”.
Giร , quale soluzione?ย Adesso che fa Berlusconi? Non si dimetterร . Innanzitutto cerca il voto di fiducia sulle misure da prendere per tenere buona l’Europa, la prossima settimana. Poi continuerร la navigazione a vista.
Ma qual รจ il costo di questa crisi di governo? Si presenta subito sotto forma di interessi sui titoli di Stato: lo spread va oltre i 500, appena i mercati capiscono che il premier neanche questa volta rassegnerร le dimissioni.
La sua strategia รจ una e semplice, quindi: impedirร altri governi all’infuori di Silvio, a tutti i costi. Obiettivo: scivolare verso le elezioni anticipate.
