Silvio Berlusconi “deve dimettersi”, perché “serve una nuova fase”. Gli esponenti del nascente terzo polo attaccano il premier e lui risponde: “Siete degli irresponsabili”. Ma intanto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, amette: “C’è bisogno di un nuovo governo”. La richiesta al presidente del Consiglio è giunta al termine del vertice a cui hanno preso parte Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli per decidere compatti la sfiducia al governo Berlusconi. Una mozione comune al governo di Udc, Fli, Api, cui si sono aggiunti anche l’Mpa di Raffaele Lombardo e i Libdem di Italo Tanoni. Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, si è addirittura sbilanciato fornendo i numeri, che toglierebbero la maggioranza all’attuale esecutivo: ”Siamo a quota 317, sommando le firme della nuova mozione di sfiducia Fli-Udc-Api-Mpa,che verrà depositata, alla mozione già presentata da Pd e Idv”.
Alla fine dell’incontro c’è stato un comunicato ufficiale con le “condizioni” dettate al premier: ”I deputati dell’Udc, Fli, Api, Mpa, Libdem, La Malfa e Guzzanti del gruppo misto, che si riconoscono in un’area di responsabilità politico-istituzionale convengono sulla necessità di assicurare al paese un governo solido e sicuro, in grado di affrontare la seria crisi economico-sociale e di evitare un inutile e dannoso ricorso alle urne. Alla luce della comprovata inadeguatezza dell’attuale esecutivo ribadiscono l’invito al presidente del consiglio a dimettersi per facilitare l’apertura di una nuova fase ed evitare ulteriore logoramento politico e istituzionale e inutili manovre di palazzo. A tal fine sarà depositata nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sottoscritta da tutti i deputati dell’area di responsabilità”. Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, ha ironizzato su queste parole: ”Inadeguatezza del governo? Fa venire i brividi pensare che possa avere responsabilità di governo uno solo di questi signori che rilasciano siffatte dichiarazioni”. Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha detto di escludere la possibilità che “Berlusconi si dimetta prima del voto del 14 dicembre”.
Ma Fini ha insistito: “Le firme dimostrano che la fiducia non c’è”. Il presidente della Camera ha però escluso il ritorno anticipato alle urne: “Ragionevolmente, non si andrà alle elezioni”. Ma, se dovesse succedere, Fini è convinto che “Berlusconi perderebbe”. I capigruppo della Lega hanno a loro volta criticato la posizione presa dal presidente della Camera: “Se votasse la sfiducia commetterebbe un grave errore politico”
IL VERTICE. Le prove tecniche di terzo polo sono andate in scena a Montecitorio. «C’è una convergenza ampia e solida» ha detto il leader dell’Api, Francesco Rutelli al termine della riunione con gli omologhi di Futuro e Libertà e Udc «Gli appuntamenti delle prossime ore – ha aggiunto – confermeranno la coesione di questa area di responsabilità».
Al mini-summit erano presenti anche il capogruppo di Fli alla Camera Italo Bocchino e l’esponente di Api Bruno Tabacci. Adolfo Urso, coordinatore nazionale di Futuro e Libertà, aveva fatto sapere che «se non ci saranno risposte adeguate alle nostre proposte politiche è probabile che si giunga alla decisione di presentare una mozione di sfiducia» al governo.
Interpellato dai cronisti in proposito a margine del vertice Ocse di Astana, il premier Berlusconi si è limitato a dire: «No, non so nulla». E il ministro degli Esteri, Franco Frattini, da Dubai ha detto di continuare «a essere ottimista sul risultato del 14 dicembre. Ci sono stati molti incontri tra l’Udc e il partito di Fini, che hanno incluso anche molte volte Rutelli – ha fatto notare l’esponente del Pdl – . Ci sono delle riflessioni in corso. Io francamente non credo che molti colleghi del Fli si saranno sentiti a loro agio a preparare una mozione di sfiducia al governo di cui facevano parte fino a qualche settimana fa».
“BERLUSCONI SI DIMETTA”«Il nome di un presidente del Consiglio contro cui fosse sottoscritta una mozione di sfiducia non può essere né riproposto né accettato da coloro che hanno firmato la sfiducia. Berlusconi vada al Quirinale e si dimetta prima», ha detto Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Fli.
È «assolutamente impossibile» che il presidente del Consiglio possa dimettersi prima del voto sulle mozioni di sfiducia, ha ribattuto Fabrizio Cicchitto. Alla domanda se si sia ormai fuori tempo massimo per un accordo tra gli ex alleati, il capogruppo del Pdl ha risposto: «In politica non c’è mai un tempo massimo, fino alla scadenza in cui si verificano poi gli atteggiamenti. Noi siamo aperti a un confronto positivo che ha come obiettivo quello di consentire al Paese che questo governo, che ha lavorato bene per questi 2 anni e che ha avuto la fiducia rinnovata delle camere il 29 settembre possa continuare il suo lavoro. È evidente che se questa situazione viene meno, a nostro avviso, ferme le prerogative del capo dello Stato, è che si deve tornare davanti al corpo elettorale».
Quanto all’ipotesi di una mozione di sfiducia firmata Udc-Fli, Cicchitto replica: »Fli è stato eletto nelle liste del Pdl. E quindi noi auspichiamo che prevalga il senso di responsabilità rispetto alla mozione di sfiducia presentata dall’opposizione di sinistra a cui si può eventualmente aggiungere quella dell’Udc. Entrambe queste formazioni politiche hanno fatto la campagna elettorale su una posizione opposta a quella del Pdl, che invece metteva insieme sia noi che gli esponenti di Fli che quindi mi auguro che gli elementi unitari dello schieramento di centrodestra prevalgano sulle esercitazioni polemiche che ci sono state in questo periodo».
Per l’Mpa non ci sono condizioni per votare fiducia. «Se non interverranno fatti nuovi nei prossimi giorni, non ci sono le condizioni affinchè la delegazione del Mpa in Parlamento possa votare la fiducia al governo, specie dopo quanto deliberato dal Cipe contro il Sud nel corso dell’ultima seduta», aveva annunciato il Movimento per le Autonomie con una documento diffuso dal comitato federale che si è concluso la notte scorsa a Palazzo Marini a Roma. Nella riunione è stato deciso anche di mantenere «il raccordo e la collaborazione con Fli, Api e Udc».
Il comitato «ha deliberato inoltre di lanciare la consultazione popolare di rifondazione autonomista in tutte le regioni del sud a cominciare dalla Sicilia con l’intenzione di favorire la formazione dal basso della classe dirigente che sarà democraticamente espressa da iscritti e simpatizzanti del movimento presenti in ogni comune. Nel mese prossimo di gennaio verranno resi noti le date e i dettagli della consultazione popolare».
DI PIETRO «Per il solo tempo del battito d’ala di una farfalla siamo pronti a votare qualsiasi mozione di sfiducia al governo», ha fatto sapere il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.. «Nel “palazzo” sono partite le trattative di coloro che vogliono mantenere la poltrona. Vedremo. Noi siamo pronti. Vogliamo stanare coloro che il sabato annunciano il crollo dell’impero e il lunedì se ne dimenticano».