Standing ovation e deputati che urlano il suo nome. Nemmeno fossimo allo stadio. E invece รจ interno giorno alla Camera dei Deputati. Sono le 19 di mercoledรฌ 4 agosto e si sta per votare la mozione di sfiducia a Caliendo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, arriva in Aula a Montecitorio e viene acclamato da suoi. Applausi, tutti in piedi. Lui sorride ed รจ contento. Si alza in piedi, alza il braccio destro e tenendolo fermo, con le dita unite, li saluta. Un saluto che ricorda quello di Giulio Cesare e degli antichi romani. Lo stesso che venne, con qualche modifica, ripreso secoli dopo in etร fascista. Particolare che certo non รจ sfuggito ai parlamentari dell’Italia dei valori, che subito hanno sottolineato la cosa gridando allo scandalo e parlando di “saluto romano” del premier in Parlamento.
Tra applausi, urla di gioia, cori da stadio e critiche, ad ogni modo gli unici che sembrano essere rimasti impassibili a questo “teatrino” che รจ seguito all’entrata nell’emiciclo di Berlusconi sono stati gli ex compagni finiani. I vari Bocchino, Della Vedova, e anche il presidente della Camera Fini rimangono immobili, con facce serie e quasi disgustate. Fini non fa altro che suonare la campanellina per riportare l’Aula al silenzio. Pochi minuti dopo si vota. E la maggioranza, sotto di 17 voti rispetto al quorum, non ha piรน niente nรจ da applaudire nรจ da ridere.