Mettiamo che sia tutto gonfiato, esagerato e usato per spillare notorietà e favori. Diamo pure per “sospetta” la fonte del racconto, visto che la voce narrante ammette di farlo solo perché delusa nella sua aspettativa di un “aiutino per un progetto edilizio” che le stava a cuore. Aggiungiamo pure il fondato sospetto che in Italia si sia aperta una corsa all’auto iscrizione nell’albo delle “ragazze di Silvio”, corsa alimentata anche dal carburante del millantato credito. Fatta anche questa robusta tara, resta purtroppo il fatto che, come popolare saggezza insegna, “chi va per questi mari di questi pesci piglia”.
Ecco dunque il racconto al Corriere della Sera di Patrizia D’Addario, candidata al consiglio comunale di Bari per una lista che appoggia il candidato di centro destra. “Mi hanno messo in lista perché ho partecipato a due feste a Palazzo Grazioli. La prima a metà dello scorso ottobre, un mio amico mi invita a partecipare a una cena a Roma. Gli spiego che per muovermi mi devono pagare, ci accordiamo per duemila euro. Mi dissero era una festa organizzata da Silvio Berlusconi. Ho capito che era vero quando mi hanno consegnato il biglietto dell’aereo… A Roma, Hotel de Russie… Con Giampaolo e altre due ragazze a Palazzo Grazioli in una macchina con i vetri oscurati. Mi avevano detto che il mio nome era Alessia… Grande salone, una ventina di ragazze, arriva Berlusconi…”.
“Mai visto prima, saluta tutte, parla con me, gli parlo di un residence che voglio costruire su un terreno della mia famiglia…Poi torno in albergo, Giampaolo mi ha detto che mi avrebbe dato soltanto mille euro perchè non ero rimasta…Sono tornata a Palazzo Grazioli dopo un paio di settimane, la sera dell’elezione di Obama…Eravamo tre ragazze… Berlusconi mi ha chiesto di rimanere… Ho le registrazioni dei due incontri, in passato ho avuto problemi seri con un uomo, quando vado ad incontri importanti porto sempre il registratore con me… Berlusconi aveva promesso che avrebbe mandato persone di sua fiducia a Bari per sbloccare la mia pratica, non ha mantenuto i patti, da quel momento non sono più voluta andare a Roma… Qualche giorno dopo Giampaolo ha voluto il mio curriculum perché mi disse volevano candidarmi alle Europee… Poi mi hanno proposto la lista “La Puglia prima di tutto”…Avrei potuto continuare a trattare con loro nell’ombra, racconto tutto perché ho capito che mi hanno ingannata”.
E’ stata la D’Addario a cercare il Corriere, il Giampaolo di cui non si fa il cognome è nel racconto della D’Addario una chiara allusione al Giampaolo Tarantini imprenditore della sanità e conoscente, non si sa quanto intimo, di Berlusconi.
