ROMA – Tra politica e affari Silvio Berlusconi sceglie la sistemazione delle aziende e dell’eredità. Sono d’attualità le trattative per la vendita della maggioranza del Milan (il tailandese Mr Bee, è atteso per un secondo incontro).
Per Mediaset Premium ad Arcore s’è visto nei giorni scorsi il competitor numero 1 Rupert Murdoch. Su Mediaset proseguono i contatti con il finanziere amico Vincent Bolloré che porterebbe in dote l’enorme liquidità del gruppo francese Vivendi.
E sullo sfondo c’è la partita Telecom, forse il vero approdo per l’ultima stagione del Cavaliere sempre più disinteressato alle sorti della sua creatura politica e desideroso di mettere ordine (e soldi freschi) per la sistemazione della complicata eredità.
L’eventuale uscita dal Milan, la vendita del 20% di Mediolanum e di una quota di Premium, farebbero entrare nelle casse di Fininvest oltre 2 miliardi, un tesoretto che permetterebbe alla holding di invertire rotta verso nuovi investimenti. Sembra escluso che parte dei soldi venga girato agli azionisti sotto forma di extra-dividendo, anche se qualcuno dei cinque figli dell’ex cavaliere non disdegnerebbe un anticipo dell’eredità. (Rosario Dimito, Il Messaggero).
L’interesse di Vivendi, che è destinata a subentrare a Telefonica nel ruolo di primo socio di Telecom, ha già consentito al titolo Mediaset di volare in Borsa, aumentando la sua valutazione. Ma è sulla pay tv Premium che si concentrano le maggiori preoccupazioni di Berlusconi. L’acquisto dei diritti in esclusiva per tre anni della Champions League rende ancora più complicato far profitti in un mercato giunto in una fase di stanca.
In un contesto dove Sky ha più del doppio degli abbonati (5 milioni contro 2,2) per non parlare del peso di Murdoch nel mercato globale. Peso che però, vista anche la nazionalità straniera, potrebbe pregiudicare il nulla osta dell’Antitrust italiana. Pensando ai figli e “ad altri 15-20 anni che mi restano da vivere”, Berlusconi sta vagliando tutte le soluzione che intanto valorizzino ogni suo asset strategico. Secondo Mario Ajello sul Messaggero decisivi, in queste ore, sono la fine del Patto del Nazareno e la smobilitazione di Forza Italia.
E c’erano già i nipotini anche prima, ma adesso i nipotini sono di più, e ne sta arrivando un altro targato Pier Silvio e Silvia Toffanin, e nonno Silvio s’è fatto più anziano e sempre più voglioso di fare cassa. Capitalizza e insieme sottrae Mediaset e il figlio Pier Silvio a tutte le complicazioni di un mercato delle comunicazioni che è in fase di rivoluzione e nel quale l’azienda dovrà reinventarsi. Vende tutto perché al partito azienda non corrisponde più il partito politico.
Perché sa che i figli, imprenditorialmente parlando, non sono lui e va data loro – a tutti e cinque – la sicurezza finanziaria per il futuro. Perché servono soldi, che comunque non mancano, per comprare Rcs libri e farne un colosso europeo insieme a Mondadori, in nome di Marina la più lanciata, per poi magari piazzare il tutto a qualcuno. E perché in fondo, magari, se Francesca Pascale – quanto c’è di lei e quanto no dietro il Silvio Vendo Tutto? – non potrà avere pezzi di impero, avrà più facilità a maneggiare il cash. (Mario Ajello, Il Messaggero).