Wikileaks: ecco i documenti segreti. “Berlusconi vanitoso e incapace”, “portavoce di Putin”

“Silvio Berlusconi è vanitoso e incapace. Sembra sempre di più il portavoce di Putin”. E’ cominciata in tutto il mondo la pubblicazione dei file di Wikileaks. Oltre 250 mila documenti che faranno sicuramente discutere per settimane. Dopo le anticipazioni dello Spiegel sui giudizi degli Usa sull’Italia, ecco che arrivano dunque i documenti “ufficiali”. Tutti confermano quanto anticipato dallo Spiegel tra cui i giudizi dell’ammistrazione americana su Putin, (“autoritario e machista”) e Berlusconi (protagonista di “feste selvagge”). Documenti in cui trapela il sospetto per la politica autoritaria di Vladimir Putin. La sfiducia in Silvio Berlusconi, portavoce della Russia in Europa segnalato per le sue “feste selvagge”. Il fastidio per come Sarkozy, chiamato “imperatore nudo” contrasta la politica statunitense. Ma anche le strategie per bloccare l’Iran e arginare la Cina, gli avvertimenti alla Germania sul contrasto alle “rendition”, lo spionaggio nei confronti dell’Onu.

Berlusconi incapace e vanitoso. ”Incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno”. Questo il giudizio dell’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

“Il presidente del Consiglio italiano – continua la Dibble – è un leader ”fisicamente e politicamente debole” le cui ”frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”.

“Berlusconi portavoce di Putin”. Secondo quanto riporta il New York Times, invece, nel 2009 alcuni diplomatici americani a Roma segnalano un rapporto straodinariamente stretto fra Putin e Berlusconi, parlano di “doni sontuosi”, “contratti energetici lucrativi” e di “misteriosi intermediari italiani che parlano russo”. Scrivono che Berlusconi ” sembra sempre di più il megafono di Putin in Europa”.

Secondo altri documenti di Wikileaks: ci sarebbe un mediatore “ombra” italiano che parla russo nelle relazioni fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. I diplomatici americani nel 2009 descrivevano la relazione fra Berlusconi e Putin facendo riferimento anche a regali lussuosi e redditizi contratti energetici. Inoltre il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto all’inizio di quest’anno alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali ”investimenti personali” dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi.

”El Pais svela la più grande filtrazione della storia – si legge – oltre 250mila note del dipartimento di stato: i documenti ottenuti da Wikileaks rivelano ”spionaggio, manovre occulte e corruzione” annuncia la pagina web del quotidiano spagnolo sotto il titolo ”I segreti della diplomazia americana allo scoperto”, e parla di ”rapporti corrosivi su Putin, Ahmadineyad, Sarkozy, Merkel o Berlusconi”.

“Del primo ministro italiano, scrive El Pais, si descrivono le ”feste selvagge” e viene evidenziata la ”sfiducia profonda che suscita a Washington”. A proposito del premier di Mosca il giornale spagnolo afferma che i documenti ”pongono in evidenza il sospetto americano che la politica russa sia nelle mani di Valdimir Putin, giudicato un politico di stampo autoritario, il cui stile macista gli consente di collegarsi perfettamente con Silvio Berlusconi”. Nelle note, secondo El Pais, ”la diplomazia americana non mostra una grande stima neanche per il presidente francese Nicolas Sarkozy”.

Putin definito “Alpha dog”. Vladimir Putin definito “alpha dog”, ovvero il maschio dominante: è una delle colorite espressioni contenute dei cablogrammi del Dipartimento di Stato resi pubblici oggi dal sito di Julian Assange Wikileaks. Il presidente russo è uno dei leader mondiali che vengono etichettati senza peli sulla lingua dai diplomatici di Washington: il presidente afghano Hamid Karzai è “ispirato dalla paranoia” mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel “evita i rischi ed è raramente creativa”. Le definizioni sono state raccolte dal Guardian, uno dei giornali a cui Wikileaks ha passato la mole di documenti diplomatici.

Gheddafi: Usa botox ed è ballerino ipocondriaco. Fra le note filtrate dagli armadi riservati della diplomazia americana, fra ”le piu’ delicate” El Pais cita questa sera quelle sul leader libico Muammar Gheddafi. Nei suoi messaggi, secondo ElPais, l’ambasciatore americano a Tripoli ”racconta che Gheddafi usa il botox ed e’ un vero ipocondriaco, che fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori”. Il giornale, che annuncia per l’edizione cartacea in edicola domani mattina ulteriori rivelazioni e dettagli, parla fra l’altro anche dei ”sospetti che la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner solleva a Washington, fino al punto che la segretaria di stato giunge a chiedere informazioni sul suo stato di salute mentale”.

Di rado senza la sua ”infermiera ucraina”, una ”voluttuosa bionda”. Così i diplomatici americani – secondo il New York Times che riporta i documenti pubblicati da Wikileaks – descrivono il leader libico Muammar Gheddafi che sarebbe stato infastidito da come e’ stato ricevuto a New York per l’assemblea generale dell’Onu lo scorso anno.

Il quotidiano spagnolo afferma che ”le espressioni usate in alcuni documenti sono di natura tale da poter dinamitare le relazioni fra gli Usa ed alcuni dei suoi principali alleati” e ”possono porre a rischio alcuni progetti importanti della sua politica estera, come l’avvicinamento alla Russia o l’appoggio di alcuni paesi arabi”. ”La portata di queste rivelazioni e’ tale, aggiunge El Pais, che si potra’ parlare di un prima e di un dopo, per quanto riguarda le usanze diplomatiche”. ”Queste indiscrezioni possono porre fine ad una era della politica esterna”.

Medvedev Robin rispetto al Putin Batman. Nei documenti di Wikileaks esaminati dal Guardian ci sono giudizi sul rapporto tra il primo ministro Vladimir Putin e il presidente russo Dmitri Medvedev. In uno di questi rapporti, della fine del 2008, si afferma che Medvedev, ufficialmente di rango maggiore, ”fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin”.

Frattini frustrato per dal doppio gioco della Turchia. Il ministro degli Esteri Franco Frattini “ha espresso particolare frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l’Europa e l’Iran da parte della Turchia”. E’ quanto rivela un telegramma – pubblicato da Wikileaks e classificato come segreto – inviato a Washington dall’ambasciata americana a Roma lo scorso 8 febbraio, in seguito a un incontro tenutosi tra il titolare della Farnesina e il segretario della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates. La “sfida, secondo Frattini, è portare la Cina al tavolo” dei colloqui sulla questione iraniana. Cina e India, secondo Frattini sono “Paesi critici per adottare misure che potrebbero influenzare il governo iraniano senza ferire la popolazione”. Il ministro “ha anche proposto di inserire Arabia Saudita, Turchia, Brasile, Venezuela e Egitto nelle conversazioni”, si legge nel documento. Frattini “ha anche proposto un incontro informale tra i Paesi del Medio Oriente” per “consultarsi sulla questione iraniana”. E – ha riferito – “il segretario di Stato Clinton è d’accordo”.

Fratellato Karzai trafficante, va controllato. Con Ahmed Wali Karzai, il fratellastro del presidente afgano, ”dobbiamo avere a che fare in quanto numero uno del Provincial Council ma e’ sottointeso che e’ uno corrotto e un trafficante di stupefacenti”. Questa la descrizione di Ahmed Wali Karzai fornita dai diplomatici americani, riporta il New York Times citando i documenti di Wikileaks . ”Sembra non capire il livello di conoscenza che abbiamo delle sue attivita’. Dobbiamo monitoralo attentamente e in modo chiaro, inviandogli un messaggio chiaro”.

Secondo quanto pubblica il Guardian, gli alleati arabi degli Stati Uniti, in particolare l’Arabia Saudita, spingevano per un attacco contro l’Iran per bloccarne il programma nucleare: è quanto rivela il quotidiano britannico Guardian a proposito dei documenti resi noti dal sito Wikileaks.

Secondo quanto scrive il sito del quotidiano britannico, sulla base dei documenti diplomatici visionati, il re Saudita Abdullah ”ha ripetutamente esortato gli Usa ad attaccare l’Iran per mettere fine al suo programma di armamento nucleare”. L’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, scrive il Guardian, in un incontro nell’aprile 2008 con il generale Usa David Petraeus ”disse di tagliare la testa al serpente”. I cablogrammi diplomatici esaminati dal Guardian svelano inoltre, fra le altre cose, che ”dirigenti in Giordania e nel Bahrein hanno chiesto ripetutamente che il programma nucleare iraniano fosse formato con qualsiasi mezzo, compreso quello militare”; che ”i leader in Arabia Saudita, negli Emirati arabi uniti (Eau) ed Egitto hanno fatto riferimento all’Iran come ad una ”minaccia esistenziale” e ”malvagia” e ad una ”potenza che ci portera’ alla guerra”.

Lo scorso febbraio, inoltre – scrive ancora il sito del Guardian -, il segretario alla difesa Usa, Robert Gates, ha avvertito che se gli sforzi diplomatici nei confronti dell’Iran fossero falliti ”rischiamo la proliferazione nucleare nel Medio Oriente, una guerra innescata da un blitz israeliano o entrambe le cose”. Il capo dell’intelligence militare israeliana, gen. Amos Yadlin, l’anno scorso ha ammonito che ”Israele non puo’ permettersi di sottovalutare l’Iran e di essere colto di sorpresa, come lo furono gli Stati Uniti l’11 settembre 2001”, scrive ancora il giornale.

E nel maggio dello scorso anno il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, secondo i documenti svelati, disse a dirigenti americani di essere d’accordo con il presidente egiziano, Hosni Mubarak, che un ”Iran nucleare” avrebbe indotto altri Paesi della regione a sviluppare armi atomiche, fatto che produrrebbe ”la piu’ colossale minaccia agli sforzi di non proliferazione dai tempi della crisi dei missili cubani”.

Vice presidente afgano scoperto negli Emirati Arabi Uniti con 52 mln di dollari in contanti. Quando lo scorso anno il vice presidente dell’Afghanistan Ahmed Zia Massoud visitò gli emirati arabi uniti le autorità locali, in collaborazione con la drug enforcement administration americana, avevano scoperto che trasportava con sé 52 milioni di dollari in contate. L’ambasciata americana di Kabul inviò a Washington un documento con il quale specificò che si trattava di una “somma significativa”, e che Massoud “aveva il diritto di averla con sé e di non rivelare l’origine e la destinazione del denaro”. Massoud ha negato di aver portato denaro fuori dall’Afghanistan.

Usa ordinarono di spiare i vertici dell’Onu. Il Dipartimento di Stato Usa nel luglio 2009 ordinò di spiare i vertici delle Nazioni Unite, compresi il segretario generale, Ban Ki-moon, e i rappresentanti in Consiglio di sicurezza di Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna: è quanto scrive il sito del quotidiano britannico Guardian rivelando il contenuto dei documenti segreti pubblicati da Wikileaks. La direttiva “classificata”, scrive il Guardian, fu spedita a 30 ambasciate a nome della segretaria di stato, Hillary Clinton, e chiedeva la raccolta di dati personali su questi e numerosi altri dirigenti e anche sottosegretari, consiglieri e collaboratori, comprese le password usate, le chiavi in codice usate per comunicare e anche i dati biometrici. “Informazioni – scrive il Guardian – che sembrano sfumare il confine fra diplomazia e spionaggio”.

“Da Corea del Nord armi all’Iran per colpire l’Ue”. L’Iran ha ottenuto sofisticati missili dalla Corea del Nord in grado di colpire l’Europa occidentale. Lo afferma il New York Times citando i documenti Wikileaks. L’Iran ha ottenuto 19 missili dalla Corea del Nord, secondo un documento di Wikileaks datato 24 febbraio 2010 e riportato dal Nyt: i missili – avvertono i diplomatici americani – potrebbero dare per la prima volta all’Iran la capacita’ di colpire una capitale europea o Mosca e la loro avanzata propulsione puo’ accelerare lo sviluppo iraniano di missili balistici intercontinentali. Su richiesta dell’amministrazioen Obama – afferma il quotidiano – il New York Times ha deciso di non pubblicare il testo completo del documento.

Le Monde: “Per diplomatico Usa l’Iran è una totale dittatura”. Le prime rivelazioni da Wikileaks pubblicate dal sito on line del francese Le Monde riguardano i rapporti Usa-Iran e in particolare il dossier nucleare. In alcune dichiarazioni raccolte a Parigi da diplomatici che parlano con un iraniano che lavora a Teheran per un’organizzazione internazionale, l’Iran viene descritto come “una totale dittatura”. I documenti rivelano anche un tentativo di assassinare, nel gennaio 2010, “un presentatore televisivo irano-americano” che vive a Londra protetto dai servizi inglesi. Un agente iraniano avrebbe “tentato di reclutare in California un killer per assassinarlo”.

Attacco a Google diretto dalla Cina. E’ stato l’ufficio politico del comitato centrale del Partito comunista cinese a dirigere l’attacco informatico di cui Google e’ stata vittima in gennaio. Lo riporta il New York Times citando i documenti di Wikileaks. L’attacco a Google era parte di una campagna di sabotaggio coordinata da esperti di sicurezza privati internet reclutati dal governo cinese”, e che si sono infiltrati nei computer del governo americano e in quelli degli alleati occidentali sin dal 2002.

Israele agli Usa: negoziati con Iran non funzioneranno. Nel dicembre 2009, Israele ha fatto pressioni sugli Stati Uniti per ottenere una posizione di fermezza contro l’iran, affermando che la strategia di negoziati di Washington verso Teheran “non funzionerà”, econdo un documento riservato diffuso da Wikileaks e ripreso dal sito internet del quotidiano francese Le Monde.

Usa alla Slovenia: detenuti di Guantanamo in cambio di un incontro con Obama. Un file di wikileaks pubblicato dal New York Times racconta le conversazioni dei diplomatici sui tentativi degli Usa di convincere i governi di alcuni Paesi ad ospitare detenuti di Guantanamo. Alla Slovenia è stato chiesto di accettare un prigioniero in cambio di un incontro con Barack Obama. Alle Kiribati sono stati offerti milioni di dollari in per accettare un gruppo di detenuti. Al Belgio si suggerisce che accettare prigionieri garantirebbe “visibilità” in Europa.

Pakistan-Usa: tentativi di rimuovere l’uranio. Fin dal 2007 gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare del Pakistan uranio altamente arricchito che ”funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito”, rivelano i documenti del dipartimento di stato resi noti da Wikileaks e pubblicati dal New York Times.

Gli Usa erano preoccupati per l’intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che colleghera’ Russia e Ue, e la ”assai cordiale relazione tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi”. Lo scrive il britannico Sunday Telegraph, affermando che il malessere di Washington sara’ raccontato dai file di Wikileaks, e confermando le voci circolate nelle ultime ore.

Il Mossad fissà cinque punti anti-Iran. Una politica in cinque punti concepita per bloccare le ambizioni nucleari dell’Iran fu enunciata nel 2007 dal capo del Mossad Meir Dagan. Lo si apprende da uno dei documenti divulgati da Wikileaks, mediante il sito del giornale britannico Guardian. In un incontro con il Sottosegretario di Stato Nick Burns Dagan delineo’ i cinque ”pilastri” della visione israeliana. 1 – Un approccio politico, mediante il deferimento dell’Iran al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 2 – Misure segrete, sulle quali il documento non fornisce altri dettagli. 3 – ‘Contro-proliferazione’: ossia lo sforzo di impedire il trasferimento all’Iran del know-how e delle tecnologie nucleari. 4 – Il ricorso a sanzioni economiche. ”Tre banche sono vicine al crollo”, noto’ allora Dagan). 5 – Cercare di fomentare in Iran un cambiamento di regime: ad esempio assistendo movimenti democratici e studenteschi o gruppi etnici come Azeri, Curdi e Baluchi.

Procura di Roma valuta estremi reato. Intanto la Procura di Roma, una volta esaminato il contenuto e la natura dei documenti della diplomazia americana in via di pubblicazione, valuterà l’esistenza di eventuali estremi di reato. In particolare, secondo quanto si apprende, i magistrati romani valuteranno la classificazione dei documenti: ovvero se si tratta di carte sotto segreto di Stato o definite ‘riservate’. Questo per decidere l’eventuale apertura di fascicoli e la relativa ipotesi di reato che potrebbe essere violazione di segreto di Stato o violazione di documenti riservati. Inoltre la Procura della Capitale esaminerà i documenti per accertare riferimenti alla sicurezza dello Stato italiano o a cariche istituzionali del nostri paese e eventuali fattispecie di reato.

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