Berlusconi: da moderati non solo “no”, voto è extrema ratio

Deluso e amareggiato per i nuovi attacchi che gli sono arrivati dal fronte dei finiani, ma determinato a trovare in Parlamento quei ‘moderati’, non solo fra le fila dei finiani, che gli consentano di ‘allargare’ la maggioranza e portare a termine la legislatura senza ‘galleggiare’. Se ciò non fosse possibile, e nonostante l’idea non lo entusiasmi per niente, ci sarebbe una sola alternativa: il voto anticipato. E’ questo l’umore di Silvio Berlusconi nella sua ultima giornata in Sardegna.

Chiuso nel buen retiro di villa La Certosa, di tempo per riposarsi ne ha avuto ben poco. Oggi ha passato gran parte della giornata al telefono per preparare con i piu’ stretti consiglieri e collaboratori i punti del programma su cui si dovra’ verificare la tenuta della maggioranza. Chi gli ha parlato lo descrive determinato, ma anche molto amareggiato per gli attacchi che gli sono piovuti addosso.

Il durissimo editoriale di ‘Farefuturo’ (che per il premier ha un’unica firma: quella di Gianfranco Fini) lo ha convinto sempre piu’ che con l’ex leader di An non vi sono margini per ricucire. Ormai, come dimostra l’esito dell’incontro di ieri fra il presidente della Camera e Gianni Letta, ad una tregua non crede piu’ nessuno. ”Il clima e’ tale che non sono prevedibili passi indietro”, sintetizza un dirigente di peso del Pdl. E la nota serale in cui i capigruppo di Fli hanno preso le distanze dalla forma (ma non dalla sostanza) dell’attacco di Farefuturo non deve aver consolato piu’ di tanto il Cavaliere. Ma Berlusconi pensa ad altro.

Il ‘no’ al suo appello da parte dei vertici di Fli non lo ha sorpreso per niente. Non sono loro quelli da convincere: sono coloro che, come Suad Sbai, sono rimasti con Fini per lealta’ ma che non condividono la sua linea politica. Una dozzina di nomi gia’ inseriti in una lista, assicurano i fedelissimi del Cavaliere. Il corteggiamento non convincera’ tutti. E Berlusconi lo mette gia’ nel conto.

”Qualcuno lo porteremo via, magari non molti ma forse basteranno”, spiega chi ha parlato col premier: ”non tutti hanno detto no al nostro appello”. Anche al Senato – nonostante ormai un po’ tutti diano per scontata la defezione di Beppe Pisanu (che oggi ha confermato di avere ancora delle riserve sulla linea del Pdl nonostante la cena con il Cavaliere) e di due suoi fedelissimi – i berlusconiani sono sicuri di recuperare 4-5 parlamentari. Ma il premier non punta solo a dividere le truppe finiane: in Parlamento, ripete da tempo, ci sono tanti moderati pronti a sostenere questo governo.

Il problema, come spiega un dirigente del Pdl, e’ che se l’operazione di ‘recupero’ dovesse fallire al Cavaliere non resterebbero altre armi. Di galleggiare o di farsi logorare non ci pensa nemmeno. Dal vertice convocato a palazzo Grazioli dovrebbe uscire un programma che ponga dei paletti ai falchi, ma senza perdere le colombe finiane. Anzi, possibilmente per dividerli fin da subito. Operazione complessa e tra l’altro non risolutiva. Perche’ anche se Fli dovesse dire si’ ai punti programmatici, poi potrebbe mettersi di traverso nel momento della stesura dei provvedimenti.

Come successo con le intercettazioni. Per questo l’idea della fiducia alle Camere sta perdendo appeal tra i berlusconiani. Ecco perche’ l’unica soluzione e’ sfilare alcuni finiani. L’alternativa – tra l’altro non scontata visto che la parola passerebbe al Colle – e’ quella del voto. E non e’ una prospettiva che alletti molto il premier. Tutt’altro: non solo per la forza della Lega, ma anche perche’ i sondaggi non gli danno certezze che avrebbe una maggioranza in Senato.

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