Berlusconi sommerso fino al collo e oltre in un mare di carte e documenti, fatti e riscontri che lo fotografano come il primo cittadino, il sindaco di Bunga-bunga City. Fini inchiodato alle sue stesse parole, con la pietra al collo del cognato Tulliani che lo ha fregato, Fini ora esposto al ludibrio in Parlamento da quello che era il suo governo e che ora gli sbatte in faccia il “magheggio” del cognato sull’asse Santa-Lucia-Montecarlo. Bersani e tutto il suo Pd annichiliti, folgorati dalla maledizione delle primarie che li colpisce peggio di quella dei Faraoni. Se non le perde, al Pd le primarie scoppiano in faccia, inquinate, truccate, invalidate, da rifare. Non resta a Bersani e al Pd che chiudere la saracinesca dell’Assemblea nazionale, il Pd è un canotto sgonfio alla deriva. Il federalismo fiscale impantanato, bloccato in Parlamento dal Terzo Polo e già sui giornali e presto nella pubblica opinione non più tutto “oro che luce”: qui e ora costa più tasse mentre un mistico ed etereo Tremonti annuncia la “riforma fiscale del secolo”. L’annuncia nel giorno in cui Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, apre la prima pagina con “La Rapina del Secolo: 50 miliardi di euro di evasione scoperti”. Solo quelli scoperti.
L’Unità d’Italia che gli albergatori italiani si apprestano a “festeggiare” chiudendo alberghi e locande il 17 marzo, il giorno della festa. Minacciano di sprangare porte e portoni, di fare il maggior danno e sfregio possibile perché temono una tassa di cinque euro a notte da far pagare ai clienti. Cinque euro, e se erano dieci, cosa dichiaravano, la guerra civile? Il quotidiano Il Manifesto che a nome e a sentimento della sinistra che non è Pd, saluta con malcelata soddisfazione l’agonia del Pd. Il titolo è “Vedi Napoli e poi muori”. Una constatazione soddisfatta, essendo l’obiettivo primario della sinistra-sinistra quello appunto di fa r fuori il Pd. La Padania quotidiano leghista che a tutta pagina annuncia: “Vogliono fa fuori il Nord”. Solo il Nord? Dal resto comunque la Lega fuori si chiama.
Nicole Minetti che al telefono con un’amica lo chiama “Vecchio che fa di tutto per salvare il suo culo flaccido”. E aggiunge: “A lui gli fa comodo mettere te, me in Parlamento, pensa: me le levo dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato”. Lui chi? Ma che domande. L’avvocato Ghedini patetico: “Sono solo telefonate tra ragazze”. Luigi Sorrentino, il carabiniere della scorta assegnata a Emilio Fede, che testimonia che le accompagnavano loro le ragazze, le ragazze che la sera di San Valentino “avevano tutte il baby-doll rosso”. Ruby che annota soldi già incassati e precisa in nota che sono acconti, perchè aspetta “quattro milioni e mezzo tra due mesi”. La cocaina nella cantina della Polanco là a Via Olgettina, era del suo convivente. E si capisce perché di questa gente Emilio Fede non si fidava neanche un po’. Aris Espinosa che aveva scritto nella sua agenda: “Paoi casa 02xxx”. Barbara Guerra che aveva in casa 18mila euro, frutto di una serata o forse due. La discoteca Paradiso a Rimini che invita per sabato Ruby e che a qualche parroco che protesta ribatte “I parroci non vogliono che andiate in Paradiso”. Franco Albanesi che a Rimini ha un hotel a quattro stelle e che promette sconto bunga-bunga ai clienti del week-end: “Chi viene per vedere Ruby paga solo 35 euro”. E’ la nuova imprenditoria.
Titola il giornale Il Riformista: “Fine corsa”. Sì, proprio fine corsa, peccato che da questo Bus-Italia non si possa scendere.