La rottura tra Fini e Berlusconi è diventata ufficiale: il Pdl ha infatti approvato un documento che sfiducia il presidente della Camera e “ammonisce” tre dei suoi fedelissimi: Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio. Quali scenari si aprono adesso per la maggioranza e il governo? I “berluscones” giurano che non ci saranno “terremoti”, l’opposizione invece non esita a parlare di “crisi”. Di certo si preannuncia una giornata “bollente” per la politica italiana. Segui la diretta su Blitz Quotidiano.
21.24 – TERMINATO VERTICE; BERLUSCONI A CENA A TOR CRESCENZA – Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha da poco lasciato Palazzo Grazioli, dove si e’ svolto un nuovo vertice di partito con i coordinatori nazionali del Pdl e i capigruppo di Camera e Senato. Il premier si sta ora recando a cena al castello di Tor Crescenza, nei pressi della capitale, dove lo attendono le deputate del Pdl.
19.51 – BONGIORNO INAUGURA SIGLA ‘FLI’ IN AULA – E’ toccato proprio a Giulia Bongiorno e alla sua relazione sul ddl intercettazioni il compito di far comparire nell’aula della Camera la sigla ”Fli”, il nuovo gruppo formalizzato oggi che raggruppa i ”finiani” che hanno lasciato il Pdl. La relazione della Bongiorno, avvenuta in un’aula con ampi spazi vuoti, ha visto infatti debuttare il ”sottopancia” che indica il nome del deputato che interviene riportare come sigla di appartenenza proprio ”Futuro e Liberta’ per l’Italia”, cioe’ ”Fli”. L’intervento e’ stato preannunciato da una battuta del presidente di turno dell’assemblea Maurizio Lupi, che nel dare la parola alla presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, relatrice sul ddl intercettazioni ha detto: ”parli pure con comodo, tempo ne avremo fino a stasera e prevedo che saremo lei ed io…”. Per il resto il dibattito è stato ”incardinato” nelle note posizioni: Idv duramente polemico (”Berlusconi e’ la testa della piovra”, ha detto Di Pietro) mentre il Pd ha articolato una serie di osservazioni tecniche già elencate, punto per punto proprio dal leader dell’Idv.
19.50 – INIZIATO VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI CON BERLUSCONI – I vertici del Pdl sono di nuovo riuniti a Palazzo Grazioli, la residenza romana del premier Silvio Berlusconi, per un nuovo summit di partito. All’incontro sono presenti i tre coordinatori nazionali, Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa. Vi prendono parte anche il sottosegretario Paolo Bonaiuti, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, e il suo vice, Gaetano Quagliariello.
19.30 – LA RISPOSTA DI BERLUSCONI A FINI- ”Abbiamo i numeri per andare avanti, così come abbiamo ben chiaro il programma da completare e, grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza”. Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un audiomessaggio ai promotori della Libertà. ”Abbiamo promesso agli italiani un Paese più moderno, più libero, più sicuro, più prospero, meno oppresso dal fisco e dalla burocrazia. Vogliamo riuscire a realizzarlo entro la fine di questa legislatura”.
”Per quanto mi e ci riguarda – prosegue il presidente del Consiglio nel messaggio ai promotori della Libertà – continuerò ad impegnarmi per dare piena attuazione al progetto nato due anni fa, dalla gente, a Milano in piazza San Babila, per far si che questo progetto si radichi fra la gente e sia il partito della gente, perche’ la nostra bandiera sia presente in ognuno degli 8.000 Comuni che costituiscono l’Italia, in ognuna delle oltre 60.000 sezioni elettorali tramite le quali gli italiani scelgono con il voto da chi vogliono essere governati. Sono certo – conclude – che ciascuno di voi sara’ come sempre anche questa volta al mio fianco per vincere le difficili sfide che abbiamo di fronte, per il bene dell’Italia e di tutti gli italiani”.
“Fini e quei deputati che l’hanno seguito, hanno dimostrato di essere lontanissimi dalla nostra cultura liberale. Nello stesso tempo, con il pretesto del diritto di critica, un diritto scontato nel nostro movimento perche’ davvero non c’e’ altra compagine in cui sia piu’ libera la discussione e la proposta, hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione”.
“Per due anni , mentre il Governo affrontava con successo sfide difficilissime, prima fra tutte la crisi economica piu’ grave dal 1929, riuscendo a tutelare le famiglie e le imprese e a portare l’Italia fuori dalle difficolta’ meglio di tutti gli altri paesi europei, altri all’interno della nostra formazione politica remavano contro. E’ accaduto infatti che alcuni eletti dal Popolo della Liberta’, sempre sostenuti purtroppo dall’onorevole Fini- prosegue- hanno lavorato in modo sistematico per svuotare, rallentare, bloccare il nostro lavoro. Peggio, hanno offerto una sponda ai nostri nemici: all’opposizione, ai settori politicizzati della magistratura, a certa stampa, ai peggiori giustizialisti, accreditando in questo modo un’immagine falsa e diffamatoria del Popolo della Libertà”.
”I finiani hanno risposto ‘nessun presidente della Camera ha dato mai le dimissioni. E anche qui non hanno detto il vero. Nel luglio del 1969, verificatosi una situazione di divisione analoga nel Partito Socialista con la sinistra socialista, il presidente Pertini, che era un grand’uomo e che aveva aderito alla sinistra, ritenne doveroso dimettersi e mandò a tutti una lettera con questa dichiarazione: ‘Correttezza vuole ch’io metta a vostra disposizione il mandato da voi affidatomi’. Spero che Pertini possa insegnare a qualcuno il modo in cui ci si debba comportare”. Sandro Pertini, dopo il fallimento della riunificazione tra P.S.I. e P.S.D.I,. aveva rassegnato le dimissioni, respinte da tutti i gruppi parlamentari, nel 1969.
”Hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica , dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione”. Continua Silvio Berlusconi. ”Se questo tentativo avesse avuto successo , sarebbe stato vanificato il significato stesso del Popolo della Liberta’: una politica nuova , ispirata direttamente dal popolo in stretto contatto con il suo leader, una politica basata sulla moralita’ del fare , sulle riforme, sulle grandi battaglie di liberta’. Ma non sono riusciti a prevalere: la stragrande maggioranza dei Parlamentari, degli eletti, dei dirigenti e dei militanti del Popolo della liberta’, provenienti da Forza Italia, da Alleanza Nazionale, e dagli altri partiti, hanno confermato di voler essere leali all’impegno preso con gli elettori che ci hanno votato”, ha aggiunto.
18.49 – CLUB DELLA LIBERTA’,FINI FINALMENTE FUORI FA CHIAREZZA – “Una difesa debole, inefficace, ridicola, che da ragione a tutti quegli elettori che in questi ultimi mesi hanno sofferto insieme a noi le continue bordate del Presidente della Camera e dei suoi boys”. quanto si legge sul sito dei Club della Libertà associazione territoriale del Pdl, in una nota a firma del coordinatore nazionale Andrea Di Sorte. “Finalmente Fini è fuori, anche se forse, – si legge – dentro non c’è mai stato; ma il chiarimento era opportuno, soprattutto per tutti quei cittadini che ci hanno votato. Gianfranco Fini lamenta la gestione ‘aziendale’ del Pdl – prosegue la nota – come se Silvio Berlusconi non avesse innovato la politica italiana, cambiando il modo di intendere i partiti ammodernandoli secondo una concezione democratica e popolare; come se Fini ad un certo punto, si fosse dimenticato di quando, lui davvero, faceva il dittatore”. “Era il 19 Luglio 2005 e con un blitz squadrista – riporta il sito internet -, revocò tutti gli incarichi ai suoi dirigenti di partito (Gasparri, Matteoli, La Russa) per colpa di un colloquio carpito da un giornalista e pubblicato sul Il Tempo nel quale i colonnelli di AN contestavano alcune posizioni di Fini (allora Vicepremier). Su certe tematiche – conclude la nota – Fini fa rabbrividire, parla da democratico dimenticandosi di essere stato un dittatore. Pace. Ormai è dall’altra parte”.
18.41 – SEN. MUSSO, STO VALUDANDO DIMISSIONI DA PARTITO – ”Il documento approvato ieri dal Comitato di Presidenza del Popolo della Liberta’ e’ profondamente illiberale, condito da gravi errori costituzionali e statutari”. Lo dichiara il senatore Enrico Musso che sta ”valutando le dimissioni dal gruppo del Popolo della Liberta’ e l’iscrizione al gruppo misto presso il Senato della Repubblica e il Consiglio Comunale di Genova”. Secondo Musso, ”un fatto di questa gravita’ avrebbe dovuto imporre la convocazione della Direzione nazionale e successivamente del Consiglio nazionale”. ”Le voci che mi indicano gia’ firmatario del documento di adesione al gruppo parlamentare che fa riferimento all’on.Fini – conclude il senatore genovese – non corrispondono al mio attuale orientamento”.