9.16 – GOVERNO: BERSANI, PREMIER IN AULA, NO TARALLUCCI E VINO – ”Non si pensi che e’ agosto e che si vada a finire a tarallucci e vino. Il Presidente del Consiglio venga in Parlamento”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenendo in aula alla Camera all’inizio dei lavori. ”Il Parlamento e’ la casa delle discussione – ha detto il segretario del Pd – Il Presidente del COnsiglio ci faccia la cortesia di venire in aula per consentirci di discutere. E per cortesia non ci venga propinato l’antico rito che ‘e successo ma non e’ successo’, ‘il motore e’ rotto ma la macchina va’. Il Paese non ha questi tempi, ha altre esigenze”.
9.06 – GOVERNO: PD, E’ CRISI, BERLUSCONI RIFERISCA IN AULA – Quella in atto e’ una crisi della maggioranza e di governo, che va parlamentarizzata con la presenza del presidente del Consiglio Berlusconi in aula. E’ questa la richiesta che verra’ fatta dal gruppo del Pd alla Camera, alla ripresa dei lavori dell’assemblea di Montecitorio. Questa decisione e’ stata presa nel corso di un’assemblea del gruppo democratico, durante la quale hanno preso la parola il segretario Pierluigi Bersani e il capogruppo Dario Franceschini. Il gruppo ha approvato la linea di una richiesta di ‘parlamentarizzazione’ della crisi, proposta dal segretario e dal capogruppo. L’assemblea e’ stata quindi sospesa e verra’ aggiornata ‘ad horas’ a seconda degli sviluppi della crisi.
8.53 -PDL: FERRARA, BERLUSCONI SBAGLIA E PAGHERA’ CARO PREZZO – La decisione di Silvio Berlusconi ”e’ un errore” e ”ne paghera’ un prezzo notevole, perche’ e’ brutta l’immagine di un leader politico che caccia una persona che dice di pensarla in modo diverso da lui e di voler continuare a collaborare lealmente dentro lo stesso partito”. E’ il commento alla rottura del presidente del Consiglio con Gianfranco Fini di Giuliano Ferrara, secondo il quale quella del Cavaliere ”e’ una scelta che lo condanna a un’immagine di faziosita’ e populismo spinto”. Il suo consiglio al premier, dice in una intervista al Corriere della Sera, era stato ”di non rompere” anche perche’ ora ”sara’ sempre piu’ difficile porsi come lo stabilizzatore e il riformatore politico di questo Paese e come il ‘rassembleur”’. Certo Fini ha ”contestato l’essenza di Berlusconi” mettendo in piazza ”Briguglio, Bocchino, Granata e teorizzando la necessita’ di una corrente organizzata fino alla sfida aperta”. La partita di Berlusconi, per Ferrara ”e’ una triangolazione, io, il popolo italiano, e un sistema istituzionale da cambiare” ma Fini ”gli ha prospettato una cosa che lui vede come il diavolo: un partito politico tradizionale secondo un modello che spegne quel fuoco nella pancia che in Berlusconi deriva dall’idolatria di se stesso”. Ferrara comunque e’ convinto che ”ora si dividono ma poi dovranno rimettersi insieme o si suicidano entrambi. Ci voleva invece un divorzio razionale”. Quanto alla presidenza della Camera, sulla questione ”si produrra’ un altro conflitto tra la visione sbrigativa di Berlusconi e quella un po’ parruccona di Fini”. Peraltro, per Ferrara ”la domanda delle domande” ora e’ se ”l’anomalia di Berlusconi, che ha prodotto delle cose importanti” abbia ”ancora delle cose da dire al Paese”. Non si puo’ ”fare una crisi dietro l’altra”. Il Cavaliere dovrebbe invece ”riuscire in questa legislatura a portare a compimento un processo di maturazione del suo rapporto con le istituzioni” e a fare ”un po’ pace anche con i vecchi meccanismi pure impolverati…”. Perche’ ”oggi l’anomalia berlusconiana produce piu’ che altro instabilita”’.