18.28 – MPA PRESSA GOVERNO, APPOGGIO NON PIU’ INCONDIZIONATO – Il Mpa prende atto di ”quello che e’ accaduto oggi nel Pdl”, segno di ”una crisi profonda i cui sintomi erano stati avvertiti ”da tempo in Sicilia”; Il movimento ”continuera’ ad onorare il proprio patto elettorale”, ma si aspetta, ”a maggior ragione dopo i fatti di oggi”, maggior ”attenzione da parte del governo” sugli impegni presi per il Sud e non ancora onorati. Insomma non dara’ piu’ un appoggio incondizionato all’esecutivo. E’ quanto sottolinea il leader del Movimento per le autonomie, Raffaele Lombardo, che facendo il punto sulla posizione del partito, precisa, in una conferenza stampa che il Mpa ”per ora terra’ le proprie delegazioni parlamentari all’interno dei gruppi misti”. Al contempo, Lombardo avverte il governo:”arrivati ai 150 anni di unita’ d’Italia”, senza ”nessun passo avanti per il Sud”, il movimento pressera’ ancora l’esecutivo soprattutto sugli impegni (infrastrutture, trasporti, banche) ”ancora non onorati”, ma la sua ”pazienza” non sara’ senza limiti. ”Ci aspettiamo una svolta seria nell’azione di governo. Oppure ci sara’ un’azione nostra, se questa svolta non c’e”’, insiste Lombardo. Se la svolta non verra’ dall’esecutivo, la ”determineremo – precisa il leader Mpa – comunque noi”. In questo senso,il governatore siciliano non esclude a priori che ”su obiettivi precisi” ci potranno essere delle ”collaborazioni” con i nuovi gruppi finiani. Per Lombardo il fatto che Fini non abbia l’obiettivo di far cadere il governo e che ponga attenzione allo sviluppo del sud e’ ”positivo’.
18.25 – RAISI E FINIANI FORMANO GRUPPO IN PROVINCIA BOLOGNA – Si trasferisce, in piccolo, anche a Bologna, la frattura del Pdl tra i finiani e i fedeli al presidente Berlusconi. Con il Comune commissariato, l’agone diventa la Provincia. Dove, tra l’altro, il capogruppo e’ proprio Enzo Raisi, uno dei deputati di ‘Futuro e liberta’. Lui che, ad aprile, fu bacchettato in televisione dallo stesso premier, insieme a Bocchino e Urso, per le sue posizioni. La situazione in Consiglio provinciale a Bologna, dove il Pdl e’ all’opposizione con nove eletti, vede al momento cinque consiglieri che hanno firmato una documento di fedelta’ a Berlusconi. Tra questi e gli altri quattro e’ subito partita una battaglia a suon di comunicati, tutti, curiosamente ancora inviati dalla stessa, per ora unica, segreteria del gruppo. Cosi’ Roberto Flaiani ha annunciato la nascita di un ”gruppo che fara’ politica rappresentando il centro destra che non si riconosce nel centralismo carismatico”, parlando di una ”maggioranza risicata” dei berlusconiani. A Flaiani ha risposto prontamente Luca Finotti, alfiere della parte opposta, pronosticando per i finiani ”un gruppo ridotto”, con ”l’assenza quasi continua” di Raisi, cosi’ ”come ha fatto in tutti questi mesi”. Quasi istantanea la controreplica di Flaiani: ”Come mai Finotti non censura il senatore Berselli (coordinatore regionale Pdl,ndr) che non penso davvero ‘scaldi’ molto, nella sua veste di consigliere, i banchi del consiglio provinciale di Rimini?”.
18.15 – CASINI, ORA FINI E BERLUSCONI CHIEDANO SCUSA A ITALIANI – ”Ora Berlusconi e Fini dicano agli italiani che hanno sbagliato”. Lo ha affermato in una conferenza stampa alla Camera Pier Ferdinando Casini, che ricorda come a suo tempo boccio’ la nascita del Pdl. Casini ha espresso ”preoccupazione per uno scontro istituzionale che non ha precedenti nella storia della Repubblica, visto che non si e’ mai visto che un presidente del Consiglio chiedesse le dimissioni del Presidente della Camera; e questo non va minimizzato”. A suo giudizio la crisi ”va ricondotta in parlamento”, con il premier Berlusconi che dovrebbe ”venire a riferire” alle Camere. Casini si e’ quindi tolto alcuni sassolini dalle scarpe: ”due anni fa – ha detto – denunciammo i rischi di un bipartitismo forzato, e ora i fatti e non le chiacchiere ci danno ragione”. ”Noi due anni fa – ha ricordato – dicemmo ‘non svenderemo i nostri valori’ e fummo svillaneggiati dai fautori del bipartitismo. Berlusconi e Fini insieme si sono presentati agli italiani e insieme dovrebbero ora chiedergli scusa. Quello che accade oggi e’ il frutto di una affrettata unione, e noi lo avevamo denunciato”. ”E’ stato fatto uno sbaglio collettivo dall’uno e dall’altro – ha insistito Casini – da parti di chi pensava che per fare un nuovo partito bastasse salire sul predellino e da parte di chi ci e’ salito sopra. Ci vorrebbe da parte lo uno atto di umilta”’. ”Noi lo avevamo detto che non poteva reggere – ha concluso – e vorremmo che oggi qualcuno lo ricordasse”.
17.53 – CASINI, SERVE ALTRO GOVERNO, NO SOSTEGNO A BERLUSCONI – L’Udc esclude ”qualsiasi sostegno” al governo Berlusconi in Parlamento, ed anzi rilancia la proposta di un diverso esecutivo, un ”governo di responsabilita’ nazionale”. Lo ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, in una conferenza stampa alla Camera. ”Escludo qualsiasi sostegno a questo governo – ha detto Casini – siamo un partito di opposizione; come potremmo sostenerlo?”.
”Noi abbiamo invece avanzato nei giorni scorsi una proposta ben precisa alla luce del sole – ha ricordato il leader dell’Udc – e cioe’ quella di un governo di responsabilita’ nazionale. Il trasformismo parlamentare e’ uno dei fenomeni peggiori in politica, e per noi fare da tappabuchi sarebbe umiliante, e francamente nessuno ce lo ha chiesto”. ”Noi ci acconteteremo – ha insistito – di un altro governo, che chi ha sbandierato finora l’autosufficienza ammettesse che non esiste. Servirebbe una responsabilita’ nazionale e anche un rapporto diverso con le opposizioni”. Casini ha pure escluso una campagna acquisti da parte del governo verso singoli parlamentari dell’Udc: ”I nostri parlamentari sono salti, del tutto immunizzati. Il nostro e’ un gruppo ampio e vaccinato; chi e’ venuto con noi, infatti, sapeva bene che non c’era il potere”.
17.41 – FINIANI IN CONSIGLIO COMUNE ROMA,CON PREMIER E ALEMANNO – Lo strappo di Fini nei confronti del Pdl non ha provocato cambiamenti negli equilibri interni al Consiglio Comunale di Roma. Gli augelliani, finiani per storia politica, rimangono fedeli al premier e al sindaco Alemanno. Cio’ e’ sintomatico del sottosegretario Andrea Augello che non dovrebbe aderire al gruppo autonomo formato dall’ex leader di An. I fedelissimi di Andrea Augello, Federico Guidi, Pasquale De Luca, Marco Di Cosimo e Federico Rocca, hanno ribadito, attraverso le parole di quest’ultimo, ”siamo con Augello che ha sempre detto che in casi di strappo sarebbe rimasto nel Pdl. Di conseguenza restiamo nel partito che da’ la maggioranza al sindaco Alemanno”. Una maggioranza ed un sostegno che, comunque, ”non sarebbe mai venuta meno”.
17.29 – VERTICE DA BERLUSCONI STASERA A PALAZZO GRAZIOLI – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riunira’ questa sera a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito. Alla riunione prenderanno parte i tre coordinatori del Pdl e i capigruppo di Camera e Senato. Il tema della discussione la decisione dei finiani di costituire dei gruppi autonomi in Parlamento.
17.26 – MARONI, GOVERNO RIMANE COSI’ COM’E’ – ”Il governo rimane cosi’ com’è”. Cosi’ il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha risposto ai giornalisti, al margine dell’inaugurazione nell’aeroporto di Palermo del Body Scanner, che gli chiedevano se la presenza nel governo di sottosegretari finiani mette a rischio l’esecutivo.
17.21 – CIRIELLI, NON ACCETTIAMO LEZIONI DA FINI – ”Come uomo proveniente da Alleanza Nazionale, dico all’On. Fini che chi consente al proprio cognato di impossessarsi di un lascito morale al proprio Partito, non ha titolo per parlare di etica o dare lezioni di legalita’ a chicchessia”. Lo afferma in una nota Edmondo Cirielli, presidente della commissione Difesa della Camera. ”Come uomo del Pdl invece, chiedo al Presidente Berlusconi – aggiunge – di far rispettare il nostro partito. Infatti, chi e’ stato eletto (nominato) nelle nostre fila, non puo’ diffamarci in questo modo e avere l’opportunita’ di costituire un Gruppo parlamentare di maggioranza. In altre parole – conclude Cirielli – e’ inammissibile che chi esce dal proprio Partito in polemica con il leader del Governo e del Partito stesso, possa rimanere in maggioranza”.
17.18 – FINOCCHIARO, DOPO PAROLE FINI CRISI E’ APERTA – ”Nella sua comunicazione Gianfranco Fini ha detto due cose chiare. La prima e’ che non c’e piu’ intesa sul programma elettorale del PDL, quello con cui lui e Berlusconi si erano presentati davanti agli elettori. Anzi, Fini ha accusato Berlusconi di aver tradito quel programma, rivendicando invece la sua fedelta”’. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. ”Il secondo tema e’ quello della questione morale all’interno del partito. Ha esplicitamente affermato che qualcuno nel Pdl ha scambiato il garantismo con l’impunita’.