Rottura tra Berlusconi e Fini. Crisi di governo o la maggioranza resisterà? Segui la diretta su Blitz Quotidiano

La rottura tra Fini e Berlusconi è diventata ufficiale: il Pdl ha infatti approvato un documento che sfiducia il presidente della Camera e “ammonisce” tre dei suoi fedelissimi: Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio. Quali scenari si aprono adesso per la maggioranza e il governo? I “berluscones” giurano che non ci saranno “terremoti”, l’opposizione invece non esita a parlare di “crisi”. Di certo si preannuncia una giornata “bollente” per la politica italiana. Segui la diretta su Blitz Quotidiano.

21.24 – TERMINATO VERTICE; BERLUSCONI A CENA A TOR CRESCENZA – Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha da poco lasciato Palazzo Grazioli, dove si e’ svolto un nuovo vertice di partito con i coordinatori nazionali del Pdl e i capigruppo di Camera e Senato. Il premier si sta ora recando a cena al castello di Tor Crescenza, nei pressi della capitale, dove lo attendono le deputate del Pdl.

19.51 – BONGIORNO INAUGURA SIGLA ‘FLI’ IN AULA – E’ toccato proprio a Giulia Bongiorno e alla sua relazione sul ddl intercettazioni il compito di far comparire nell’aula della Camera la sigla ”Fli”, il nuovo gruppo formalizzato oggi che raggruppa i ”finiani” che hanno lasciato il Pdl. La relazione della Bongiorno, avvenuta in un’aula con ampi spazi vuoti, ha visto infatti debuttare il ”sottopancia” che indica il nome del deputato che interviene riportare come sigla di appartenenza proprio ”Futuro e Liberta’ per l’Italia”, cioe’ ”Fli”. L’intervento e’ stato preannunciato da una battuta del presidente di turno dell’assemblea Maurizio Lupi, che nel dare la parola alla presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, relatrice sul ddl intercettazioni ha detto: ”parli pure con comodo, tempo ne avremo fino a stasera e prevedo che saremo lei ed io…”. Per il resto il dibattito è stato ”incardinato” nelle note posizioni: Idv duramente polemico (”Berlusconi e’ la testa della piovra”, ha detto Di Pietro) mentre il Pd ha articolato una serie di osservazioni tecniche già elencate, punto per punto proprio dal leader dell’Idv.

19.50 – INIZIATO VERTICE A PALAZZO GRAZIOLI CON BERLUSCONI – I vertici del Pdl sono di nuovo riuniti a Palazzo Grazioli, la residenza romana del premier Silvio Berlusconi, per un nuovo summit di partito. All’incontro sono presenti i tre coordinatori nazionali, Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa. Vi prendono parte anche il sottosegretario Paolo Bonaiuti, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, e il suo vice, Gaetano Quagliariello.

19.30 – LA RISPOSTA DI BERLUSCONI A FINI- ”Abbiamo i numeri per andare avanti, così come abbiamo ben chiaro il programma da completare e, grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza”. Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un audiomessaggio ai promotori della Libertà. ”Abbiamo promesso agli italiani un Paese più moderno, più libero, più sicuro, più prospero, meno oppresso dal fisco e dalla burocrazia. Vogliamo riuscire a realizzarlo entro la fine di questa legislatura”.

”Per quanto mi e ci riguarda – prosegue il presidente del Consiglio nel messaggio ai promotori della Libertà – continuerò ad impegnarmi per dare piena attuazione al progetto nato due anni fa, dalla gente, a Milano in piazza San Babila, per far si che questo progetto si radichi fra la gente e sia il partito della gente, perche’ la nostra bandiera sia presente in ognuno degli 8.000 Comuni che costituiscono l’Italia, in ognuna delle oltre 60.000 sezioni elettorali tramite le quali gli italiani scelgono con il voto da chi vogliono essere governati. Sono certo – conclude – che ciascuno di voi sara’ come sempre anche questa volta al mio fianco per vincere le difficili sfide che abbiamo di fronte, per il bene dell’Italia e di tutti gli italiani”.

“Fini e quei deputati che l’hanno seguito, hanno dimostrato di essere lontanissimi dalla nostra cultura liberale. Nello stesso tempo, con il pretesto del diritto di critica, un diritto scontato nel nostro movimento perche’ davvero non c’e’ altra compagine in cui sia piu’ libera la discussione e la proposta, hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione”.

“Per due anni , mentre il Governo affrontava con successo sfide difficilissime, prima fra tutte la crisi economica piu’ grave dal 1929, riuscendo a tutelare le famiglie e le imprese e a portare l’Italia fuori dalle difficolta’ meglio di tutti gli altri paesi europei, altri all’interno della nostra formazione politica remavano contro. E’ accaduto infatti che alcuni eletti dal Popolo della Liberta’, sempre sostenuti purtroppo dall’onorevole Fini- prosegue- hanno lavorato in modo sistematico per svuotare, rallentare, bloccare il nostro lavoro. Peggio, hanno offerto una sponda ai nostri nemici: all’opposizione, ai settori politicizzati della magistratura, a certa stampa, ai peggiori giustizialisti, accreditando in questo modo un’immagine falsa e diffamatoria del Popolo della Libertà”.

”I finiani hanno risposto ‘nessun presidente della Camera ha dato mai le dimissioni. E anche qui non hanno detto il vero. Nel luglio del 1969, verificatosi una situazione di divisione analoga nel Partito Socialista con la sinistra socialista, il presidente Pertini, che era un grand’uomo e che aveva aderito alla sinistra, ritenne doveroso dimettersi e mandò a tutti una lettera con questa dichiarazione: ‘Correttezza vuole ch’io metta a vostra disposizione il mandato da voi affidatomi’. Spero che Pertini possa insegnare a qualcuno il modo in cui ci si debba comportare”. Sandro Pertini, dopo il fallimento della riunificazione tra P.S.I. e P.S.D.I,. aveva rassegnato le dimissioni, respinte da tutti i gruppi parlamentari, nel 1969.

”Hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica , dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione”. Continua Silvio Berlusconi. ”Se questo tentativo avesse avuto successo , sarebbe stato vanificato il significato stesso del Popolo della Liberta’: una politica nuova , ispirata direttamente dal popolo in stretto contatto con il suo leader, una politica basata sulla moralita’ del fare , sulle riforme, sulle grandi battaglie di liberta’. Ma non sono riusciti a prevalere: la stragrande maggioranza dei Parlamentari, degli eletti, dei dirigenti e dei militanti del Popolo della liberta’, provenienti da Forza Italia, da Alleanza Nazionale, e dagli altri partiti, hanno confermato di voler essere leali all’impegno preso con gli elettori che ci hanno votato”, ha aggiunto.

18.49 – CLUB DELLA LIBERTA’,FINI FINALMENTE FUORI FA CHIAREZZA – “Una difesa debole, inefficace, ridicola, che da ragione a tutti quegli elettori che in questi ultimi mesi hanno sofferto insieme a noi le continue bordate del Presidente della Camera e dei suoi boys”. quanto si legge sul sito dei Club della Libertà associazione territoriale del Pdl, in una nota a firma del coordinatore nazionale Andrea Di Sorte. “Finalmente Fini è fuori, anche se forse, – si legge – dentro non c’è mai stato; ma il chiarimento era opportuno, soprattutto per tutti quei cittadini che ci hanno votato. Gianfranco Fini lamenta la gestione ‘aziendale’ del Pdl – prosegue la nota – come se Silvio Berlusconi non avesse innovato la politica italiana, cambiando il modo di intendere i partiti ammodernandoli secondo una concezione democratica e popolare; come se Fini ad un certo punto, si fosse dimenticato di quando, lui davvero, faceva il dittatore”. “Era il 19 Luglio 2005 e con un blitz squadrista – riporta il sito internet -, revocò tutti gli incarichi ai suoi dirigenti di partito (Gasparri, Matteoli, La Russa) per colpa di un colloquio carpito da un giornalista e pubblicato sul Il Tempo nel quale i colonnelli di AN contestavano alcune posizioni di Fini (allora Vicepremier). Su certe tematiche – conclude la nota – Fini fa rabbrividire, parla da democratico dimenticandosi di essere stato un dittatore. Pace. Ormai è dall’altra parte”.

18.41 – SEN. MUSSO, STO VALUDANDO DIMISSIONI DA PARTITO – ”Il documento approvato ieri dal Comitato di Presidenza del Popolo della Liberta’ e’ profondamente illiberale, condito da gravi errori costituzionali e statutari”. Lo dichiara il senatore Enrico Musso che sta ”valutando le dimissioni dal gruppo del Popolo della Liberta’ e l’iscrizione al gruppo misto presso il Senato della Repubblica e il Consiglio Comunale di Genova”. Secondo Musso, ”un fatto di questa gravita’ avrebbe dovuto imporre la convocazione della Direzione nazionale e successivamente del Consiglio nazionale”. ”Le voci che mi indicano gia’ firmatario del documento di adesione al gruppo parlamentare che fa riferimento all’on.Fini – conclude il senatore genovese – non corrispondono al mio attuale orientamento”.

18.28 – MPA PRESSA GOVERNO, APPOGGIO NON PIU’ INCONDIZIONATO – Il Mpa prende atto di ”quello che e’ accaduto oggi nel Pdl”, segno di ”una crisi profonda i cui sintomi erano stati avvertiti ”da tempo in Sicilia”; Il movimento ”continuera’ ad onorare il proprio patto elettorale”, ma si aspetta, ”a maggior ragione dopo i fatti di oggi”, maggior ”attenzione da parte del governo” sugli impegni presi per il Sud e non ancora onorati. Insomma non dara’ piu’ un appoggio incondizionato all’esecutivo. E’ quanto sottolinea il leader del Movimento per le autonomie, Raffaele Lombardo, che facendo il punto sulla posizione del partito, precisa, in una conferenza stampa che il Mpa ”per ora terra’ le proprie delegazioni parlamentari all’interno dei gruppi misti”. Al contempo, Lombardo avverte il governo:”arrivati ai 150 anni di unita’ d’Italia”, senza ”nessun passo avanti per il Sud”, il movimento pressera’ ancora l’esecutivo soprattutto sugli impegni (infrastrutture, trasporti, banche) ”ancora non onorati”, ma la sua ”pazienza” non sara’ senza limiti. ”Ci aspettiamo una svolta seria nell’azione di governo. Oppure ci sara’ un’azione nostra, se questa svolta non c’e”’, insiste Lombardo. Se la svolta non verra’ dall’esecutivo, la ”determineremo – precisa il leader Mpa – comunque noi”. In questo senso,il governatore siciliano non esclude a priori che ”su obiettivi precisi” ci potranno essere delle ”collaborazioni” con i nuovi gruppi finiani. Per Lombardo il fatto che Fini non abbia l’obiettivo di far cadere il governo e che ponga attenzione allo sviluppo del sud e’ ”positivo’.

18.25 – RAISI E FINIANI FORMANO GRUPPO IN PROVINCIA BOLOGNA – Si trasferisce, in piccolo, anche a Bologna, la frattura del Pdl tra i finiani e i fedeli al presidente Berlusconi. Con il Comune commissariato, l’agone diventa la Provincia. Dove, tra l’altro, il capogruppo e’ proprio Enzo Raisi, uno dei deputati di ‘Futuro e liberta’. Lui che, ad aprile, fu bacchettato in televisione dallo stesso premier, insieme a Bocchino e Urso, per le sue posizioni. La situazione in Consiglio provinciale a Bologna, dove il Pdl e’ all’opposizione con nove eletti, vede al momento cinque consiglieri che hanno firmato una documento di fedelta’ a Berlusconi. Tra questi e gli altri quattro e’ subito partita una battaglia a suon di comunicati, tutti, curiosamente ancora inviati dalla stessa, per ora unica, segreteria del gruppo. Cosi’ Roberto Flaiani ha annunciato la nascita di un ”gruppo che fara’ politica rappresentando il centro destra che non si riconosce nel centralismo carismatico”, parlando di una ”maggioranza risicata” dei berlusconiani. A Flaiani ha risposto prontamente Luca Finotti, alfiere della parte opposta, pronosticando per i finiani ”un gruppo ridotto”, con ”l’assenza quasi continua” di Raisi, cosi’ ”come ha fatto in tutti questi mesi”. Quasi istantanea la controreplica di Flaiani: ”Come mai Finotti non censura il senatore Berselli (coordinatore regionale Pdl,ndr) che non penso davvero ‘scaldi’ molto, nella sua veste di consigliere, i banchi del consiglio provinciale di Rimini?”.

18.15 – CASINI, ORA FINI E BERLUSCONI CHIEDANO SCUSA A ITALIANI – ”Ora Berlusconi e Fini dicano agli italiani che hanno sbagliato”. Lo ha affermato in una conferenza stampa alla Camera Pier Ferdinando Casini, che ricorda come a suo tempo boccio’ la nascita del Pdl. Casini ha espresso ”preoccupazione per uno scontro istituzionale che non ha precedenti nella storia della Repubblica, visto che non si e’ mai visto che un presidente del Consiglio chiedesse le dimissioni del Presidente della Camera; e questo non va minimizzato”. A suo giudizio la crisi ”va ricondotta in parlamento”, con il premier Berlusconi che dovrebbe ”venire a riferire” alle Camere. Casini si e’ quindi tolto alcuni sassolini dalle scarpe: ”due anni fa – ha detto – denunciammo i rischi di un bipartitismo forzato, e ora i fatti e non le chiacchiere ci danno ragione”. ”Noi due anni fa – ha ricordato – dicemmo ‘non svenderemo i nostri valori’ e fummo svillaneggiati dai fautori del bipartitismo. Berlusconi e Fini insieme si sono presentati agli italiani e insieme dovrebbero ora chiedergli scusa. Quello che accade oggi e’ il frutto di una affrettata unione, e noi lo avevamo denunciato”. ”E’ stato fatto uno sbaglio collettivo dall’uno e dall’altro – ha insistito Casini – da parti di chi pensava che per fare un nuovo partito bastasse salire sul predellino e da parte di chi ci e’ salito sopra. Ci vorrebbe da parte lo uno atto di umilta”’. ”Noi lo avevamo detto che non poteva reggere – ha concluso – e vorremmo che oggi qualcuno lo ricordasse”.

17.53 – CASINI, SERVE ALTRO GOVERNO, NO SOSTEGNO A BERLUSCONI – L’Udc esclude ”qualsiasi sostegno” al governo Berlusconi in Parlamento, ed anzi rilancia la proposta di un diverso esecutivo, un ”governo di responsabilita’ nazionale”. Lo ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, in una conferenza stampa alla Camera. ”Escludo qualsiasi sostegno a questo governo – ha detto Casini – siamo un partito di opposizione; come potremmo sostenerlo?”.

”Noi abbiamo invece avanzato nei giorni scorsi una proposta ben precisa alla luce del sole – ha ricordato il leader dell’Udc – e cioe’ quella di un governo di responsabilita’ nazionale. Il trasformismo parlamentare e’ uno dei fenomeni peggiori in politica, e per noi fare da tappabuchi sarebbe umiliante, e francamente nessuno ce lo ha chiesto”. ”Noi ci acconteteremo – ha insistito – di un altro governo, che chi ha sbandierato finora l’autosufficienza ammettesse che non esiste. Servirebbe una responsabilita’ nazionale e anche un rapporto diverso con le opposizioni”. Casini ha pure escluso una campagna acquisti da parte del governo verso singoli parlamentari dell’Udc: ”I nostri parlamentari sono salti, del tutto immunizzati. Il nostro e’ un gruppo ampio e vaccinato; chi e’ venuto con noi, infatti, sapeva bene che non c’era il potere”.

17.41 – FINIANI IN CONSIGLIO COMUNE ROMA,CON PREMIER E ALEMANNO – Lo strappo di Fini nei confronti del Pdl non ha provocato cambiamenti negli equilibri interni al Consiglio Comunale di Roma. Gli augelliani, finiani per storia politica, rimangono fedeli al premier e al sindaco Alemanno. Cio’ e’ sintomatico del sottosegretario Andrea Augello che non dovrebbe aderire al gruppo autonomo formato dall’ex leader di An. I fedelissimi di Andrea Augello, Federico Guidi, Pasquale De Luca, Marco Di Cosimo e Federico Rocca, hanno ribadito, attraverso le parole di quest’ultimo, ”siamo con Augello che ha sempre detto che in casi di strappo sarebbe rimasto nel Pdl. Di conseguenza restiamo nel partito che da’ la maggioranza al sindaco Alemanno”. Una maggioranza ed un sostegno che, comunque, ”non sarebbe mai venuta meno”.

17.29 – VERTICE DA BERLUSCONI STASERA A PALAZZO GRAZIOLI – Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riunira’ questa sera a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito. Alla riunione prenderanno parte i tre coordinatori del Pdl e i capigruppo di Camera e Senato. Il tema della discussione la decisione dei finiani di costituire dei gruppi autonomi in Parlamento.

17.26 – MARONI, GOVERNO RIMANE COSI’ COM’E’ – ”Il governo rimane cosi’ com’è”. Cosi’ il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha risposto ai giornalisti, al margine dell’inaugurazione nell’aeroporto di Palermo del Body Scanner, che gli chiedevano se la presenza nel governo di sottosegretari finiani mette a rischio l’esecutivo.

17.21 – CIRIELLI, NON ACCETTIAMO LEZIONI DA FINI – ”Come uomo proveniente da Alleanza Nazionale, dico all’On. Fini che chi consente al proprio cognato di impossessarsi di un lascito morale al proprio Partito, non ha titolo per parlare di etica o dare lezioni di legalita’ a chicchessia”. Lo afferma in una nota Edmondo Cirielli, presidente della commissione Difesa della Camera. ”Come uomo del Pdl invece, chiedo al Presidente Berlusconi – aggiunge – di far rispettare il nostro partito. Infatti, chi e’ stato eletto (nominato) nelle nostre fila, non puo’ diffamarci in questo modo e avere l’opportunita’ di costituire un Gruppo parlamentare di maggioranza. In altre parole – conclude Cirielli – e’ inammissibile che chi esce dal proprio Partito in polemica con il leader del Governo e del Partito stesso, possa rimanere in maggioranza”.

17.18 – FINOCCHIARO, DOPO PAROLE FINI CRISI E’ APERTA – ”Nella sua comunicazione Gianfranco Fini ha detto due cose chiare. La prima e’ che non c’e piu’ intesa sul programma elettorale del PDL, quello con cui lui e Berlusconi si erano presentati davanti agli elettori. Anzi, Fini ha accusato Berlusconi di aver tradito quel programma, rivendicando invece la sua fedelta”’. Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. ”Il secondo tema e’ quello della questione morale all’interno del partito. Ha esplicitamente affermato che qualcuno nel Pdl ha scambiato il garantismo con l’impunita’.

Si tratta di questioni politiche molto importanti. Berlusconi ieri ha chiesto le dimissioni di Fini da Presidente della Camera, confermando in questo la sua visione proprietaria della democrazia: il Presidente del Consiglio non sopporta l’equilibrio tra le cariche dello Stato, non sopporta il dissenso e pensa che la legge sia uguale per tutti ma non per lui e per i suoi amici. In piu’, e qui siamo al paradosso, vuole cacciare Fini ma non vuole cacciare i ministri finiani dal Governo”. ”Oggi, piu’ di ieri, dopo le parole di Fini la crisi e’ aperta. Fini ha chiaramente detto che rendera’ difficile la vita al Governo non garantendo la fiducia a priori, ma ragionando su ogni provvedimento. Sono chiari i riferimenti a provvedimenti che Fini ha considerato un tradimento degli impegni con gli elettori. Ci troviamo di fronte al fallimento del progetto politico del PDL e di fronte ad una seria crisi istituzionale. Berlusconi ne prenda atto e venga in Parlamento al piu’ presto. Camera e Senato devono poter discutere di quello che sta avvenendo. Non e’ possibile fare finta di niente”.

17.15 – ALEMANNO, SCHIERATO CON CHIAREZZA CON BERLUSCONI – ”Sono schierato con chiarezza dalla parte di Berlusconi, mi dispiace per quanto accaduto, pero’ sto nel Pdl convintamente”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando a margine di una manifestazione sociale all’Aquila il divorzio tra il premier, Silvio Berlusconi, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini.

17.12 – DE POLI (UDC), IN CORSO INDECENTE CAMPAGNA ACQUISTI – ”In queste ore in Parlamento e’ in corso un’indecente campagna acquisti. Consiglio a tutti di non perdere il senso della misura e di mantenere un comportamento serio e responsabile poiche’ le conseguenze potrebbero gettare grave discredito sulle istituzioni e generare effetti davvero spiacevoli”. Lo dichiara Antonio De Poli, portavoce nazionale dell’UDC.

17.09 – NAPOLI, COMPORTAMENTO FINI APRE FALLA IN GARANZIE – Gianfranco Fini ”e’ in fuga da se stesso”. E’ l’opinione del vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, secondo cui l’ex leader di An ”fa pagare al Paese il prezzo delle sue ambizioni personali perche’ nessun italiano si e’ accorto di avere meno liberta”’. ”Spieghi Fini come fara’ a essere imparziale presidente della Camera – aggiunge Napoli – e fazioso uomo politico. E’ evidente che da oggi si apre una falla enorme nel sistema delle garanzie istituzionali”.

17.09 – BONIVER, STRAPPO FINI E’ RITORNO A FRANCHI TIRATORI – Con la costituzione alla Camera del nuovo gruppo dei finiani, ”le lancette dell’orologio sono tornate alla politica delle mani libere e dei franchi tiratori”. Lo sostiene Margherita Boniver, deputato Pdl e presidente del Comitato Schengen. ”Le conseguenze – aggiunge – sono sotto gli occhi di tutti e facilmente prevedibili: viene formalizzata una vera e propria guerriglia all’interno di questa maggioranza. Mi auguro che il Premier agisca con la massima determinazione e tragga da questo delicato passaggio le logiche deduzioni”.

16.56 – BONDI,RUOLO GARANZIA INCONCILIABILE CON GRUPPO POLITICO – ”Questa mattina gli uffici del Presidente della Camera hanno finito per assomigliare alla sede di una corrente politica”. Lo dice il coordinatore nazionale del Pdl, senatore Sandro Bondi. ”Con il tempo – aggiunge – anche l’onorevole Fini non potra’ non prendere atto di come sia impossibile, oltre che inopportuno, esercitare un ruolo di garanzia, come quello attribuito al Presidente della Camera, e nello stesso tempo quello di ispiratore di un gruppo parlamentare”.

16.51 – CICCHITTO, ROTTURA POLITICA. FINI RIMUOVE SUE POLEMICHE – La rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini e’ avvenuta ”per una logica politica, e non aziendale”. Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, replica cosi’ alle affermazioni del presidente della Camera, accusandolo di ”avere rimosso i mesi di polemica martellante da lui condotta e da alcuni parlamentari a lui legati”. E’ stato questo comportamento, secondo il presidente dei deputati Pdl, ”che ha provocato la crisi del Pdl e una situazione di incompatibilita’ politica”. Di qui, sostiene, e’ infatti derivata ”la rottura e l’affermazione contenuta nel documento del Pdl sulla caduta del rapporto di fiducia che ha portato il Pdl a eleggerlo a presidente della Camera per divenire espressione delle istituzioni, ma nel quadro di un rapporto di solidarieta’ politica con il centro-destra”. ”Quello che e’ certo – conclude Cicchitto – e’ che c’e’ stato un netto chiarimento a livello politico e del partito. Cio’ pone al Pdl l’esigenza di un forte rilancio politico e organizzativo”.

16.49 – GIORGIO CONTE ‘REGGENTE’ GRUPPO FINIANI ALLA CAMERA – E’ Giorgio Conte il ”reggente” del gruppo di Futuro Liberta’ Italia alla Camera. Lo ha annunciato in aula il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, che ha comunicato la costituzione del nuovo gruppo. Lupi ha detto che in attesa della costituzione degli organi del nuovo gruppo e dell’elezione del capogruppo, ”la rappresentanza e’ assicurata da Giorgio Conte”. Cio’ significa che sara’ lui a partecipare alle eventuali riunioni della Conferenza dei capigruppo. Giorgio Conte, 49 anni, vicentino, e’ deputato in questa legislatura dal 10 giugno scorso, quando e’ subentrato a Elisabetta Gardini, a sua volta entrata al Parlamento europeo. Conte e’ pero’ stato deputato anche nelle due precedenti legislature, durante le quali e’ stato membro della Commissione Affari costituzionali.

16.21 – COSTITUITO GRUPPO CAMERA DI FUTURO E LIBERTA PER L’ITALIA – E’ stata data formale annunzio, all’inizio della seduta della Camera del pomeriggio della costituzione del gruppo ”Futuro e liberta’per l’Italia”. Il Presidente di turno, Maurizio Lupi, ha dato lettura dei nomi di coloro che hanno aderito al nuovo gruppo.

Hanno aderito al nuovo gruppo – ha spiegato il vicepresidente Lupi – Enzo Raisi, Italo Bocchino, Luca Barbareschi, Maria Grazia Siliquini, Benedetto Della Vedova, Angela Napoli, Francesco Proietti Cosimi, Aldo Di Biagio, Francesco Divella, Claudio Barbaro, Antonio Bonfiglio, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti, Flavia Perina, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giorgio Conte, Luca Bellotti, Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Bongiorno, Catia Polidori, Carmine Patarino, Giulia Cosenza, Silvano Moffa, Mirko Tremaglia, Adolfo Urso, Roberto Menia, Giuseppe Consolo, Giuseppe Angeli, Souad Sbai, Gianfranco Paglia. Il vicepresidente Lupi ha spiegato che il nuovo gruppo ”si riserva di comunicare il nome del presidente” e nel frattempo ”la rappresentanza del gruppo e’ affidata a Giorgio Conte”.

16.02 – STUDENTI PER LIBERTA’, FIRMA DOCUMENTO IRRINUNCIABILE – ”Sottoscrivere, anche nel movimento giovanile, il documento approvato ieri dall’Ufficio di Presidenza del Pdl, e’ un passaggio che non si puo’ eludere”. E’ quanto afferma Pietro De Leo, portavoce nazionale di Studenti per le Liberta’, movimento universitario dei giovani del Pdl. ”Giovane Italia, infatti – spiega – poggia le sue basi su valori comuni, tra i quali il garantismo e la centralita’ della persona, nel segno di una grande leadership, quella di Silvio Berlusconi. Chi non e’ piu’ in grado di condividere questi principi e’ il caso che esca allo scoperto, onde evitare fastidiosi controcanti e inutili polemiche che avrebbero soltanto il compito di frenare la realizzazione di un progetto in cui crediamo e che e’ l’unico approdo della nostra passione politica”.

15.53 – PDL: BERSANI, TROPPE FALLE, GOVERNO NON C’E’ PIU’ – ”E’ sempre difficile dire quanto possa durare la respirazione artificiale ma il governo non c’e’ piu’. Le cose dette fin qui dalla maggioranza, nelle sue varie anime, dimostrano che bisogna guardare la realta’. Non si puo’ sperare di galleggiare con falle cosi’ evidenti nella barca”. Cosi’ il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rilancia ”una fase di transizione per poi andare al voto in una logica bipolare” dopo le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini.

Legge elettorale, misure economiche e sociali per il paese, norme anticorruzione sono gli oggetti della piattaforma di un governo di transizione, che il Pd propone alla luce della rottura dentro il Pdl. ”La maggioranza prenda atto della sua crisi – afferma Bersani – questa e’ la sostanza e bisogna andare fino in fondo. Se si riflette di una fase nuova siamo pronti a sostenere una transizione. Poi ognuno fa la sua proposta al paese, in una logica bipolare”. Un governo di transizione che potrebbe anche chiudere la partita del federalismo a patto che, spiega il leader Pd, ci sia un confronto: ”Noi abbiamo la nostra piattaforma e siamo pronti a discuterne”.

15.52 – PARLAMENTARI FINIANI IN MASSA A CONFERENZA STAMPA LEADER – I numeri ufficiali dei gruppi parlamentari dei finiani non sono ancor noti, ma intanto i senatori e i deputati che hanno aderito all’iniziativa del Presidente della Camera hanno voluto mostrarsi alla stampa. Essi, infatti, erano presenti in massa alla dichiarazione fatta alla stampa da Fini nella sala dell’Hotel Minerva. La sala, gia’ piena di giornalisti, e’ stata riempita pochi minuti prima dell’inizio della dichiarazione di Fini, dai suoi parlamentari che si sono disposti ai due lati del tavolo da cui ha parlato poi il presidente della Camera. Tutti sorridenti, come a volerci ”mettere la faccia”. Tra i numerosi deputati e senatori assiepati c’erano, in prima fila, Carmelo Briguglio, Italo Bocchino e Fabio Granata, deferiti ieri dall’ufficio di presidenza del Pdl. Accanto a loro Benedetto della Vedova, Adolfo Urso, Roberto Menia, Ida Germontani, Maria Grazia Siliquini, Flavia Perino, Silvano Moffa, e altri ancora nelle seconde e terze file. Non si sono visti alcuni parlamentari considerati in dubbio come Mario Baldassarre, Andrea Augello e Pasquale Viespoli.

15.36 – GRANATA, LEALI SU PROGRAMMA, SU RESTO MANI LIBERE – ”Saremo leali al programma di Governo mentre sul resto avremo le mani libere”. Il deputato finiano, Fabio Granata, spiega cosi’ l’atteggiamento del neogruppo Futuro di Liberta’ per l’Italia, presentato oggi dopo il divorzio tra il premier Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Granata, insieme alla pattuglia di deputati e senatori finiani che lasceranno il gruppo del Pd, hanno presenziato alla comunicazione che l’ex leader di An ha fatto alla stampa all’hotel Minerva a Roma. ”Fini ha risposto in modo pacato al documento incomprensibile votato ieri nell’Ufficio di presidenza del Pdl”.

15.25 – FINI: ESPULSO IN DUE ORE SENZA POTER ESPRIMERE MIE RAGIONI – ”In due ore, senza la possibilita’ di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare”. Lo denuncia Gianfranco Fini durante la dichiarazione alla stampa all’hotel Minerva. ”Sono stato ritenuto colpevole – spiega Fini – di ‘stillicidio di distinguo o contrarieta’ nei confronti del governo’, ‘critica demolitoria alle decisioni del partito’, ‘attacco sistematico al ruolo e alla figura del premier”’. ”Inoltre – prosegue – avrei ‘costantemente formulato orientamenti’ e persino, pensate che misfatto, ‘proposte di legge che confliggono col programma elettorale”’.

15.23 – FINI: IERI SCRITTA UNA BRUTTA PAGINA PER CENTRODESTRA – ”Ieri e’ stata scritta – ha affermato Gianfranco Fini – una brutta pagina per il centrodestra e piu’ in generale per la politica italiana. Cio’ tuttavia non ci impedira’ di preservare i valori autenticamente liberali e riformisti del Pdl e di continuare a costruire un Futuro di Liberta’. Per l’Italia”, ha aggiunto nel corso di una breve dichiarazione alla stampa.

15.22 – FINI: RINGRAZIO CHI ESPRIMERA’ PROTESTA PER DECISIONE PDL – ”Ringrazio dal piu’ profondo del cuore i parlamentari del Pdl che nelle prossime ore daranno vita ad iniziative per esprimere la loro protesta per quanto deciso ieri dal vertice del partito”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso della conferenza stampa all’hotel Minerva.

15.21: FINI: ELETTORI NON CAPISCONO GARANTISMO CHE DIVENTA IMPUNITA’ – Gianfranco ‘Fini intende impegnarsi per difendere la ”legalita” perche’ molti cittadini del centro destra ”non capiscono perche’ nel nostro partito il garantisco, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunita’.” Lo ha detto lo stesso presidente della Camera in una dichiarazione alla stampa.

”Ringrazio i tantissimi cittadini – ha dichiarato Fini – che in queste ore difficili mi hanno manifestato la loro solidarieta’ e mi hanno invitato a continuare nella difesa di valori irrinunciabili quale l’amor di patria, la coesione nazionale, la giustizia sociale, la legalita”’. ”Legalita’ – ha insistito Fini – intesa nel senso piu’ pieno del termine, cioe’ lotta al crimine come meritoriamente sta facendo il governo, ma anche legalita’ intesa come etica pubblica, senso dello Stato, rispetto delle regole”. ”E’ un impegno che avverto come preciso dovere – ha aggiunto Fini – anche per onorare il patto con quei milioni di elettori del Pdl onesti, grati alla magistratura e alle forze dell’ordine, e non capiscono perche’ nel nostro partito il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunita’.

15.21 – ALEMANNO: BERLUSCONI O FINI? NON HO ANCORA LE IDEE CHIARE – ”Non ho ancora le idee chiare”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno riferendosi alla situazione all’interno del Pdl con la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.

15.20 – FINI: BERLUSCONI HA LOGICA AZIENDALE, NON ISTITUZIONALE – ”Ovviamente non daro’ le dimissioni perche’ a tutti e’ noto che il presidente deve garantire il rispetto del Regolamento e la imparziale conduzione dell’attivita’ della Camera, non deve certo garantire la sola maggioranza che lo ha eletto”. Lo ha detto Gianfranco Fini, in conferenza stampa all’hotel Minerva. ”Sostenerlo dimostra una logica aziendale – prosegue Fini – modello amministratore delegato-consiglio d’amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni”.

15.18 – FINI: BERLUSCONI NON HA CONCEZIONE LIBERALE DELLA DEMOCRAZIA – Quella di Silvio Berlusconi e’ una ”concezione non proprio liberale della democrazia” e viene dimostrato ”dall’invito a dimettermi dalla presidenza di Montecitorio perche’ e’ venuta meno la fiducia del Pdl”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso di una breve dichiarazione alla stampa. ”Ieri sera in due ore e senza poter esprimere le mie ragioni – ha aggiunto Fini – sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare”.

15.14 – FINI: SOSTENGO O CONTESTO GOVERNO A SECONDA DELLE SCELTE – Il gruppo che nascera’ dai deputati e senatori che hanno lasciato il Pdl ”e’ formato di uomini e donne liberi che sosterranno lealmente il governo ogni qual volta saranno prese scelte nel solco del programma elettorale e lo contrasteranno se le scelte saranno ingiustamente lesive dell’interesse generale”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nella comunicazione alla stampa sulle sue scelte dopo il divorzio dal premier Silvio Berlusconi.

15.13 – FINI: NON MI DIMETTO – ”Non daro’ le dimissioni da presidente della Camera” conferma Gianfranco Fini, all’inizio della conferenza stampa, convocata dopo la rottura con Silvio Berlusconi.

15.01 – PER FINI GRUPPO ANCHE AL SENATO – Anche al Senato ci sono i numeri per costituire il gruppo finiano ‘Futuro e Liberta”. A Palazzo Madama e’ stata infatti toccata la soglia dei 10 senatori necessaria per costituire un gruppo autonomo, mentre alla Camera e’ gia’ stato depositato il nome del gruppo dei deputati, al quale hanno gia’ aderito 34 finiani.

14.22 – NOME GRUPPO FINI, FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA – Il nome dei nuovi gruppi parlamentari formati da deputati e senatori finiani e’ ‘Futuro e liberta’ per l’Italia’. Lo si apprende da alcuni deputati vicini al presidente di Montecitorio e confermato dal sito di Generazione Italia.

Tra i nomi del nuovo gruppo figurano anche quelli quelli di Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Buongiorno, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti, Flavia Perina, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, Giorgio Conte, Luca Bellotti, Catia Polidori, Silvano Moffa, Mirko Tremaglia, Adolfo Urso, Roberto Menia, Giuseppe Consolo, Giuseppe Angeli, Souad Sbai, Gianfranco Paglia, Enzo Raisi, Italo Bocchino, Luca Barbareschi,Maria Grazia Siliquini, Benedetto Della Vedova, Angela Napoli, Francesco Proietti, Aldo Di Biagio, Carmine Santo Patarino, Giulia Cosenza, Francesco Divella, Claudio Barbaro, Antonio Bonfiglio.

13.58 – PDL: GIOVANARDI, INSOSTENIBILE L’ATTUALE ASSETTO DEL PARTITO – ”In Ufficio di Presidenza ho lealmente indicato i rischi di una rottura traumatica tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera dei Deputati, pur votando a favore di un documento che era di fatto una sorta di voto di fiducia al presidente del mio partito”. Lo dice Carlo Giovanardi (Pdl), sottosegretario alla presidenza del Consiglio. ”A questo punto per il bene del Governo e della maggioranza, chiedo al Presidente Berlusconi – prosegue – di farsi carico personalmente dell’attuale insostenibile assetto del Pdl, per farlo diventare finalmente quel partito democratico, popolare, di ispirazione cristiana che abbiamo a suo tempo contribuito a fondare”.

13.29 – PDL: FORMIGONI, IN LOMBARDIA PARTITO COMPATTO CON IL PREMIER – ”In Regione Lombardia il Pdl e’ sempre stato compatto intorno alle posizioni del presidente Berlusconi”: e’ stata questa la risposta del governatore Roberto Formigoni alle domande dei giornalisti, a margine di un incontro a Milano, sulle possibili ricadute della rottura tra il premier e Gianfranco Fini. ”No, non ci saranno ricadute in regione – ha proseguito Formigoni – e continueremo a lavorare con grande serenita’ e compattezza anche in una alleanza molto solida con la Lega. Quindi Regione Lombardia continua a lavorare al meglio”.

13.23 – PDL: UDC, ROTTURA BERLUSCONI-FINI E’ FALLIMENTO BIPOLARISMO – ”Con lo strappo tra Berlusconi e Fini e la fine dell’esperimento del Popolo della Liberta’, termina, come l’Udc dice da tempo, la forzatura di questo sbagliato bipolarismo italiano. E’ il momento di guardare al futuro e di rilanciare le riforme che servono al Paese. Tra queste, bisogna restituire agli elettori un sistema elettorale che davvero li rappresenti e permetta loro di scegliere i loro rappresentanti in Parlamento al di la’ delle ingessature pregiudiziali”. Lo dichiarano in una nota i deputati dell’Unione di Centro Lorenzo Ria e Rocco Buttiglione, che hanno presentato una proposta di legge di modifica del sistema elettorale. Il testo propone un sistema elettorale ispirato al modello tedesco con sbarramento al cinque per cento e divieto di candidature plurime. ”Vogliamo ridare la parola al cittadino-elettore – spiega Ria -. L’attuale sistema elettorale contiene storture tanto evidenti quanto profonde, che nel tempo hanno contribuito ad aggravare lo scollamento tra istituzioni e societa’ civile. La riforma del sistema elettorale e’ necessaria. La nostra proposta prevede la suddivisione per meta’ tra i seggi attribuiti in collegi uninominali, con formula maggioritaria, e meta’ in liste circoscrizionali. Inoltre, il divieto di candidature plurime: norma che ha indebolito il rapporto tra parlamentari e territori: noi proponiamo che sia solo uno il collegio uninominale nel quale diviene possibile presentare la candidatura e due le liste circoscrizionali in cui e’ possibile trovare lo stesso candidato. Inoltre e’ previsto una specifica disposizione per garantire la rappresentanza di genere: non piu’ di due terzi di candidati dello stesso sesso in ogni circoscrizione”. ”Nelle prossime settimane – annuncia l’esponente centrista – avvieremo una campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini perche’ sappiamo bene che uno dei temi che stanno piu’ a cuore degli italiani e’ quello di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento”.

13.07 – PDL: MARONI, NAVIGAZIONE A VISTA MA FINIREMO LEGISLATURA – ”Sono convinto che nonostante le tensioni nel Pdl, il governo mantiene la sua maggioranza e la capacita’ di condurre a termine la legislatura”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, commentando la crisi aperta nel Pdl dopo lo scontro tra Berlusconi e Fini. ”Sara’ una navigazione piu’ a vista di quanto fatto finora – ha ammesso Maroni – ma i numeri piu’ stretti renderanno piu’ facile il lavoro, perche’ aumentera’ la consapevolezza che bisogna essere sempre presenti e attenti”. E in proposito il ministro ha ricordato che nonostante la ”larghissima maggioranza”, in questi due nani spesso il governo e’ andato sotto, come ad esempio sul provvedimento che aumentava il periodo di trattenimento nei Cie da due a sei mesi: ”Ora ci impegneremo di piu’ – conclude Maroni – sono fiducioso”.

13.05 – PDL: STAMPA ESTERA; PARTITO IMPLODE, GOVERNO SULL’ORLO CRISI – Un implosione drammatica, che lascia il governo italiano sull’orlo della crisi. La rottura tra i cofondatori del Pdl, Silvio Berluconi e Gianfranco Fini, e’ balzata sui principali quotidiani stranieri. Che, dal britannico Financial Times allo spagnolo El Pais, evidenziano come lo strappo possa preludere ad una crisi di governo. Per l’Ft si tratta di un vero e proprio ”tumulto politico, data l’implosione del partito di Berlusconi. Una frattura drammatica”. Il premier, scrive il giornale londinese, assicura che il governo ”non e’ a rischio”. Ma il Cavaliere ”potrebbe perdere la sua maggioranza in una delle due Camere o vederla perdere peso fino ad una pericolosa manciata di voti”. Sempre a Londra, il Guardian sottolinea come Berlusconi ”stia affrontando una crisi parlamentare poiche’ il presidente della Camera rifiuta di dimettersi”. Sulla stessa linea il Daily Telegraph: la rottura ”spinge il governo verso la crisi” proprio dopo l’approvazione di ”un’impopolare” manovra. Del resto, ”la faida tra i due cofondatori rafforza l’impressione che il governo ha perso i suoi obiettivi e la sua direzione”, scrive il quotidiano Gb. In Spagna, El Pais titola ”Berlusconi rompe con Fini e lascia il governo per aria” e l’Italia ”si sveglia ancora una volta nell’incertezza politica, concentrata sull’aritmetica del nuovo, nuvoloso scenario politico”. Ora ”il destino del governo dipende dalla capacita’ di Fini di attirare a se”’ gli altri parlamentari dopo ”la fine di un matrimonio di convenienza, la dissoluzione di un partito che mai ha cessato di essere una fredda fusione tra la berlusconiana Forza Italia e la postfascista An”. Oltreoceano, il Wall Street Journal parla di ”censura drammatica” del Pdl verso Fini sottolineando come il numero di finiani pronti a gruppi indipendenti ”e’ sufficiente per minacciare la sopravvivenza della maggioranza”.

12.37 – GOVERNO: DOPO CDM BERLUSCONI A COLLOQUIO CON BOSSI (2) – L’incontro e’ durato circa venti minuti e si e’ tenuto immediatamente dopo la riunione del Consiglio dei ministri. Alla riunione con il presidente del Consiglio era presente gran parte del vertice della Lega: oltre al leader Umberto Bossi, i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, il vicepresidente del Senato Rosi Mauro e il capogruppo a Palazzo Madama, Federico Bricolo.

12.28 – GOVERNO:BERLUSCONI A RONCHI, SQUADRA NON CAMBIA – ”Gli amici di Fini al governo lavorano bene, non ho dubbi sulla loro lealta’ e non ho ragione di modificare la squadra di governo. Quindi si prosegue cosi”’. A margine del consiglio dei ministri, il premier Silvio Berlusconi – secondo quanto riferito – ha ripetuto al ministro Andrea Ronchi il concetto gia’ espresso ieri quando, annunciando alla stampa la rottura con Fini, aveva spiegato che sulla permanenza dei finiani al governo avrebbe deciso il governo, ma per quanto lo riguardava personalmente non avrebbe avuto difficolta’ a continuare la collaborazione con i ”validi ministri” finiani.

12.22 – PDL: BOSSI, ELEZIONI ANTICIPATE? IL SENATUR ALZA DITO MEDIO – Umberto Bossi spolvera uno dei suoi gesti preferiti, l’alzata del dito medio, per esprimere la sua contrarieta’ all’ipotesi di elezioni anticipate in caso di crisi di governo. ”Ministro, si va al voto anticipato?”, gli chiedono i giornalisti in Transatlantico. E lui, senza proferir parola, alza il dito medio.

12.21 – GOVERNO: DOPO CDM BERLUSCONI A COLLOQUIO CON BOSSI – Al termine del Consiglio dei ministri il premier Silvio Berlusconi ha incontrato il leader della Lega Nord Umberto Bossi.

12.10 – CDM: BERLUSCONI NON FA CENNO ALLA ROTTURA CON FINI – Nel primo consiglio dei ministri dopo la rottura con il cofondatore Gianfranco Fini il premier Silvio Berlusconi, riferiscono i presenti, non ha fatto cenno alla divisione nel Pdl e alle decisioni dell’ufficio di presidenza del partito, che ieri ha espresso una dura censura politica verso il presidente della Camera e deferito ai probiviri Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. A margine del cdm, invece, il premier avrebbe affrontato con il ministro Andrea Ronchi la questione della presenza al governo dei finiani: un ministro, appunto Ronchi, il viceministro Adolfo Urso ed i quattro sottosegretari Roberto Menia, Pasquale Viespoli, Andrea Augello e Antonio Bonfiglio.

12.06 – GOVERNO:CAMERA, OSTRUZIONISMO IDV FINCHE’ BERLUSCONI IN AULA – I deputati dell’Idv praticheranno ostruzionismo nell’aula della Camera fino a quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non verra’ in Parlamento a riferire sulla situazione politica alla luce della spaccatura nel Pdl: e’ quanto si apprende da fonti del partito di Antonio Di Pietro. Alla Camera restano da esaminare due decreti legge prima della pausa estiva: su questi provvedimenti il regolamento di Montecitorio concede ampi spazi per praticare ostruzionismo.

11.28 – PDL: TABACCI,NO A SOCCORSI,BERLUSCONI AVANTI SENZA ARROGANZA – ”Non mi pare proprio che ci sia nessuna ipotesi di sostituire alcunché. Non c’è nessuna tentazione al soccorso”. Così ai microfoni di CNRmedia Bruno Tabacci (API) commenta il possibile sostegno esterno del suo partito al Governo dopo la rottura nel Pdl. “Mi pare che Berlusconi abbia un governo sfilacciato e una maggioranza che deve conquistarsi di volta in volta. Fini gli darà i voti sui provvedimenti per non lasciare la golden share alla Lega. Credo che il Governo debba andare avanti, magari se Berlusconi lo facesse con meno arroganza, ascoltando le voci nel Parlamento, sarebbe pure utile invece di mandarci dei provvedimenti sui quali impone continuamente la fiducia. Il meccanismo della decretazione d’urgenza con i voti di fiducia ha svuotato il Parlamento. Secondo me – conclude – è ora di cambiare strada”.

11.19 – PDL: DICHIARAZIONI DI FINI OGGI ALLE 15 ALL’HOTEL MINERVA – Alle ore 15, presso l’Hotel Minerva (p.za della Minerva, Roma) l’on. Gianfranco Fini farà una dichiarazione alla stampa. Lo rende noto un comunicato.

10.47 – IL GRUPPO DI FINI SI CHIAMERA’ AZIONE NAZIONALE – È ‘Azione Nazionale’ il nome che dovrebbe assumere il gruppo parlamentare autonomo che sarà lanciato questo pomeriggio da Gianfranco Fini. Sarebbero 35 i deputati fedeli a Gianfranco Fini che potrebbero entrare in un nuovo gruppo. Qualche problema in più invece ci sarebbe in Senato, dove proseguono i contatti per raggiungere il numero utile a costituire un gruppo: i finiani però assicurano di essere già almeno in undici.

10.29 – PDL: CRISI PARTIT ARRIVA IN AULA, CICCHITTO SFIDUCIA FINI – La crisi del Pdl arriva in aula alla Camera, con il capogruppo Fabrizio Cicchitto che ”sfiducia” il presidente Gianfranco Fini, e le opposizioni, a partire dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha chiesto che il premier Berlusconi venga a chiarire in Parlamento. All’inizio dei lavori dell’Assemblea di Montecitorio, i deptuati del Pd si sono presentati al completo, in un’aula vuota visto che non erano previste votazioni. Bersani ha incalzato Berlusconi: ”Non si pensi che e’ agosto e che si vada a finire a tarallucci e vino. Il Presidente del Consiglio venga in Parlamento”, visto che la crisi dentro al Pdl ”e’ insanabile”. ”E per cortesia – ha aggiunto – non ci venga propinato l’antico rito che ‘e successo ma non e’ successo’, ‘il motore e’ rotto ma la macchina va’. Il Paese non ha questi tempi, ha altre esigenze”. Anche l’Udc, con Angelo Compagnon, e l’Idv con Carlo Monai, hanno fatto un’analoga richiesta a Berlusconi. Immediata la controreplica di Cicchitto, spalleggiato in aula dal suo vice Osvaldo Napoli e da una manciata di altri deputati: ”Certamente si e’ aperta una questione seria all’interno del Pdl, ma non ci sono ragioni perche’ il presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento”, perche’ ”la maggioranza che sostiene il governo c’e’ ed e’ salda”. Il capogruppo del Pdl e’ quindi passato al contrattacco, mettendo sul banco degli imputati Fini: ”Si e’ aperto tra noi un confronto politico serio e serrato in cui si mette in discussione il rapporto nel Pdl tra noi e Gianfranco Fini. E’ venuto meno il rapporto che si era acceso quando lo abbiamo eletto presidente della Camera e siamo davanti ad una questione politica, ad un dato su cui Fini deve riflettere”. A difesa di Fini il Pd: ”Il presidente della Camera e’ di tutti – ha detto Bersani – anche di quelli che non lo hanno votato”. E Franceschini ha ricordato che ”il Presidente della Camera, dal momento della sua elezione, e’ il presidente di tutti, anche di chi non lo ha votato, e non puo’ essere sfiduciato in base alla Costituzione”. Il braccio di ferro non si e’ chiuso cosi’. Il Pd si e’ iscritto in massa nella discussione generali su due decreti (quello sulla Tirrena e quello sull’energia), cosa che implichera’ una contromossa della maggioranza per assicurarne l’approvazione.

10.26 – PDL:LUPI,DIMISSIONI PRESIDENTE CAMERA?C’E’PRECEDENTE PERTINI – ”C’e’ un precedente di dimissioni dalla presidenza della Camera e risale al 1969 quando Sandro Pertini dopo un anno dal suo insediamento con un atto politico scrisse una lettera di dimissioni. La Camera discusse e gli venne rivotata la fiducia”. Cosi’ il vice presidente della Camera Maurizio Lupi, nel corso della sua partecipazione alla trasmissione Radio Anch’io, parlando delle dimissioni dalla presidenza della Camera chieste ieri dal documento politico del Pdl a Gianfranco Fini cita l’esempio di Sandro Pertini. Oltre al caso di Pertini Maurizio Lupi porta un altro esempio e cioe’ le dimissioni di Saragat da presidente dell’Assemblea Costituente.

10.27 – PDL: SECOLO D’ITALIA, ROTTURA COLPA DI BERLUSCONI – La colpa della rottura e’ di Berlusconi che ”rompe il Pdl”. Titola cosi’ il Secolo d’Italia, il giorno dopo la scelta del premier di ‘buttare fuori’ dal partito Fini e i suoi. Ma cosi’, scrive Benedetto Della Vedova, in un editoriale intitolato ‘Ma questa e’ paura della politica’, ”non si espelle Fini dal Pdl, cosi’ si finisce per espellere dal partito la politica”. ”L’annuncio del licenziamento politico di Fini”, ”cancellato dall’enciclopedia sovietica del partito per indegnita’ e diserzione”, scrive Della Vedova, ”suggella il fallimento di un partito che, per mettere ordine nel dibattito politico interno, non trova di meglio che riesumare la disciplina del centralismo democratico” . E ora il Pdl ”rischia di suicidarsi in nome dell’unita’ ideologica e della ‘purezza’ berlusconiana”.

10.22 – GOVERNO: DONADI (IDV),BERLUSCONI RIFERISCA A CAMERE SU CRISI – “Dopo l’ufficio di presidenza del Pdl di ieri e le dichiarazioni di Cicchitto in aula di questa mattina, si è aperta di fatto una crisi di governo. Cercare di ridurre tutto a un litigio personale è un tentativo ridicolo e offensivo per il paese che invece ha bisogno di capire se una maggioranza e un governo ci sono e intorno a quale programma. Per questa ragione Berlusconi venga immediatamente alle Camere. Sarebbe un atto di intollerabile irresponsabilità lasciare il paese nell’oblio per più di un mese”. Lo afferma in una nota Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera.

10.16 – CONSIGLIO MINISTRI: RIUNIONE INIZIATA ALLE 10.10 – E’ iniziata alle 10.10, a Palazzo Chigi, la riunione del Consiglio dei ministri. La presiede il premier, Silvio Berlusconi.

10.07 – PDL: IL GIORNALE, FINI FATTO FUORI, PACE AIUTERA’ GOVERNO – La vignetta non potrebbe essere piu’ esplicita, con Berlusconi a cavallo di una bottiglia di champagne che ‘spara’ in aria il tappo-Fini. Ma anche con il titolo ‘Colpo di grazia. Fini fatto fuori da Berlusconi’, Il giornale di Vittorio Feltri ‘festeggia’ la rottura tra il Cavaliere e il presidente della Camera. E il direttore e’ sicuro: ”Un po’ di pace aiutera’ il governo a fare meglio”. ”Deo gratias – scrive Feltri nel suo editoriale – salvo contrordini, sempre possibili nel Popolo delle liberta’, Gianfranco Fini dovra’ fare le valigie e sloggiare dal partito”. Berlusconi, dopo ”discussioni e liti” ”numerose, stucchevoli e plateali” tanto da dare ”la certezza e non solo la sensazione che il Pdl fosse una gabbia di matti”, ha ora ”deciso dopo aver tentennato di far fuori Fini”. Un ”addio, non un arrivederci”. ”L’incidente politico”, aggiunge, e’ ”talmente grave da scoraggiare una visione ottimistica del futuro di Fini e dei suoi piu’ accaniti sostenitori”. Sostenitori che peraltro ”hanno gia’ anticipato che se col cuore si schiereranno accanto al loro vecchio condottiero, con la testa e col voto staranno con Berlusconi. Quindi – conclude Feltri – il governo non cadra”’.

10.00 – P.CHIGI, SU GIORNALI FANTASIE SU FRASI BERLUSCONI – ”Predomina stamane su molti quotidiani il festival delle ricostruzioni di pura, scatenata, libera fantasia. Neanche una dettagliata conferenza stampa a tarda ora e’ bastata a placare l’attribuzione di frasi virgolettate che il presidente Berlusconi nei confronti di tutti e di tutto non ha mai pronunciato”. E’ quanto scritta in una nota diffusa da Palazzo Chigi.

9.57 – GOVERNO: BERSANI, PRESIDENTE DELLA CAMERA E’ DI TUTTI – ”Il presidente della Camera e’ di tutti, anche di quelli che non lo hanno votato”. Lo ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, intervenendo in aula sulla crisi della maggioranza. Bersani ha parlato di ”un dissidio insanabile su temi quali la democrazia e la legalita”’, temi, ha sottolineato ”che l’opposizione ha messo al centro della propria azione da tempo”.

9.35 – GOVERNO: FRANCESCHINI, PRESIDENTE CAMERA NON E’ SFIDUCIABILE – ”Il Presidente della Camera, dal momento della sua elezione, e’ il presidente di tutti, anche di chi non lo ha votato, e non puo’ essere sfiduciato in base alla Costituzione”. Lo ha detto il capogruppo del Pd, Dario Franceschini, intervenendo in aula all’inizio dei lavori. Franceschini ha risposto al capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto che aveva respinto la richiesta del Pd che il premier Berlusconi venga in aula, visto che alla conferenza dei capigruppo di ieri era stato concordato un calendario di lavori che va ora rispettato: ”capisco che sono ore di nervosismo – ha detto Franceschini – ma dopo la riunione dei capigruppo di ieri e’ successo qualcosa, si e’ verificato qualche dettaglio. E’ accaduto che il premier Berlusconi ha detto che il Presidente della Camera se ne deve andare, immaginando che tra le sue proprieta’ ci sia anche la Camera. Il Presidente della Camera – ha aggiunto – dal momento della sua elezione, e’ il presidente di tutti, anche di chi non lo ha votato, e non puo’ essere sfiduciato in base alla Costituzione”.

9.30 – GOVERNO: CICCHITTO, MAGGIORANZA C’E’ ED E’ SALDA (2) – In un duro intervento, piu’ volte contestato dai banchi di Pd e Idv (gremiti di deputati a differenza di quelli del Pdl dove c’era solo una decina di deputati), Cicchitto ha detto: ”Prendo atto del fatto che in Parlamento c’e’ una sede dove si scherza, la conferenza dei capigruppo, dove evidentemente ieri hanno partecipato degli irresponsabili. Alla Capigruppo abbiamo assunto delle decisioni dopo l’ufficio di presidenza del Pdl. Prendiamo atto che quelle decisioni per il Pd sono carta straccia”.

9.21 – GOVERNO: CICCHITTO, MAGGIORANZA C’E’ ED E’ SALDA – ”Certamente si e’ aperta una questione seria all’interno del Pdl, ma non ci sono ragioni perche’ il presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento”: lo ha detto nell’Aula della Camera Fabrizio Cicchitto del Pdl rispondendo al leader del Pd Pierluigi Bersani, ribadendo: ”La maggioranza che sostiene il governo c’e’ ed e’ salda e lo ha dimostrato il voto sulla manovra economica”.

9.16 – GOVERNO: BERSANI, PREMIER IN AULA, NO TARALLUCCI E VINO – ”Non si pensi che e’ agosto e che si vada a finire a tarallucci e vino. Il Presidente del Consiglio venga in Parlamento”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intervenendo in aula alla Camera all’inizio dei lavori. ”Il Parlamento e’ la casa delle discussione – ha detto il segretario del Pd – Il Presidente del COnsiglio ci faccia la cortesia di venire in aula per consentirci di discutere. E per cortesia non ci venga propinato l’antico rito che ‘e successo ma non e’ successo’, ‘il motore e’ rotto ma la macchina va’. Il Paese non ha questi tempi, ha altre esigenze”.

9.06 – GOVERNO: PD, E’ CRISI, BERLUSCONI RIFERISCA IN AULA – Quella in atto e’ una crisi della maggioranza e di governo, che va parlamentarizzata con la presenza del presidente del Consiglio Berlusconi in aula. E’ questa la richiesta che verra’ fatta dal gruppo del Pd alla Camera, alla ripresa dei lavori dell’assemblea di Montecitorio. Questa decisione e’ stata presa nel corso di un’assemblea del gruppo democratico, durante la quale hanno preso la parola il segretario Pierluigi Bersani e il capogruppo Dario Franceschini. Il gruppo ha approvato la linea di una richiesta di ‘parlamentarizzazione’ della crisi, proposta dal segretario e dal capogruppo. L’assemblea e’ stata quindi sospesa e verra’ aggiornata ‘ad horas’ a seconda degli sviluppi della crisi.

8.53 -PDL: FERRARA, BERLUSCONI SBAGLIA E PAGHERA’ CARO PREZZO – La decisione di Silvio Berlusconi ”e’ un errore” e ”ne paghera’ un prezzo notevole, perche’ e’ brutta l’immagine di un leader politico che caccia una persona che dice di pensarla in modo diverso da lui e di voler continuare a collaborare lealmente dentro lo stesso partito”. E’ il commento alla rottura del presidente del Consiglio con Gianfranco Fini di Giuliano Ferrara, secondo il quale quella del Cavaliere ”e’ una scelta che lo condanna a un’immagine di faziosita’ e populismo spinto”. Il suo consiglio al premier, dice in una intervista al Corriere della Sera, era stato ”di non rompere” anche perche’ ora ”sara’ sempre piu’ difficile porsi come lo stabilizzatore e il riformatore politico di questo Paese e come il ‘rassembleur”’. Certo Fini ha ”contestato l’essenza di Berlusconi” mettendo in piazza ”Briguglio, Bocchino, Granata e teorizzando la necessita’ di una corrente organizzata fino alla sfida aperta”. La partita di Berlusconi, per Ferrara ”e’ una triangolazione, io, il popolo italiano, e un sistema istituzionale da cambiare” ma Fini ”gli ha prospettato una cosa che lui vede come il diavolo: un partito politico tradizionale secondo un modello che spegne quel fuoco nella pancia che in Berlusconi deriva dall’idolatria di se stesso”. Ferrara comunque e’ convinto che ”ora si dividono ma poi dovranno rimettersi insieme o si suicidano entrambi. Ci voleva invece un divorzio razionale”. Quanto alla presidenza della Camera, sulla questione ”si produrra’ un altro conflitto tra la visione sbrigativa di Berlusconi e quella un po’ parruccona di Fini”. Peraltro, per Ferrara ”la domanda delle domande” ora e’ se ”l’anomalia di Berlusconi, che ha prodotto delle cose importanti” abbia ”ancora delle cose da dire al Paese”. Non si puo’ ”fare una crisi dietro l’altra”. Il Cavaliere dovrebbe invece ”riuscire in questa legislatura a portare a compimento un processo di maturazione del suo rapporto con le istituzioni” e a fare ”un po’ pace anche con i vecchi meccanismi pure impolverati…”. Perche’ ”oggi l’anomalia berlusconiana produce piu’ che altro instabilita”’.

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Alberto Francavilla