ROMA ā Eā polemica sulle parole pronunciate da Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica. Il Pdl ha fatto scudo, il ministro dellāIstruzione, Mariastella Gelmini, ha negato che Berlusconi abbia attaccato la scuola pubblica. A sollevarsi, quindi, ĆØ stata la voce del leader del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha tuonato: āLa scuola pubblica ĆØ nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabileā. Il segretario Democrat ha quindi chiesto le dimissioni della Gelmini. Ne ĆØ nato un battibecco, al termine del quale ĆØ intervenuto lo stesso Berlusconi, dicendo che le sue parole āsono state travisateā ma ribadendo che la scuola pubblica ĆØ āinfluenzata da deleterie ideologieā.
āCon richiami di sapore antico ā afferma Bersani ā Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando cosƬ lāintelligenza e la coscienza civile del Paese. Allāelenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica ā prosegue il segretario del Pd ā ĆØ nel cuore degli italiani. Eā il luogo in cui lāItalia costruirĆ il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica ā conclude ā e non permetteremo che Berlusconi la distruggaā.
āSe la Gelmini fosse un vero ministro ā incalza Bersani ā invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dovrebbe dimettersiā.
La replica della Gelmini. āBersani si rassegni, la scuola non ĆØ proprietĆ privata della sua parte politica. La sinistra guarda alla scuola pubblica italiana come ad un luogo di indottrinamento ideologicoā, replica il ministro ricordando al leader del Pd che la scuola ĆØ del Paese e non appartiene alla sinistra.
āNoi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito, sullāefficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di più ā ha spiegato Mariastella Gelmini ā il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualitĆ . Ogni giorno Bersani chiede in maniera scomposta le dimissioni di qualche esponente del governo. Lo invito invece ā conclude Gelmini ā a riflettere sugli errori storici della sinistra, incapace di leggere la modernitaā e capire le esigenze della societĆ in cui viviamoā.
Berlusconi: mie parole travisate. āDesidero perciò chiarire nuovamente ā prosegue il presidente del Consiglio nel comunicato ā senza possibilitĆ di essere frainteso, la mia posizione sulla scuolaā.
āIl mio governo ā sottolinea Berlusconi ā ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dellāUniversitĆ , proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignitĆ a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nellāeducazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguatiā.
āQuesto non significa ā si legge ancora nel comunicato ā non poter ricordare e denunciare lāinfluenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la veritaā e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare allāeducazione dei figliā. āLe mie parole, percioā ā aggiunge il premier ā non possono essere in alcun modo interpretate come un attacco alla scuola pubblica, ma al contrario come un richiamo al valore fondamentale della scuola pubblica, che presuppone libertaā dāinsegnamento ma anche ripudio dellāindottrinamento politico e ideologicoā.
āIl mio governo ha avviato una profonda e storica riforma della scuola e dellāUniversitĆ ā continua il premier in una nota ā proprio per restituire valore alla scuola pubblica e dignitĆ a tutti gli insegnanti che svolgono un ruolo fondamentale nellāeducazione dei nostri figli in cambio di stipendi ancora oggi assolutamente inadeguati. Questo non significa ā prosegue ā non poter ricordare e denunciare lāinfluenza deleteria che nella scuola pubblica hanno avuto e hanno ancora oggi culture politiche, ideologie e interpretazioni della storia che non rispettano la veritaā e al tempo stesso espropriano la famiglia dalla funzione naturale di partecipare allāeducazione dei figliā.