Mentre l’Ufficio di presidenza del Pdl esprime all’unanimità «vicinanza e totale solidarietà al presidente Silvio Berlusconi, anche oggi oggetto di un attacco scandalistico tanto privo di fondamento quanto estraneo ai temi di una corretta valutazione dell’operato di un leader politico e del suo movimento», Massimo D’Alema viene intervistato da alcune emittenti milanesi in merito alle indagini di Bari.
«Io non c’entro e sono scarsamente interessato a una vicenda non particolarmente edificante» ha detto D’Alema che ha nuovamente ribadito, come aveva già fatto in una nota, di non sapere niente dell’inchiesta di Bari. «Sono rimasto colpito anche io – ha concluso – dalla notizia del Corriere della Sera».
«Se qualcuno ha il coraggio di dire che manovro inchieste giudiziarie, lo denuncio perché è un mascalzone e un bugiardo», ha detto poi D’Alema. «Non si è risposto nel merito e su una vicenda di cui non sapevo nulla. Che sia finito sotto accusa io – ha aggiunto – è incredibile». D’Alema è arrivato a parlare di una “gravissima intimidazione“.
Anche Dario Franceschini, è intervienuto con una nota nella polemica nata dopo le affermazioni di D’Alema e le notizie sull’inchiesta di Bari e ha affermato: «Massimo D’Alema ha risposto con determinazione e indignazione alle accuse assurde del Pdl. E ha ragione: tutti quelli che lo hanno ascoltato hanno capito perfettamente che quando parlava di scosse si riferiva a fatti politici. Tutto il resto fa parte del solito copione di Berlusconi e della destra, fatto di attacchi a tutto e tutti, la stampa, l’opposizione, la magistratura, gridando al complotto per cercare di trasformarsi in vittima e raccogliere qualche voto in più ai ballottaggi. Già visto cento volte – ha poi concluso il segretario del Partito Democratico – non funziona più».