ROMA – L’interdizione di due anni dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi è “adeguata” e tiene conto anche dei reati nel frattempo prescritti. Così, la Corte di Cassazione, che ha confermato l’interdizione successiva alla condanna per la vicenda Mediaset, nei confronti dell’ex premier.
Nelle motivazioni depostitate lunedì 14 aprile i giudici di Cassazione spiegano:
E’ correttamente motivata la durata di due anni di interdizione dai pubblici uffici, emessa a carico di Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset per frode fiscale, in considerazione della gravità della vicenda, compreso il ‘peso’ dei reati prescritti.
Ad avviso della Cassazione, che ha definito “insostenibile” la tesi dei legali dell’ex premier per i quali non dovevano essere valutati i reati prescritti, in maniera “coerente” la Corte di Appello di Milano
“ha preso in esame, oltre che la gravità del fatto riferita alle condotte non estinte per prescrizione, anche la personalità dell’imputato da valutarsi globalmente tenendo conto dei precedenti penali e giudiziari nell’ambito dei quali rientravano le condotte per fatti ormai estinti per prescrizione”.