Ad un anno dal sisma che ha colpito l’Abruzzo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna a fare il punto su quanto è stato fatto per la ricostruzione. In un’intervista per il quotidiano Il Centro, il premier guarda soprattutto al “piano case” che vede al momento 20 mila aquilani poter contare su un tetto ma che comunque ha portato con sè molte polemiche.
Spiega Berlusconi: «Le abitazioni che sono state costruite in tempi record in Abruzzo hanno evitato che gli sfollati vivessero per anni in baracche o roulotte come è avvenuto in Italia per tutti gli altri terremoti. A Messina – ha osservato – ci sono ancora le baracche per il terremoto del 1908. Abbiamo subito chiarito che le nuove abitazioni non sostituiscono quelle distrutte dal sisma. Quando gli aquilani saranno tornati nelle loro abitazioni, i nuovi appartamenti costruiti in questi mesi saranno utilizzati dagli studenti dell’Università, il vero cuore pulsante della città».
Secondo Berlusconi «qualcuno ha provato a minimizzare o peggio a infangare il lavoro svolto dal governo e dai soccorritori all’Aquila. Ma la realtà dei fatti è incancellabile. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell’emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi».
Il premier, quindi, ha ribadito che il lavoro svolto all’Aquila a suo giudizio è un miracolo: «Il terremoto ha fatto 308 morti, 1.500 feriti e 70mila sfollati. Noi abbiamo risposto con 70mila persone intervenute a vario titolo nelle attività di sostegno alle popolazioni colpite, con 5.957 tende, con 107 le cucine da campo, con 47 posti medici avanzati e un ospedale da campo a supporto del locale nosocomio parzialmente inagibile oltre ai quasi 200 nuovi edifici antisismici costruiti in tempi record. Alla riapertura dell’anno scolastico tutti i 17.567 studenti della zona colpita dal sisma hanno regolarmente ripreso l’attività. Alla fine di novembre tutte le tendopoli sono state chiuse e questo è avvenuto perchè‚ tutti gli aquilani hanno avuto un tetto sicuro sotto cui dormire».
«I miracoli li fa solo il Signore», ha premesso aggiungendo che comunque «noi certamente abbiamo garantito uno sforzo di assistenza agli aquilani che non ha pari nella storia del nostro Paese e che è stato indicato come un modello a livello internazionale. Su questo non ci possono essere dubbi: nella tragedia, l’Italia si è dimostrata unita e generosa con gli aquilani e lo Stato ha fatto lo Stato, con tempestività ed efficienza. Tutti – ha concluso – hanno fatto la propria parte: non solo il Governo e gli angeli della Protezione Civile. Anche il servizio sanitario nazionale, gli enti locali, le forze armate e di polizia, il mondo del volontariato. Gli italiani devono essere fieri di quanto è stato fatto all’Aquila».
Non è mancata, nell’intervista, la classica difesa di Guido Bertolaso. Per Berlusconi il capo della Protezione civile «è un uomo limpido, capace, esperto, determinato, un leader di grande valore. Gli dobbiamo affetto e riconoscenza per quello che ha fatto e che continuerà a fare per il nostro Paese».