ROMA – Dice che non decide lui ma che la risposta è no: “Non si può lasciare la presidenza della Lombardia a un leghista”. Il no di Silvio Berlusconi all’ipotesi che faciliterebbe l’accordo Pdl-Lega per il dopo Roberto Formigoni arriva durante la presentazione del nuovo libro di BrunoVespa, “‘Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e potere da Mussolini a Beppe Grillo” in uscita per Mondadori il prossimo 8 novembre. Un no appena mitigato dalle parole successive di Berlusconi a un leghista alla guida della regione Lombardia. ”Deciderà l’ufficio di presidenza del nostro movimento, ma escludo che si arrivi a una scelta del genere. La Lega ha già la presidenza di due regioni importantissime. E’ impossibile che il Pdl possa rinunciare anche alla Lombardia”.
Dopo il bastone, coi leghisti Berlusconi usa la carota. E parlando di legge elettorale spiega che potrebbe avere, ammesso e non concesso che si faccia in tempo utile visto che l’accordo è ancora lontano, una clausola “salva Lega”: ”C’è l’ipotesi che la soglia del 5 per cento non valga per i partiti che, in almeno tre regioni, superino il 15 per cento”.
Parole di apprezzamento invece per la proposta di Marcello Pera di un’assemblea costituente: ”E’ un’ottima proposta. Solo un’assemblea come questa può riuscire, finalmente, a diminuire il numero di deputati. Un’assemblea di saggi, eletta dai cittadini con metodo proporzionale, può essere formata anche da quei parlamentari d’esperienza, presenti nelle Camere da molti anni, che invece potrebbero lasciare spazio in Parlamento alle nuove generazioni”.