Berlusconi si mostra garantista e dubbioso: e se la lettera da Santa Lucia fosse davvero una ‘patacca’?

Silvio Berlusconi

Berlusconi inizia a temere l’effetto boomerang di quello che è stato ribattezzato “documento patacca”. Lo sfiora il dubbio che sia un falso la lettera del ministro di Saint Lucia che proverebbe che Giancarlo Tulliani sia a capo della società off shore proprietaria della casa a Montecarlo.

Ieri Berlusconi ripeteva ai suoi: “Io sono un garantista vero, pure rispetto a Fini. Dunque crederò alle accuse che lo riguardano solo quando arriveranno, se mai arriveranno, le conferme ufficiali”.

Ora, secondo il retroscena ipotizzato da Ugo Magri su La Stampa, le interpretazioni da dare al comportamento di Berlusconi sono tre. Il Cavaliere starebbe in attesa di conferme ufficiali dai Caraibi, ma inizierebbe a disperare di ottenerle. In seconda battuta, i canali diplomatici non sarebbero stati attivati oppure, se attivati, non avrebbero dato le conferme sperate. Infine, date per buone le accuse di finiani e sinistra (“E’ lui che ha voluto e ispirato i dossier”), ora si vorrebbe tirar fuori dalla vicenda che ha mostrato tutti i suoi limiti.

Ora, secondo quest’ultima ipotesi, Berlusconi si augurerebbe che Fini possa dimostrarsi aldilà di ogni sospetto, scaricando nel caso la responsabilità della “patacca” sui falchi del Pdl che volevano infangare il presidente della Camera in tutti i modi.

Il dubbio principale resta come andare avanti nella legislatura con un centrodestra così sfaldato, con le inevitabili ripercussioni dello scandalo monegasco-caraibico e con il “calciomercato” in una fase di stallo. “Ma voi mi ci vedete ad andare avanti così altri tre anni?” avrebbe confidato Berlusconi ad alcuni parlamentari toscani.

Ora, a quanto pare, non sembrerebbe deciso alla rottura definitiva con Fini: in Aula, per la fiducia del 29 settembre, non avrebbe intenzione di toccare l’affaire Montecarlo.

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Elisa D'Alto